L’impatto economico del Covid19 e le risposte dell’UE (documento esclusivo)

Dall’ambasciatore Giorgio Girelli riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Note su Atti dell’Unione Europea – Servizio studi del Senato
L’EPIDEMIA COVID-19 E L’UNIONE EUROPEA
(Aggiornata al 1 giugno 2020)

La presente Nota illustra le risposte delle istituzioni dell’Unione europea (UE) all’epidemia di coronavirus attualmente in discussione, annunciate o in corso di elaborazione, con particolare riferimento alle misure finalizzate a controbilanciare gli effetti socio-economici della crisi e alla gestione delle frontiere. Nell’appendice finale, invece, sono elencate sinteticamente le misure già adottate dalle stesse istituzioni.
Dopo un box che illustra le stime dell’impatto economico della crisi, sono descritti gli interventi in corso di adozione da parte di Consiglio europeo (par. 1), Parlamento europeo (par. 3), Eurogruppo (par. 4), Consiglio dell’Unione (par. 5) e Autorità europee di vigilanza (par. 6).
Il paragrafo dedicato alla Commissione europea (par. 2) dà conto delle misure relative al settore bancario (par. 2.4); della normativa sugli aiuti di Stato (par. 2.5) e della gestione delle frontiere esterne (par. 2.6).
Si illustrano poi la situazione delle frontiere interne dello spazio Schengen (par. 7), l’attività dei Parlamenti nazionali (par. 8) e quella del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (par. 9).
La Nota si chiude con un’appendice, che elenca in maniera sintetica ma organica tutte le misure già adottate finora dalle istituzioni europee.
Rispetto alle edizioni precedenti1 la Nota è stata integrata con il pacchetto, adottato il 27 maggio dalla Commissione europea, che contiene le nuove proposte per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (par. 2.1), il programma di lavoro rivisto della Commissione (par. 2.2) e la Comunicazione sulla ripresa (par. 2.3).
1 La Nota è stata pubblicata per la prima volta il 24 marzo (Nota UE n. 44) e successivamente aggiornata, con cadenza settimanale, con l’evoluzione della situazione al 27 marzo (Nota UE n. 44\1), al 3 aprile (Nota UE n. 44/2), al 10 aprile (Nota UE n. 44/3), al 17 aprile (Nota UE n. 44/4), al 24 aprile (Nota UE n. 44/5), al 30 aprile (Nota UE n. 44/6), all’11 maggio 2020 (Nota UE n. 44/7) e al 19 maggio 2020 (Nota UE n. 44/8).
Servizio studi del Senato
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La stima dell’impatto economico della crisi a livello europeo e mondiale
Dopo il contenuto shock iniziale dovuto alla contrazione dell’economia cinese, gli effetti economici della crisi si sono manifestati nella loro interezza nel primo trimestre del 2020 sia dal lato dell’offerta – a causa delle restrizioni alle attività produttive e commerciali e alla conseguente interruzione delle catene di approvvigionamento – sia dal lato della domanda – a causa della riduzione dei redditi da lavoro e all’interruzione dei programmi di investimento causata dal peggioramento delle aspettative, dal generale clima di incertezza e dalla crisi di liquidità del sistema economico. Molte di queste difficoltà caratterizzeranno il sistema economico a lungo anche durante le varie fasi di ripresa delle attività, soprattutto in conseguenza del costoso adattamento della produzione e del commercio alle nuove misure di sicurezza. L’intervento pubblico a sostegno del reddito delle famiglie e delle condizioni finanziarie delle imprese rischia a sua volta di porre in crisi la finanza pubblica di tutti i paesi, con disavanzo e debito pubblico in forte aumento
Secondo le Previsioni economiche di primavera 2020 della Commissione europea (Spring 2020 Economic Forecasts) pubblicate il 7 maggio, l’economia dell’area euro si contrarrà nel 2020 in misura record pari a circa il 7,7% per poi crescere di circa il 6,3% nel 2021. Analogamente, l’economia dell’Unione europea (UE) è prevista contrarsi del 7,4% nel 2020 e poi crescere a un tasso del 6,1% nel 2021. Per l’Italia è previsto uno dei peggiori risultati dell’UE: una contrazione del 9,5% nel 2020 e un parziale recupero del 6,5% nel 2021. Le proiezioni di crescita dell’UE sono state riviste al ribasso di circa 9 punti percentuali (p.p.) rispetto a quelle delle Previsioni economiche d’autunno 2019 (Autumn 2019 Economic Forecasts). Lo shock all’economia dell’UE è simmetrico in quanto la pandemia ha colpito tutti gli Stati membri, ma sia la contrazione della produzione nel 2020, sia la forza della ripresa nel 2021, si prospettano molto diversi da un paese all’altro. La ripresa economica di ogni Stato membro dipenderà non soltanto dall’evoluzione della pandemia in quel paese, ma anche dalla propria struttura economica e dalla propria capacità di rispondere mediante l’adozione di politiche di stabilizzazione. Data l’interdipendenza delle economie dell’UE, la dinamica della ripresa in ogni Stato membro influenzerà anche la forza della ripresa negli altri.
