I ragazzi di Ascoli che dicono no alle Mafie

Ascoli Piceno 5 febbraio.- “Per vincere le Mafie occorre costruire nella scuola e nella società civile, sempre di più semi di mentalità antimafiosa.” Lo ha detto questa mattina all’Istituto tecnico Fermi di Ascoli, Gianni Bianco, caporedattore del Tg3 e autore insieme al magistrato Giuseppe Gatti, del libro “Alle mafie diciamo noi”, pubblicato da Città Nuova (prefazione di Luigi Ciotti).

Bianco è stato invitato dalla dirigente scolastica Patrizia Palanca e dalle docenti della scuola a parlare dello spinoso tema nell’ambito di una ricerca che gli studenti del Fermi hanno realizzato proprio approfondendo la storia recente della mafia e l’impatto sull’opinione pubblica dei suoi delitti, illustrate nel volume. E sono stati loro, i ragazzi delle diverse classi ad introdurre l’incontro, drammatizzando il problema in maniera molto originale e riuscita. Ognuno infatti ha interpretato per pochi attimi una delle tante vittime della violenza mafiosa, entrando nella vita di questi protagonisti loro malgrado, e spiegando il perchè sono morti.

Poche frasi ma incisive, per ‘essere’ di volta in volta Dalla Chiesa o Chinnici, Falcone o Borsellino, oppure i familiari di tanti caduti per una società più libera e giusta, alcuni uccisi anche per errore durante attentati ed esplosioni. Ne è il risultato un momento molto bello e convincente, che ha reso gli insegnanti orgogliosi degli studenti ed emozionato anche la dirigente scolastica dell’istituto.

Poi è venuto lo spazio per approfondire con Gianni Bianco le questioni aperte sulla mafia passata e presente e sul suo retroterra culturale, specie nelle regioni del Sud. Ed è emerso che per combatterla occorre non solo aspettare un’azione repressiva da parte dello Stato, ma far in modo che ognuno di noi dia un contributo in questa lotta, per il bene delle nuove generazioni e di tutta la società futura. “I mafiosi sono tali 24 ore al giorno – ha detto il giornalista, citando Nando Dalla Chiesa, sociologo e figlio del generale ucciso a Palermo nel 1982 – mentre noi tutti, siamo contro la mafia solo per qualche ora al mese, quando partecipiamo a manifestazioni o studiamo meglio il problema. E’ necessario invece fare di più squadra fra di noi e gettare semi di una mentalità diversa.” Da ricordare che l’iniziativa di oggi è stata promossa insieme all’associazione Libera e alla Libreria Rinascita.

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