Ascoli Piceno 2 marzo.- Una situazione surreale. E’ quella che si può facilmente verificare davanti agli uffici postali e alle banche di Ascoli. Per direttive superiori, in relazione al rischio di contagio da coronavirus, gli addetti non lasciano entrare nei locali clienti e utenti che hanno bisogno di usufruire dei servizi finanziari o di corrispondenza. Tutti vengono fermati all’esterno delle sedi, pregati di aspettare e poi gentilmente vengono invitati dagli impiegati ad entrare una alla volta, quando all’interno si libera una cassa. Alle Poste italiane è bastato un solo caso riscontrato in quel di Lecco, in Lombardia ( pieno focolaio dell’infezione, con metà dei positivi nazionali) per far scattare misure d’emergenza o comunque di contenimento.
C’è da dire comunque, che dopo un attimo di sorpresa e di stupore, almeno ad Ascoli tutti i clienti restano ordinatamente al loro posto davanti agli ingressi di poste e istituti di credito, senza fare problemi. Naturalmente, essendo lunedi mattina può capitare che in pochi minuti si crei un assembramento esterno, con persone che tendono anche a stare a distanza una dall’altra. Ma problemi fino ad ora non si sono creati. Bastano queste misure precauzionali per evitare eventuali contagi ? E sono necessarie in una città e in una provincia dove non si è trovato nemmeno un paziente positivo ? Non lo sappiamo. Di certo il panico sta facendo più danni alla società e soprattutto all’economia di quanto il Covid-19 stesso. Con effetti disastrosi su turismo ed accoglienza, dove non arrivano più prenotazioni. Da notare che nelle Marche i casi riscontrati sono 35, in larga maggioranza nel Pesarese, e uno dei pazienti contagiati che era ricoverato ad Ancona è stato trasferito all’ospedale di San Benedetto. Le scuole intanto sono state riaperte, tranne che nella provincia di Pesaro-Urbino.