Sebbene le misure di breve periodo adottate per sostenere e sussidiare i lavoratori e le imprese dovrebbe aiutare a contenere la perdita di posti di lavoro, la pandemia avrà un impatto rilevante sul mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione dell’area euro è previsto crescere dal 7,5% nell’anno 2019 al 9,6% nel 2020 prima di ridursi nuovamente all’8,6% nel 2021. Nell’UE, il tasso di disoccupazione è previsto crescere dal 6,7% nel 2019 al 9% nel 2020, per poi ridursi all’7,9% nel 2021. Alcuni Stati membri vedranno i propri tassi di disoccupazione crescere più di altri, in particolare laddove si registrano più elevate proporzioni dei contratti di lavoro a breve termine e degli occupati nel settore del turismo. In Italia, il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare dal 10% del 2019 all’11,8% del 2020 per poi ridursi nuovamente al 10,7 del 2021.
La pandemia ha colpito molto pesantemente la spesa per consumi, la produzione industriale, gli investimenti, il commercio, i flussi di capitale e le catene di fornitura. L’atteso, progressivo, allentamento delle misure di contenimento dovrebbe consentire l’avvio della ripresa. Tuttavia, l’economia UE non riuscirà probabilmente a recuperare completamente nel 2021 le perdite che soffrirà nel 2020. In particolare gli investimenti e il mercato del lavoro non si saranno completamente ripresi, secondo le previsioni della Commissione, entro la fine del 2021. La continuativa efficacia delle misure adottate dall’UE e dai singoli Stati membri per rispondere
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alla crisi rivestirà un ruolo cruciale nel limitare il danno economico e facilitare una veloce e robusta ripresa che ponga nuovamente le economie su un sentiero di crescita sostenibile e inclusiva.
Quanto alla finanza pubblica, le misure adottate in risposta alla pandemia dovrebbero accrescere il debito e il deficit pubblico. Gli Stati membri hanno reagito in maniera decisa con interventi di politica di bilancio per limitare le conseguenze economiche della pandemia. I c.d. stabilizzatori automatici, quali i pagamenti delle prestazioni previdenziali e assistenziali, combinati con le misure di natura discrezionale, produrranno un incremento della spesa pubblica. Ne deriva una proiezione di incremento del deficit pubblico dell’area euro dallo 0,6% del PIL nell’anno 2019 a circa l’8,5% nel 2020. In UE il deficit dovrebbe aumentare dallo 0,6% del PIL nel 2019 all’8,3% nel 2020 e poi ridursi al 3,6% nel 2021. È prevista successivamente una riduzione al 3,5% nel 2021. Per l’Italia, la stima di deficit balza all’11,1% nel 2020 per poi ridursi al 5,6% nel 2021.
Il rapporto tra debito pubblico e PIL, in discesa dal 2014, dovrebbe ricominciare a crescere. Nell’area euro, il rapporto debito/PIL è atteso in aumento dall’86% nell’anno 2019 al 102,7% nel 2020, per poi ridursi al 98,8% nel 2021. Nell’UE, il rapporto è previsto aumentare dal 79,4% del 2019 al 95,1% nel 2020, per poi ridursi al 92% nel 2021. Il Italia il debito pubblico è previsto crescere dal 134,8% del PIL nel 2019 al 158,9% nel 2020 e quindi ridursi al 153,6 nel 2021.
I Servizi della Commissione europea avvertono che le previsioni di questa primavera sono caratterizzate da un livello di incertezza molto più elevato rispetto al passato e sono basate su un preciso insieme di ipotesi riguardanti l’evoluzione della pandemia e le relative misure di contenimento. Lo scenario di base, in particolare, assume che le misure di contenimento più restrittivo (c.d. lockdown) siano gradualmente allentate dal mese di maggio in poi. È molto alto il rischio che le previsioni siano troppo ottimistiche.
Secondo i Servizi della Commissione, inoltre, in mancanza di una robusta e tempestiva strategia per la ripresa comune al livello UE, esiste il rischio che la crisi possa condurre a severe distorsioni all’interno del Mercato Unico e a profonde divergenze di natura economica, finanziaria e sociale tra gli Stati membri dell’area euro. Appare evidente anche il rischio che la pandemia possa scatenare dei drastici e permanenti cambiamenti di atteggiamento nei confronti delle catene globali del valore e della cooperazione internazionale, i quali a loro volta potrebbero influire in misura rilevante sull’economia europea, caratterizzata da un elevato grado di apertura e di interconnessione. La pandemia potrebbe inoltre lasciare segni permanenti attraverso diffusi fallimenti aziendali e danni di lunga durata nel mercato del lavoro. La minaccia relativa all’introduzione di tariffe commerciali al termine del periodo di transizione tra l’UE e il Regno Unito potrebbe inoltre rallentare la crescita, sebbene in misura minore nell’UE rispetto al Regno Unito.
