Ancona 25 ottobre.- Oltre 4mila domande di pensionamento tra i dipendenti pubblici delle Marche, da gennaio a settembre 2019. Di queste, 1525 sono con il provvedimento “Quota 100”. Un numero molto elevato per la regione, che non è stato controbilanciato da nuove assunzioni in misura idonea alle necessità del sistema, sia negli enti che nella sanità. Per questo la Cgil parla di “rischio collasso in tanti servizi”. Nella sanità si deve fare i conti con la carenza di medici: si stimano uscite per pensionamento di 107 unità l’anno nel quinquennio 2016/2020 e 157 uscite l’anno per quello successivo, con un notevole impatto sui servizi territoriali e sul sistema dell’emergenza .
Non va meglio per il personale sanitario addetto alla riabilitazione, infermieristico, tecnico e di vigilanza dove Quota 100 ha prodotto oltre 600 cessazioni di cui oltre 400 del personale infermieristico.
Ancora peggiore, forse la situazione nelle amministrazioni sottoposte a regime di limitazione delle assunzioni come il comparto delle funzioni centrali (Ministeri, Enti Pubblici non economici, Agenzie Fiscali).
La Cgil ha proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti del MIT (Ministero Infrastrutture e trasporti): tra le rivendicazioni c’è anche la richiesta di un piano di assunzioni tenuto conto che è a rischio il mantenimento dell’apertura dei 5 sportelli nelle Marche, in modo particolare nell’Ascolano con l’imminente pensionamento di 3 dei 4 tecnici addetti ai servizi all’utenza.
Sempre secondo il sindacato, sarebbe “drammatica la situazione al tribunale di Ancona con una riduzione del personale per oltre il 40%. Occorre un piano straordinario d’ investimento in riqualificazione del personale e di nuove assunzioni dando priorità alle funzioni fondamentali dello Stato e alla Sanità pubblica”.