Le spiagge marchigiane stracolme di plastica ( 90%) e rifiuti

Pesaro 18 novembre.- Su tredici spiagge marchigiane, per un totale di 35.900 mq monitorati (pari a circa 5 campi da calcio), sono stati trovati 11274 rifiuti, con una media di 867 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari) campionata, ovvero 8,67 rifiuti per ogni metro.

Una mole incredibile che rappresenta soltanto la punta di un iceberg: i rifiuti in spiaggia e sulla superficie del mare rappresentano appena il 15% di quelli che entrano nell’ecosistema marino, mentre la restante parte galleggia o affonda. Rifiuti spiaggiati gettati consapevolmente arrivati da chissà dove attraverso i fiumi o che provengono direttamente dagli scarichi non depurati, dall’abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera e, soprattutto, dalla loro cattiva gestione.

A fotografare il fenomeno è l’indagine Beach Litter 2019 di Legambiente presentata questa mattina a Pesaro presso la Sala del Consiglio comunale, che racconta una situazione critica: il 90,3% dei rifiuti trovati nelle spiagge libere da Fiorenzuola di Focara presso il Parco Regionale del Monte San Bartolo (PU) fino a quella della Riserva Naturale Sentina a San Benedetto del Tronto (AP), è rappresentato dalla plastica (5166 rifiuti). A seguire, metallo (3,03%), carta/cartone (2,08%), vetro/ceramica (1,87%) e gomma (1,38%).

Oltre la metà (il 72,5%) dei rifiuti registrati sono rappresentati da sole 10 tipologie di oggetto. A guidare la top ten dei rifiuti più trovati troviamo il polistirolo e pezzi e frammenti di plastica che, assieme, rappresentano il 47,7% del totale.

È noto che il polistirolo rappresenta un enorme pericolo per l’ecosistema e anche per i pesci, dal momento che le cassette si frantumano facilmente e finiscono sia nelle pance del prodotto ittico e, in generale, nel mare. Medaglia d’argento, invece, per reti o sacchi per mitili (5,36%), spugne sintetiche (4,26%), reti e pezzi di rete (3,81%), mozziconi di sigarette (3,09%),  bevande (2,09%), cotton fioc (1,85%), bottiglie e contenitori per bevande (1,57%).

«Ciò che i volontari hanno trovato sulle spiagge marchigiane è davvero preoccupante. Tutti questi rifiuti rappresentano un rischio concreto per la conservazione e la biodiversità del nostro ecosistema marino, per il turismo e in generale per la nostra economia – ha commentato Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Nonostante nei mesi passati siano stati fatti dei passi in avanti per la soluzione del Beach e Marine litter, come l’approvazione della legge regionale n. 204/18, ora è arrivato il momento di alzare l’asticella. Ci appelliamo a tutte le amministrazioni affinché, attraverso campagne mirate, promuovano una maggiore attenzione agli acquisti plastic free ».

Nel corso della mattinata, inoltre, sono stati presentati anche i dati del progetto sulla pesca sostenibile delle seppie e sul riciclo delle reti da posta . Coordinato dalla cooperativa Blu Marine Service, ha coinvolto le marinerie di Fano e Pesaro esso è nato con un triplice scopo: avviare un percorso sperimentale di pesca sostenibile delle seppie che possa garantirne il successo riproduttivo, sperimentare il riciclo delle reti da posta, che hanno un alto valore commerciale – sono infatti realizzate in nylon – ma vengono raccolte come rifiuti speciali e quindi non mandate a riciclo; ripulire alcuni tratti SIC (sito di interesse comunitario) e ZPS (zona a protezione speciale) della costa pesarese con l’aiuto dei volontari di Legambiente.

Alla conferenza di oggi hanno partecipato alla conferenza: Heidi Morotti, assessore all’Ambiente del comune di Pesaro; Andrea Biancani, presidente commissione Ambiente Regione Marche; Marco Ciarulli, direttore di Legambiente Marche; Chiara Tagnani, responsabile campagne di Legambiente Marche; Enzo Frulla, presidente del circolo Legambiente “Il Ragusello” di Pesaro ed Emanuele Troli, direttore operativo Blu Marine Service.

 

 

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