Ancona 2 aprile.- “Il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere regionale Mirko Carloni apparse oggi sulla stampa locale contengano numerose inesattezze, rivelando quanto chi lo ha ispirato non conosca in primis il nuovo Decreto “Cura Italia” e ancor più faccia fatica a districarsi su temi di carattere finanziario ed economico.” E’ quanto affermano i direttori generali di Coonfidicoop Marche, Emanuela D’Angelo e del Confidi UNICO, Paolo Mariani.
“Il Consigliere associa impropriamente la garanzia prestata dal Fondo Centrale di Garanzia, con il credito che gli Istituti di Credito e gli Intermediari Finanziari (Confidi) possono e debbono concedere. L’art.49, comma 1, lett. a del Decreto “Cura Italia2 sancisce che la garanzia del Fondo Centrale di Garanzia è concessa a titolo gratuito; a titolo gratuito è altresì offerto l’accesso alla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia da parte delle Banche e degli Intermediari finanziari (Confidi). Dove sono i maggiori costi?”
I direttori di Confidicoop Marche e Confidi Unico poi ricordano quanto previsto dal comma 9 dello stesso articolo 49 prevede : “il Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico possa, qualora necessario, prevedere ulteriori misure di sostegno finanziario alle imprese attraverso il rilascio di finanziamenti a tasso agevolato e di garanzie fino al 90% a favore delle imprese, tramite le Banche o gli Intermediari Finanziari (Confidi) che erogheranno nuovi finanziamenti agevolati alle imprese.” E sottolineano di conseguenza : ” Banca e Confidi effettuano l’analisi delle richieste di credito in contemporanea, raggiungendo la delibera sostanzialmente negli stessi tempi. Dov’è il ritardo?”
Emanuela D’Angelo e Paolo Mariani evidenziano inoltre come secondo loro “il massiccio utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia, passato da 4 miliardi del 2010 a 16 miliardi nel 2018 non ha portato a nessun incremento dei volumi di credito erogato alle imprese né ad un miglioramento delle condizioni economiche applicate alle stesse, come invece si vuol far intendere. Infatti, nello stesso lasso di tempo sopra citato, i volumi di credito erogati con garanzia (Confidi e Fondo Centrale di Garanzia) è passato da 24, 9 miliardi di euro a 22,4 miliardi di euro, con un decremento pertanto di 2,5 miliardi di euro. Non è sicuramente responsabilità del Confidi la non erogazione del credito; il Fondo Centrale di Garanzia è stato utilizzato strumentalmente ed esclusivamente dalle Banche al fine di garantirsi un minor impegno di patrimonio.”
I direttori dei due organismi di garanzia infine concludono, affermando che “in un momento di difficoltà come questo nel quale viviamo, i Confidi vigilati sono a disposizione delle imprese tutte, in particolare micro, piccola e media impresa ed assicurano il dovere-diritto di garanzia ed affiancamento tecnico per le loro esigenze e nel confronto con gli Istituti di Credito, garantendo ovviamente quanto previsto dal D.L. 18 marzo 2020, cioè l’accesso al credito agevolato. Dividere le forze di soggetti, ancor più in questa fase così grave per il paese e l’economia rinunciando ad alcune fra esse, in un momento nel quale dovremmo per altro essere tutti uniti, a parere di chi scrive, è inqualificabile ed oggettivamente dannoso.”