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Secondo il Bollettino economico della BCE del 14 maggio 2020, l’area dell’euro sta affrontando una contrazione economica che per entità e rapidità non ha precedenti in tempi di pace. Le misure adottate per il contenimento della diffusione del coronavirus hanno provocato un arresto di gran parte dell’attività economica in tutti paesi dell’area dell’euro e su scala mondiale. Gli indicatori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese segnano un drastico calo, che suggerisce una netta contrazione della crescita economica e un forte deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro. Data l’elevata incertezza sulle dimensioni finali effettive delle ricadute economiche, gli scenari di crescita elaborati dagli esperti della BCE indicano che quest’anno il PIL dell’area dell’euro potrebbe far registrare una caduta tra il 5 e il 12%, su cui incideranno in modo decisivo la durata delle misure di contenimento e il buon esito delle politiche di attenuazione delle conseguenze economiche per imprese e lavoratori. Questi scenari prevedono che, con la graduale rimozione delle misure di contenimento, si verificherà una ripresa dell’attività economica, la cui rapidità e portata restano tuttavia fortemente incerte. Nel primo trimestre del 2020, interessato solo in parte dalla diffusione del virus, il PIL in termini reali dell’area dell’euro è diminuito del 3,8% sul periodo precedente, per effetto delle misure di chiusura (lockdown) messe in atto nelle ultime settimane del trimestre. Il brusco ripiegamento dell’attività economica ad aprile suggerisce che tale effetto sarà probabilmente persino più grave nel secondo trimestre.
Secondo la stima rapida dell’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sull’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è scesa dallo 0,7% di marzo
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allo 0,4% ad aprile, principalmente per effetto della diminuzione dei prezzi dell’energia, ma anche della lieve flessione dell’indice al netto dei beni energetici e alimentari. Tenuto conto del brusco calo dei prezzi correnti del petrolio e dei relativi contratti future, è probabile che l’inflazione complessiva registri un’ulteriore considerevole riduzione nei prossimi mesi. La forte flessione dell’attività economica dovrebbe esercitare effetti negativi sull’inflazione di fondo nei mesi a venire.
Le stime aggregate possono nascondere la reale disomogeneità territoriale dell’impatto economico della crisi. Nel documento dei servizi della Commissione europea che accompagna la nuova proposta della Commissione sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (si veda il paragrafo 4) si forniscono delle stime sull’impatto territoriale della crisi, riassunte nel seguente grafico.
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1. Consiglio europeo
Il Consiglio europeo, organo politico di vertice dell’UE che riunisce i capi di Stato e di Governo dei paesi membri, ha seguito l’evolversi dell’epidemia con incontri effettuati da remoto in video conferenza il 10 marzo, il 17 marzo ed il 26 marzo 2020.
Il 23 aprile si è tenuta una nuova riunione, sempre con la formula della video conferenza, durante la quale sono stati approvati:
1) il mandato alla Commissione europea per la presentazione urgente della proposta per l’istituzione di un Recovery fund. Non si è registrato consenso sulle modalità di finanziamento dello strumento: si è rinviato infatti alla proposta della Commissione per “chiarire il nesso con il QFP”. Per dettagli sul dibattito sviluppatosi tra gli Stati membri e sui contributi presentati in questo contesto, si rinvia alla Nota UE n. 44/7);
2) l’accordo, già raggiunto in Eurogruppo il 9 aprile scorso, sull’istituzione di tre reti di sicurezza:
 per emittenti sovrani, tramite uno strumento di sostegno basato sull’esistente linea di credito soggetta a condizioni rafforzate attivabile dal Meccanismo europeo di stabilità (MES);
 per imprese private, con l’attivazione del Fondo di garanzia pan-europea della BEI;
 per la tutela dell’occupazione con il Fondo europeo di sostegno a strumenti nazionali per la lotta alla disoccupazione (SURE)2.
Sono stati, inoltre, accolti con favore la tabella di marcia sulla revoca graduale e coordinata delle misure restrittive per combattere la pandemia e la tabella di marcia comune per la ripresa.
La prossima convocazione del Consiglio europeo è prevista per il 18 e 19 giugno. Non è ancora stato diramato un ordine del giorno ufficiale ma è probabile che si discuta del nuovo quadro finanziario pluriennale, sulla base delle proposte che la Commissione europea dovrebbe presentare a breve (si veda, per maggiori dettagli, il paragrafo dedicato). E’ altresì possibile, vista l’importanza dell’argomento, che in quell’occasione il Consiglio europeo sia convocato “fisicamente”.
2. Commissione europea
L’impatto della pandemia ha inciso sensibilmente sulla programmazione dei lavori della Commissione europea, che ha istituito un team di risposta al Covid-19 a livello politico, adottato una serie di iniziative e posticipato la presentazione di altre già preannunciate nel proprio programma annuale.
Il 13 maggio la Commissione europea ha presentato linee guida e raccomandazioni per il turismo e i trasporti al fine di aiutare gli Stati membri a eliminare gradualmente le restrizioni di viaggio e consentire la riapertura delle imprese turistiche nel rispetto delle necessarie precauzioni sanitarie.
Il pacchetto comprende:
 una strategia complessiva sul turismo e i trasporti nel 2020 e oltre;
2 Per dettagli sulla proposta relativa a SURE, si rinvia alla Nota UE n. 48 del Servizio studi del Senato della Repubblica.
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 un approccio comune per il ripristino della libera circolazione e l’eliminazione delle restrizioni alle frontiere interne dell’UE in modo graduale e coordinato (su cui vd. infra il paragrafo relativo alla reintroduzione dei controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen);
 orientamenti relativi al ripristino graduale dei servizi di trasporto e della connettività;
 una raccomandazione relativa ai buoni offerti a passeggeri e viaggiatori come alternativa al rimborso per pacchetti turistici e servizi di trasporto annullati nel contesto della pandemia di Covid-19;
 orientamenti per il progressivo ripristino dei servizi turistici e la definizione di protocolli sanitari nelle strutture ricettive.
Gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, hanno inoltre concordato gli orientamenti per l’interoperabilità transfrontaliera delle applicazioni di tracciamento nell’UE. Sono indicati come requisiti essenziali delle applicazioni: volontarietà, trasparenza, carattere temporaneo, cyber security, uso di dati anonimizzati e della tecnologia Bluetooth, interoperabilità transfrontaliera e fra sistemi operativi3.
Il 20 maggio la Commissione europea ha adottato una “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 per riportare la natura nella nostra vita” e la “Strategia ‘dal produttore al consumatore’ per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”. La Commissione evidenzia come la crisi Covid-19 abbia dimostrato quanto la crescente perdita di biodiversità ci renda vulnerabili e come il buon funzionamento del sistema alimentare sia essenziale per la nostra società. Entrambe le strategie propongono azioni e impegni da parte dell’UE volte ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa e nel mondo e passare a un sistema alimentare dell’UE caratterizzato dalla sostenibilità.
Il 20 maggio la Commissione ha inoltre presentato il pacchetto di primavera del semestre europeo (vedi in particolare la comunicazione sulle raccomandazioni specifiche per Paese e la raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2020 dell’Italia). Le raccomandazioni si articolano intorno a due obiettivi principali:
 a breve termine, attenuare le gravi conseguenze socioeconomiche negative della pandemia di Covid-19;
 a breve-medio termine, realizzare una crescita sostenibile e inclusiva che favorisca la transizione verde e la trasformazione digitale.
La Commissione ha chiesto al Consiglio di approvare al più presto le raccomandazioni.
Per gli orientamenti e le tabelle di marcia – finalizzati ad assicurare una gestione coerente della pandemia ad opera degli Stati membri – pubblicati a più riprese nelle scorse settimane, oltre che per dettagli sul rinvio delle scadenze amministrative derivanti dal diritto dell’Unione, si rimanda alle precedenti edizioni della presente Nota.
A seguito del mandato ricevuto dal Consiglio europeo del 23 aprile, il 27 maggio la Commissione europea ha da ultimo presentato proposte per l’adattamento del Quadro
3 Per approfondimenti vd. la Nota UE N. 47/1 “L’uso di applicazioni mobili di tracciamento in risposta alla pandemia di Covid-19”, il Dossier n. 242 Misure urgenti in materia di intercettazioni, di ordinamento penitenziario, di giustizia civile, penale, amministrativa e contabile e per l’introduzione del sistema di allerta Covid-19 e il Dossier n. 242/1 Tracciamento di contatti. Elementi di documentazione (aggiornato al 4 maggio 2020).
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finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alle esigenze della ripresa dalla crisi socio-economica post-pandemia Covid-19.
L’architettura generale dell’intervento della Commissione è contenuta nei seguenti documenti, illustrati nei paragrafi successivi:
1) la Comunicazione “Il bilancio dell’UE come motore del piano per la ripresa europea ” (COM(2020) 442);
2) un programma di lavoro per il 2020 adattato alla situazione di crisi generata dalla pandemia, che darà la priorità alle azioni necessarie per promuovere la ripresa e il rilancio dell’economia europea (COM(2020) 440);
3) la Comunicazione “Il momento dell’Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione” (COM(2020) 456).
2.1 Il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027
Le proposte di revisione del Quadro finanziario pluriennale4 si articolano attorno a:
1) un quadro finanziario pluriennale rinforzato per il periodo 2021-2027, con una dotazione in impegni di spesa – a prezzi 2018 – di 1.100 miliardi di euro. E’ prevista la creazione di nuovi strumenti ed il potenziamento di programmi chiave per rendere disponibili i fondi lì dove vi è maggiore necessità (COM(2020) 443).
 Sono state altresì presentate alcune proposte di emendamento del QFP corrente 2014-2020 per mettere a disposizione già per l’anno 2020 11,5 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi (COM(2020 446);
2) Next generation EU, nuovo strumento europeo per la ripresa, tramite il quale la Commissione europea prevede di incrementare il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro (COM(2020) 441).
La ratio dell’intervento è quella di sfruttare appieno il potenziale del bilancio dell’Unione per mobilizzare gli investimenti, concentrando il sostegno finanziario nei primi, cruciali anni della ripresa (front-loading).
Si ricorda che dopo la presentazione, a maggio 2018 da parte della Commissione Juncker, delle proposte per il nuovo QFP 2021-2027, le negoziazioni sono proseguite a rilento. Successive negotiating box, predisposte prima dalle Presidenze di turno del Consiglio dell’Unione (romena, poi finlandese) e quindi dal Presidente del Consiglio europeo Michel, non hanno consentito il raggiungimento di un accordo.
Delle proposte già elaborate nel maggio 2018 è stato confermato, in linea di massima, l’impianto complessivo, con particolare riferimento al rigoroso orientamento alle priorità dell’Unione. In particolare, la duplice transizione verde e digitale è un costante punto di riferimento, al rispetto del quale sono legati i finanziamenti disponibili.
4 Per dettagli sulle proposte relative al Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e sull’evoluzione del negoziato per l loro approvazione si rinvia ai Dossier del Servizio studi del Senato: “Il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Le proposte originarie della Commissione europea” (78/DE) e “Il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. I negoziati dopo la riunione del Consiglio europeo straordinario del 20 febbraio 2020” (79\1 DE).
