Ascoli Piceno 22 marzo.- “Il decreto legge CuraItalia contiene un ampio ventaglio di misure a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, per contrastare gli effetti dell’emergenza epidemiologica sull’economia. Un provvedimento fortemente atteso che, è bene sottolinearlo con chiarezza, rappresenta solo un primo passo rispetto alla portata e all’intensità degli interventi necessari far fronte ad una situazione di straordinarietà che non ha precedenti”.
Così Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno, che prosegue: “Le risorse messe in campo, pari a 25 miliardi di euro, seppure importanti, non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese, particolarmente esposti alla gravità della situazione e all’enormità dei danni, che sono destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi per mesi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione del Paese”.
“Un effetto evidente delle crisi del 2008, prima, e del 2011, poi – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – è stato il costante allontanamento del mondo del credito dalla micro e piccola impresa. Il rischio è di ritrovarci all’indomani dell’emergenza con una architettura di strumenti ancor più lontana da questo mondo, che rappresenta il 98% della nostra economia. Per questo, Cna sottolinea l’esigenza di mettere in campo misure che siano concretamente utilizzabili dalle micro e piccole imprese”.
La pesca in difficoltà
“Per la pesca solo le piccole barche “giornaliere” – dice Giulio Piergallini, imprenditore nautico di san Benedetto – con una persona a bordo o le vongolare che pescano 3 ore e sono di solito 2 a bordo possono rispettare i requisiti e quindi fornire il prodotto per la trasformazione e la vendita degli essenziali prodotti per gli esercizi alimentari locali. E purtroppo, proprio in questi giorni, un grande yacht di 50 metri che doveva fare lavori di manutenzione ha lasciato il porto di San Benedetto per altra destinazione. Quasi certamente estera. Speriamo tutti sia una brutta parentesi che si chiude al più presto per la salute e per il lavoro made in Italy”
Parrucchieri e acconciatori
“Rispettiamo le limitazioni – spiega Francesco Cannella – in quanto il nostro lavoro non può proprio prescindere da un contatto diretto, quindi meno di un metro con il cliente.
Come artigiani professionisti e accreditati lanciamo un appello a tutti riguardo il lavoro degli abusivi. Più volte abbiamo segnalato come Cna quanto questo regime non regolare tolga risorse agli artigiani regolari e contributi alle casse dello stato. In questo momento l’appello è ancora più forte perché riguarda la salute sia di chi opera a casa senza regole, sia per i clienti.
Confidiamo nel decreto. Per le utenze, gli affitti, per i dipendenti che purtroppo dovranno stare in cassa integrazione. Ma per far ripartire l’artigianato ci vorrà molto più impegno e maggiori risorse.”
La moda si riconverte per le mascherine
“Solidarietà e mascherine in cotone gratis. La nostra azienda – afferma Arianna Trillini – si è riconvertita in questi giorni nella realizzazione di mascherine in cotone. La nostra azienda che opera ad Ascoli (immobile bianco di fronte al centro commerciale Città delle Selle) lascia un tavolino con queste mascherine imbustate che i cittadini possono ritirare gratuitamente. Non sono un presidio medico ma coprono bene bocca e naso e quindi per usi personali (casa e spesa) possono essere utili. C’è una cassetta anche per chi vuole lasciare una piccola offerta che utilizzeremo per l’acquisto di materiali per produrre queste mascherine. Per avere le mascherine basta rendere contatto via watshapp a questi numeri: 3392016509 – 3405670301”
Terziario avanzato favorito dallo smart working
“Lavorando nel settore dell’IT – dichiara Sandro Gregori, portavoce Cna per Comunicazione e terziario- posso certamente affermare che il momento che stiamo vivendo, ha accelerato l’implementazione di soluzioni per lo “smart working”, tanto che, la maggior parte della mia giornata lavorativa, da una decina di giorni a questa parte, la passo per implementare soluzioni, per far lavorare da casa in sicurezza parte del personale delle aziende, specie per chi si occupa di amministrazione, gestione ordini. Io stesso e tutti i collaboratori della ditta, riusciamo a lavorare dalle nostre abitazioni, per soddisfare quasi tutti i servizi che offriamo ai nostri clienti.”
Nuovo fermo dei cantieri edili
“Già precari per terremoto e post terremoto. Ora un nuovo stop – ammette Emidio Bernardini – di cui non si conoscono i tempi. Teoricamente, con ulteriori accorgimenti di prevenzione, un cantiere potrebbe essere aperto. Ma c’è il problema dei dipendenti, dei loro spostamenti, della paura del contagio. E poi le forniture che non si sa se e quando arrivano. L’unica speranza, al momento, sono le agevolazioni sulle tasse da pagare, sui mutui e nei rapporti con le banche. Resistere per poi provare a ripartire, proprio come se ci fosse stato un altro terremoto.”