Ancona 23 marzo.– Sono diverse migliaia le persone con disabilità e non autosufficienza che nelle Marche fruivano di interventi domiciliari e diurni. Servizi che per la gran parte dei casi sono stati sospesi nelle ultime settimane a seguito dell’emergenza coronavirus.
Parliamo di 2300 residenti che frequentavano i centri diurni (salute mentale, disabilità, demenze), 5000 che usufruivano di intervento domiciliari (disabilità, non autosufficienza, demenze), 7.000 gli alunni con disabilità frequentanti le scuole, di questi almeno la metà con assistenza all’autonomia e comunicazione.
A partire da questa situazione il Gruppo Solidarietà di Ancona, con una lettera al presidente della giunta regionale Ceriscioli , chiede che sulla base della valutazione delle necessità delle persone, vengano assicurati in ogni territorio adeguati interventi e sostegni. Un percorso che, si ritiene, la regione Marche debba promuovere per evitare di lasciare sole le persone, evitando comportamenti rinunciatari da parte dei servizi territoriali.
Scrive il Gruppo : “Ciò che non appare sostenibile è la sospensione generalizzata dei servizi e dei sostegni che avrebbe effetti devastanti su persone che ne hanno assoluta necessità. In questo senso, anche con riferimento all’art. 48 del DL 14 del 17.3.2020, vi chiediamo di attivarvi nei confronti dei Comuni dei rispettivi Ambiti territoriali e dei Distretti sanitari perché siano messi in atto, non in forma discrezionale, interventi volti ad assicurare assistenza e cura alle persone che ne hanno bisogno e che lo chiedono. Ferma restando l’assicurazione agli operatori delle protezioni necessarie per svolgere il proprio lavoro in sicurezza”.
Un dramma nel dramma, e che si aggiunge ad un quadro emergenziale dell’intero territorio già in forte stress per la gestione della crisi sanitaria e il suo impatto sociale, economico ed anche psicologico dei residenti marchigiani. C’è da augurarsi, come molti cittadini e associazioni sperano, che passata la bufera Covid-19 verranno ripensate nelle Marche e in tutta Italia le modalità di gestione del sistema sociosanitario. Con un potenziamento dell’apparato pubblico soprattutto a favore delle categorie più svantaggiate e non un’ulteriore privatizzazione di servizi e strutture.