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2.1.1 Next generation EU, nuovo strumento europeo per la ripresa
Next generation EU sarà uno strumento di natura emergenziale, durata temporanea, valenza una tantum ed utilizzabile esclusivamente ai fini della risposta alla crisi e delle misure per la ripresa (COM(2020) 441)5. Sarà finanziato fino ad un importo di 750 miliardi di euro sulla base del potere – conferito alla Commissione europea dalla nuova proposta di decisione sulle risorse proprie (COM(2020) 455) – di contrarre per conto dell’Unione prestiti sui mercati dei capitali. Di tale cifra, 500 miliardi saranno destinati a sovvenzioni mentre i restanti 250 miliardi saranno messi a disposizione degli Stati sotto forma di prestiti, da restituire tra il 2028 ed il 2058. I finanziamenti così ottenuti sfrutteranno l’ottimo rating di credito della Commissione e verranno convogliati, attraverso programmi europei, agli Stati membri, che potranno usarli entro il 31 dicembre 2024 per sostenere priorità di investimento e di riforma e rafforzare programmi finanziari essenziali per la ripresa.
La Commissione preannuncia la propria intenzione di emettere obbligazioni con scadenze differenziate sui mercati di capitali tramite una strategia di finanziamento diversificata. La raccolta di fondi sul mercato – si argomenta – sarà strumentale a diluire nel tempo i costi del finanziamento, cosicché gli Stati membri non debbano versare contributi addizionali ingenti al bilancio dell’Unione nel periodo 2021-2027. Si segnala peraltro la disposizione (nuovo articolo 6, par. 4, della decisione sulle risorse proprie) in virtù della quale “qualora gli stanziamenti autorizzati iscritti nel bilancio non permettano all’Unione di far fronte agli obblighi risultanti dall’assunzione di prestiti (…), gli Stati membri mettono a disposizione della Commissione le risorse necessarie a tal fine”.
I fondi presi a prestito andranno ad aggiungersi agli stanziamenti autorizzati nel bilancio dell’Unione e saranno quindi al di fuori dei massimali di spesa del quadro finanziario pluriennale. Essi saranno indicati distintamente nel bilancio per illustrare il loro carattere temporaneo ed eccezionale oltre che per garantire la piena trasparenza.
2.1.2. Adeguamento del Quadro finanziario pluriennale
Il pacchetto di modifica del quadro finanziario pluriennale si sviluppa attraverso tre pilastri:
1) sostegno alla ripresa e alle riforme degli Stati membri, soprattutto a quelli più colpiti dalla crisi, tramite:
– un nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza (COM(2020) 408), ideato specificamente per finanziare investimenti e riforme che aumentino la resilienza delle economie dell’UE e promuovano una crescita sostenibile. Si propone una dotazione di 560 miliardi di euro, 310 dei quali per sovvenzioni e 250 per presiti. Il dispositivo sarà strettamente integrato con il semestre europeo mediante l’inserimento, nei Programmi nazionali di riforma, di specifici “piani nazionali per la ripresa e la resilienza” che specifichino le priorità di investimento e riforma ed i pacchetti da finanziare. I fondi saranno disponibili in successive tranche, previa valutazione dei progressi effettuati e sulla base di parametri pre-definiti.
Il contributo massimo disponibile per ogni Stato membro è calcolato tenendo conto della popolazione, del tasso medio di disoccupazione rispetto alla media europea e
5 Non graveranno sullo strumento i costi dell’assistenza tecnica e amministrativa (le attività di preparazione, monitoraggio, controllo, audit, valutazione e simili), finanziati dal bilancio UE.
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del PIL. Sulla base di questi criteri, il contributo di cui l’Italia potrebbe usufruire arriva fino al 20,45 per cento delle risorse, ovvero 68,4 miliardi;
– la nuova iniziativa (REACT-EU, COM(2020) 451) che fornirebbe, principalmente a titolo di sovvenzione, 55 miliardi di euro di finanziamenti addizionali per la politica di coesione tra il periodo attuale ed il 2022. Di tale cifra, 5 miliardi sarebbero disponibili già nel 2020 tramite un adattamento del QFP in corso. Le risorse saranno distribuite tra gli Stati membri sulla base della severità dell’impatto sociale ed economico della crisi, tenendo conto del livello di disoccupazione giovanile e della prosperità relativa degli Stati membri;
– la revisione dei futuri programmi di coesione per renderli più flessibili e coerenti con le priorità di ripresa (COM(2020) 450), ad esempio investendo nella resilienza dei sistemi sanitari nazionali; in settori quali cultura e turismo; nel sostegno alle piccole e medie imprese; nell’occupazione giovanile6; nell’istruzione e le competenze; nelle misure contro la povertà infantile. I nuovi programmi di coesione, che partiranno il 1° gennaio 2021, opereranno in parallelo con l’assegnazione di fondi aggiuntivi ai programmi attuali fino alla fine del 2022;
– il rafforzamento del meccanismo per una transizione giusta con un finanziamento ulteriore di 30 miliardi di euro (COM(2020) 460) per alleviare l’impatto socio-economico della transizione verso la neutralità climatica nelle regioni maggiormente interessate. Sarebbero altresì aumentate di 15 miliardi di euro le risorse a disposizione del fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR) per fornire sostegno agli agricoltori ed alle aree rurali nei cambiamenti strutturali che si renderanno necessari per l’attuazione del green deal europeo.
