Ancona 21 ottobre.- Consolidare la struttura e rafforzarsi in regione. Ma anche espandersi verso nuovi comparti economici e produttivi e verso nuovi mercati territoriali, a cominciare da quelli dell’Umbria e dell’Abruzzo.
Questi gli obiettivi principali di Confidicoop Marche, cooperativa di garanzia per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, che ha sede ad Ancona. Nata 20 anni fa dalla fusione di Confidicoop e Coopinvest, la società ha raggiunto oggi il numero considerevole di 6 mila soci, equamente distribuiti nei tre settori primari. E continua a crescere, soprattutto dopo la fusione per incorporazione di Confidi Ancona (ambito industriale) e più recentemente della Cooperativa Kuferle (artigiani di Ascoli e Fermo).
“La strategia resta la stessa – conferma il nuovo direttore Emanuela D’Angelo, in carica da aprile 2019 – e cioè quella di consolidare la posizione sul territorio di riferimento, rafforzando patrimonio e garanzie a favore delle pmi, e svilupparsi per piccoli passi, soprattutto fuori dall’ambito regionale”.
Una scelta quasi obbligata quest’ultima, anche per il fatto che ormai il mercato marchigiano è divenuto saturo, e sul campo oltre Confidicoop Marche, è rimasto solo un altro player vigilato dalla Banca d’Italia.
“Sono già in corso trattative con altri confidi minori per lo sviluppo commerciale sia in Umbria che in Abruzzo – spiega la D’Angelo – e vedremo in seguito quali tipi di accordi realizzare. Il mercato abruzzese è quello che maggiormente ci interessa, anche perché non vi operano confidi vigilati”.
Quali servizi offrite alle molte aziende che oggi devono affrontare una crisi lunga e selettiva, in diversi comparti e che soffrono spesso di sottocapitalizzazione ?
“Proponiamo soluzioni su misura- risponde il direttore – studiate per ogni particolare esigenza e che siano in grado di favorire la stipula di intese efficaci tra le imprese che vogliono investire e crescere, e le banche che devono finanziare tali progetti. Un servizio ampio che approfondisce tutti gli aspetti delle operazioni da svolgere, fondato sulla professionalità e la competenza dei nostri esperti e che fornisce risposte in tempi rapidi. Questo significa – prosegue la D’Angelo – andare oltre il rating di un’azienda e valutare anche la qualità e le prospettive dei programmi messi in cantiere, anche dalle start-up, supportando la redazione di business plan da presentare agli istituti di credito per giungere ad un accordo proficuo per tutti. Le nostre garanzie patrimoniali e gli ottimi rapporti con il sistema bancario, poi, fanno il resto.”
A sostenere questo percorso, è arrivato poi anche il Protocollo d’intesa siglato con Cassa Depositi e Prestiti, nel giugno scorso. Confidicoop Marche è l’unico confidi della regione scelto da CDP per realizzare programmi finanziari che vadano a sostegno delle PMI. E ciò in un contesto dove i rischi di insolvenza possono essere alti.
“Un risultato di grande soddisfazione per noi- sottolinea il direttore della cooperativa- a conferma della solidità concreta del nostro patrimonio e dell’efficienza della gestione. Lavoreremo affinchè questa fiducia venga ripagata, e con lo scopo di contribuire al rilancio delle tante attività economiche.”
Come pensate di aiutare le tante attività ed aziende che hanno subito il duro colpo del sisma del 2016, e che devono superare il loro periodo di maggiore difficoltà ?
“Confidicoop Marche è vicina alle imprese che sono state danneggiate dal terremoto – ricorda la D’Angelo- e le supporta sia con plafond di garanzia dedicate sia con condizioni economiche agevolate. L’obiettivo è infondere fiducia verso tali PMI, rilanciando l’economia di questo territorio e finanziando i progetti di rilancio messi in cantiere.”
Per affrontare questa “crescita sostenibile”, anche dal punto di vista organizzativo, la Cooperativa di garanzia ha preparato un nuovo Piano triennale 2019-2021. L’obiettivo è quello di attuare tutti i programmi di sviluppo e collaborazione avviati negli ultimi mesi, ma sempre con la massima attenzione al contenimento dei costi. Per questo al momento si prevede l’utilizzo delle stesse risorse e dello stesso personale impiegato nelle consulenze e nello studio delle proposte arrivate, senza escludere nel futuro l’apertura di nuove sedi.