Ascoli Piceno 10 marzo.- Applicare subito il modello Genova per far partire la ricostruzione post-sisma. E’ quanto chiedono gli imprenditori edili di Ance Ascoli e Fermo, ricordando “le pesanti conseguenze economiche prodotte dall’emergenza sanitaria di questi giorni , che si stanno drammaticamente sovrapponendo ai problemi delle aree colpite dal sisma del 2016 “.
Per i costruttori , ma non solo per loro, la ricostruzione è praticamente ferma ed il sistema produttivo è costretto a fare i conti con “ i silenzi e le promesse non mantenute da parte dello Stato. “ A questo si aggiunge, secondo gli edili “ la questione della ripresa delle attività di riscossione dal 1° gennaio 2020 . Un caso emblematico che testimonia della distanza tra il Paese legale e il Paese reale, tra le logiche del Palazzo e i concreti problemi dei territori. “
Per gli imprenditori di Confindustria, dunque siamo di fronte ad una “ situazione esplosiva che coinvolge tutti i cittadini, non solo gli imprenditori. E lo Stato è presente nell’area del cratere solo come esattore.”
Per questo il Presidente di Ance Ascoli, Massimo Ubaldi, sottolinea la “grande amarezza mista ad incredulità per la decisione di Governo e Parlamento di non prorogare la sospensione delle attività di riscossione per ulteriori dodici mesi. Un provvedimento che avrebbe richiesto una copertura finanziaria di soli dieci milioni di euro”.
E in questo fosco quadro generale molte aziende del settore sono ormai allo stremo, “stritolate – sostiene Ubaldi – dalla ripresa della notifica delle cartelle di pagamento, da una pubblica amministrazione che non paga più, da banche che revocano i fidi, da fatturati in picchiata perché i lavori sono bloccati.”
Per gli imprenditori edili occorre un intervento immediato, e l’ultima occasione può essere il prossimo decreto legge sul coronavirus. L’appello è a tutti i Parlamentari locali affinche facciano sentire la loro voce, e si muovano in direzione di un modello Genova di ricostruzione, basato sul buon senso.