2) misure di stimolo agli investimenti privati e di sostegno alle imprese in difficoltà:
– un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità per sostegno urgente a imprese altrimenti sane ma con problemi di solvibilità e liquidità (COM(2020) 404). Si tratterà di uno strumento temporaneo, finalizzato ad affrontare il solo impatto economico della pandemia, auspicabilmente già operativo nel 2020 all’interno del FEIS. Con una dotazione di 31 miliardi di euro (5 dei quali nell’attuale quadro finanziario del 2020), si prevede di fornire tramite il bilancio dell’Unione una garanzia pari a circa 75 miliardi di euro al Gruppo BEI al fine di mobilitare capitali privati. Si procederà inoltre a un aumento di capitale del FEIS pari a 1,5 miliardi di euro per sostenere piccole e medie imprese;
– il potenziamento di InvestEu con 15,3 miliardi di euro supplementari al fine di promuovere investimenti nel settore privato. Ispirato alla precedente esperienza del FEIS (a cui dovrebbe subentrare), InvestEu si propone di utilizzare, in collaborazione principalmente con il gruppo BEI, la garanzia del bilancio dell’Unione per attirare altri investitori in quattro settori principali: infrastrutture sostenibili; ricerca, innovazione e digitalizzazione; piccole e medie imprese; investimento sociale e competenze (COM(2020) 403);
– la creazione di un nuovo dispositivo per gli investimenti strategici quale ulteriore settore di operatività per InvestEu. Avrà una dotazione pari a 15 miliardi di euro, che permetterà di fornire garanzia sul bilancio UE per 31,5 miliardi. Sarà
6 La proposta di revisione del Fondo sociale europeo + (COM(2020) 447) prevede che gli Stati membri con livelli di disoccupazione giovanile sopra la media UE dedichino almeno il 15 per cento delle risorse a gestione concorrente a favore dei giovani e che almeno il 5 per cento delle spese totali sia destinata ad alleviare la povertà minorile
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finalizzato all’investimento in catene di valore strategiche per la futura resilienza ed autonomia dell’Europa, ad esempio nella sanità intelligente, nell’Internet delle cose industriale, nell’industria a basse emissioni di CO2 e nella cibersicurezza.
3) rafforzamento di programmi strategici dell’Unione con:
– il nuovo programma “UE per la salute” (“Eu4Health”, COM(2020) 405), operativo dal 1° gennaio 2021, per contribuire a dotare l’Unione delle capacità critiche per reagire a future crisi sanitarie rapidamente e con la necessaria intensità. Riguarderà anche le malattie non trasmissibili; sarà autonomo, con una dotazione di 9,4 miliardi di euro, e opererà tramite sovvenzioni ed appalti. Sarà articolato in due componenti:
 sicurezza sanitaria e preparazione alle crisi;
 visione di lungo termine tramite una migliore prevenzione e sorveglianza delle malattie, la promozione della salute, la diagnosi, le cure e la collaborazione transfrontaliera;
– l’espansione e il rafforzamento del meccanismo di protezione civile dell’Unione e della sua riserva strategica (rescEU), con un finanziamento aggiuntivo di 2 miliardi di euro utilizzabili nella forma di sovvenzioni o appalti per infrastrutture di risposta ad emergenze, capacità di trasporto e infrastrutture logistiche;
– il rifinanziamento di Orizzonte Europa fino a 94,4 miliardi di euro per aumentare il finanziamento della ricerca nei settori della salute, del clima e dell’innovazione (COM(2020) 459);
– il rafforzamento, rispetto ai livelli sinora oggetto di negoziato, di altri programmi pre-esistenti per rendere il futuro QFP coerente con i bisogni di ripresa e, nel suo insieme, più flessibile e reattivo. Tra questi si citano lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (COM(2020) 459), lo strumento per gli aiuti umanitari e – fuori dai finanziamenti di Next Generation EU – Europa digitale, Europa creativa, il meccanismo per collegare l’Europa, Erasmus +, i Fondi asilo e migrazione e per la gestione integrata delle frontiere, il Fondo europeo per la difesa e gli strumenti di flessibilità ed emergenza.
E’ altresì prevista (COM(2020) 409) la creazione, quale programma autonomo, di uno Strumento di sostegno tecnico a disposizione degli Stati membri per un’assistenza personalizzata per lo sviluppo e l’attuazione di riforme.
2.1.3 Risorse proprie
Al fine di finanziare lo strumento per la ripresa, la Commissione ipotizza (COM(2020) 455) un aumento, eccezionale e temporaneo, dei massimali delle risorse proprie per impegni e pagamenti pari allo 0,6 per cento del reddito nazionale lordo dell’UE, raggiungendo la soglia del 2 per cento. L’espansione dei massimali sarà utilizzata al solo scopo di affrontare i bisogni generati dalla crisi Covid 19 e limitata al periodo di tempo necessario a coprire le relative passività. L’uso che verrà fatto di questa dotazione supplementare diminuirà col venir meno degli obblighi finanziari, fino a decadere una volta che saranno stati rimborsati tutti i prestiti contratti, al più tardi entro il 31 dicembre 2058.
