Macerata 12 dicembre.- Un’altra maxi frode fiscale da 11 milioni di euro è stata scoperta, questa volta dalla Tenenza di Camerino della Guardia di Finanza. Ad attuarla, secondo i risultati di un ‘indagine di polizia economico-finanziaria e giudiziaria, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio e dal Sostituto Vincenzo Carusi , sarebbero state decine di imprese localizzate nelle province di Macerata, Firenze, Prato e Roma, operanti nel commercio di abbigliamento con punti vendita nelle regioni Marche, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo. Il modus operandi di queste aziende è sempre lo stesso : la creazione di numerose società “cartiere” intestate a prestanome (risultati nullatenenti o irreperibili) ed utilizzate per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti in favore di altre imprese, al contrario “sane”, le quali, grazie agli indebiti “risparmi” fiscali, erano in grado di acquisire sempre maggiori quote di mercato realizzando una sleale concorrenza a danno degli imprenditori onesti.
Il sistema di frode prevedeva che le ditte in questione – dopo 2 o 3 anni di lavoro, con regolari dichiarazioni – cessassero improvvisamente la propria attività, nonostante apparentemente godessero di fatturati in costante aumento e trasferissero il loro “portafoglio clienti” ad un’altra ditta “nascente”, con analoghe caratteristiche, “rigenerando” in tal modo l’attività imprenditoriale in una nuova impresa che, di fatto, operava sempre in sostanziale continuità aziendale. Secondo le Fiamme gialle, all’irreperibilità dell’imprenditore, seguiva quasi sistematicamente l’occultamento o la distruzione della documentazione contabile.
La complessità delle frodi realizzate, l’entità delle somme evase, il notevole giro di false fatturazioni, il numero dei soggetti coinvolti ed i particolari tecnicismi ideati e posti in essere, hanno visto il coinvolgimento di un professionista della provincia di Macerata, quale tenutario delle scritture contabili .
In molti casi, come emerso dalle indagini, il professionista si è prestato anche a compartecipare in queste consorterie criminali sia fornendo il proprio supporto tecnico-professionale sia sostituendosi ai titolari giuridici, attraverso l’utilizzo dei dispositivi per la firma digitale (smart cards) e della casella di posta elettronica dell’azienda.
In esecuzione del provvedimento cautelare emesso dal Gip del tribunale di Macerata, è in corso il sequestro di 4 immobili, di cui due villette, oltre mezzo milione di euro in depositi bancari, 6 autovetture ed una moto di grossa cilindrata.