Si ricorda che la decisione sulle risorse proprie richiede una procedura legislativa speciale fissata dall’art. 311 del TFUE, in base alla quale il Consiglio delibera all’unanimità previa
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consultazione del Parlamento europeo, e la decisione entra in vigore solo dopo l’approvazione degli Stati membri in conformità alle rispettive norme costituzionali
In un’ottica contabile, tutti i flussi di entrate e di pagamenti derivanti da Next Generation EU si aggiungeranno agli stanziamenti assegnati durante la procedura annuale di bilancio e non incideranno sul saldo. Tali flussi, compresi gli interessi pagati, saranno indicati separatamente nel bilancio stesso.
Nel più lungo periodo, la Commissione europea preannuncia la presentazione di proposte per l’introduzione di nuove risorse proprie. Queste potrebbero contribuire a finanziare il rimborso e gli interessi del finanziamento raccolto sul mercato e, se introdotte entro il 2024, potrebbero portare i contributi nazionali degli Stati membri al QFP 2021-2027 ad un livello inferiore, in percentuale della loro economia, a quanto versato nel 2020. Tra le ipotesi allo studio vi sono risorse proprie basate su:
1) i rifiuti non riciclati di imballaggi di plastica;
2) il sistema per lo scambio di quote di emissioni (che, secondo stime della Commissione, potrebbe generare entrate per circa 10 miliardi di euro) o il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera per evitare la rilocalizzazione delle emissioni (proventi previsti: tra 5 e 14 miliardi a seconda della portata e della progettazione);
3) le operazioni delle imprese nel mercato unico, passibili di generare entrate per circa 10 miliardi di euro all’anno;
4) la tassazione dell’economia digitale. Se applicata a società con un fatturato superiore a 750 milioni di euro, potrebbe generare fino a 1,3 miliardi l’anno.
La Commissione afferma la propria convinzione che l’eliminazione delle correzioni nazionali (“rebate”) renderebbe il QFP più equilibrato. In considerazione, però, dell’impatto della crisi Covid-19, se ne propone un’eliminazione graduale nel corso di un periodo esteso.
Dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE, godono di correzioni esplicite sul lato introiti del bilancio europeo Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia.
2.1.4. Prospettive di negoziato
Nella Comunicazione “Il bilancio dell’UE come motore del piano per la ripresa europea ” (COM(2020) 442) la Commissione europea sollecita Consiglio europeo e co-legislatori ad un esame celere delle proposte relative al QFP, nell’auspicio di raggiungere un accordo politico in sede di Consiglio europeo entro luglio. Al fine di facilitare tale accordo il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel dovrebbe avviare un ciclo di consultazioni con i leader degli Stati membri.
Rimane da verificare l’accoglienza che alla proposta riserveranno i cosiddetti “paesi frugali”, che si sono fatti portavoce dell’opportunità di rispondere alla crisi non tramite finanziamenti a fondo perduto ma piuttosto tramite prestiti a condizioni favorevoli.
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2.2 Programma di lavoro
Il 27 maggio la Commissione ha presentato una revisione del programma di lavoro 2020, in cui indica gli interventi prioritari per incoraggiare la ripresa e contribuire alla resilienza dell’Europa. L’allegato I del programma di lavoro, che contiene l’elenco degli obiettivi strategici, è stato aggiornato di conseguenza.
La Commissione evidenzia come, dall’inizio della crisi alla data di pubblicazione del documento, siano state adottate 291 decisioni e altri atti, la maggior parte dei quali non erano previsti o inclusi nel programma di lavoro per il 2020 (fra questi, la messa a disposizione di fondi dal bilancio dell’UE, la costituzione di una scorta strategica di attrezzature mediche, il ricorso alla flessibilità delle norme di bilancio e degli aiuti di Stato, la creazione dello strumento SURE, le decisioni sulle importazioni di beni essenziali in esenzione da dazi doganali, le proposte in materia di trasporti, commercio e sostegno ai paesi partner, le linee guida sulla gestione delle frontiere e sui diritti dei passeggeri, la tabella di marcia per la revoca graduale delle misure di contenimento).
Il programma rivisto mantiene validi gli orientamenti politici stabiliti dalla Commissione all’inizio del suo mandato e le priorità del programma di lavoro per il 2020 adottato a gennaio7, in particolare le iniziative relative al Green Deal europeo e alla strategia digitale, giudicate fondamentali per rilanciare l’economia europea e costruire un’Europa più resiliente, sostenibile, equa e prospera.
La Commissione dichiara che gli impegni già assunti verranno rispettati, ma a causa della natura e della portata della crisi sarà necessario rivedere i tempi di alcune delle azioni proposte. Allo stesso tempo, la ripresa richiederà nuovi investimenti, come delineato in maggior dettaglio nella comunicazione sul piano per la ripresa dell’Europa. Il 27 maggio la Commissione europea ha infatti presentato, contestualmente al programma di lavoro rivisto, la comunicazione “Il momento dell’Europa: riparare e preparare per la prossima generazione” e il bilancio a lungo termine dell’UE per il 2021-2027 rinnovato, che comprende il nuovo strumento per la ripres Next Generation EU (per approfondimenti si rimanda ai relativi paragrafi all’interno della presente Nota).
Le iniziative ritenute essenziali per la ripresa, e che saranno adottate come inizialmente previsto nel programma di lavoro della Commissione, includono:
 la Strategia per l’integrazione settoriale intelligente (carattere non legislativo, 2° trimestre 2020);
 la Strategia per le ristrutturazioni (carattere non legislativo, 3° trimestre 2020);
 la Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente (carattere non legislativo, 4° trimestre 2020);
 la legge sui servizi digitali (carattere legislativo, con una valutazione d’impatto, articolo 114 TFUE, 4° trimestre 2020);
 il rafforzamento della garanzia per i giovani (carattere non legislativo, 2° trimestre 2020);
7 Per dettagli sul programma della Commissione europea relativo all’anno 2020, presentato a gennaio, si rinvia al Dossier n.76/DE, “Il programma dell’Unione europea per il 2020”, realizzato dal Servizio Studi del Senato e dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.
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 il Libro bianco su uno strumento relativo alle sovvenzioni estere (carattere non legislativo, 2° trimestre 2020).
Una serie di importanti iniziative, che sono state rimandate a causa della pandemia, saranno adottate il più rapidamente possibile, fra queste:
 il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo e le relative proposte legislative (carattere non legislativo e legislativo, articoli 78 e 79 TFUE, rinviati al 2° trimestre 2020);
 l’aggiornamento dell’Agenda per le competenze per l’Europa (carattere non legislativo, rinviato al 3° trimestre 2020);
 la comunicazione “Legiferare meglio” (carattere non legislativo, rinviata al 4° trimestre 2020);
 la relazione annuale sulle prospettive strategiche 2020 (carattere non legislativo, rinviata al 3° trimestre 2020) che, secondo quanto previsto nel piano europeo per la ripresa, dovrebbe prestare particolare attenzione alla necessità per l’UE e i suoi Stati membri di sviluppare la propria resilienza agli shock sistemici presenti e futuri, come la crisi della Covid-19.
La Commissione si è impegnata ad adottare ulteriori proposte entro l’anno o all’inizio del prossimo, così da avere più tempo per svolgere le dovute consultazioni e garantire il rispetto dei principi della better regulation. Sta inoltre istituendo la piattaforma Fit for future, per coinvolgere le parti interessate e tutti i livelli di governo nella semplificazione e modernizzazione della legislazione dell’UE.
Nuove proposte verranno menzionate nella Lettera di intenti della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio in occasione del discorso sullo stato dell’Unione che la Presidente Ursula von der Leyen pronuncerà in settembre; le proposte dovrebbero poi divenire parte integrante del programma completo di lavoro della Commissione per il 2021, che sarà adottato a ottobre 2020.
2.3 Comunicazione sulla ripresa
Nella Comunicazione “Il momento dell’Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione” (COM(2020) 456) la Commissione illustra i passi che ritiene necessari per far ripartire l’economia, mettendo in luce che “le scelte che facciamo oggi definiranno il futuro della prossima generazione”.
Si osserva preliminarmente la peculiarità della crisi, che è destinata a colpire in particolare i paesi e le regioni le cui economie dipendono dai servizi a diretto contatto col cliente, dalle esportazioni o da un numero elevato di piccole imprese. Tale circostanza, assieme alle diverse capacità degli Stati membri di sostenere i propri lavoratori, rischia di determinare una ripresa squilibrata, di creare una disparità di condizioni e di accentuare le differenze, evidenziando inoltre la necessità e il valore di una risposta a livello europeo.
La Commissione europea riporta la previsione secondo la quale l’economia dell’UE dovrebbe registrare una contrazione di oltre il 7 per cento nel 2020, senza considerare le conseguenze di una possibile seconda ondata dell’epidemia.
Stima inoltre che nel 2021 e nel 2022 sarà necessaria una spesa pubblica e privata supplementare di almeno 1 500 miliardi di euro per riavviare l’Europa su un percorso di
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ripresa sostenibile. Se ne desume l’esigenza urgente di realizzare investimenti massicci, compresi pubblici e privati, a livello nazionale.
La Commissione europea declina una ripresa coerente, tra l’altro, a:
1) il Green deal europeo, strategia di crescita dell’UE volta a far diventare l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, che si auspica di trasformare anche in un motore per la creazione di occupazione;
2) un mercato unico più approfondito e più digitale, che potrebbe ripartire tramite: investimenti in una maggiore e migliore connettività; una maggiore presenza industriale e tecnologica in comparti strategici della catena di approvvigionamento digitale; la costruzione di un’economia basata sui dati, che funga da volano per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro; la necessità di un ambiente imprenditoriale agevolato e più equo, a favore delle imprese europee di minori dimensioni;
3) una ripresa equa ed inclusiva, basata sull’applicazione del pilastro europeo dei diritti sociali, per evitare che la pandemia, trasformatasi in emergenza economica, degeneri in una crisi sociale;
4) i diritti fondamentali e lo Stato di diritto;
5) la cooperazione internazionale e la ricerca di soluzioni comuni.
Il fabbisogno per la ripresa dell’Europa è analizzato in dettaglio nel documento di lavoro “Identifying Europe’s recovery needs” (SWD(2020) 98), che accompagna e completa la Comunicazione “Il momento dell’Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione” (COM(2020) 456).
2.4 Pacchetto bancario
Il 28 aprile 2020 la Commissione ha adottato un pacchetto di misure relative al settore bancario per agevolare l’erogazione del credito a famiglie e imprese. Il “pacchetto” include:
 una comunicazione interpretativa sui quadri normativi relativi ai principi contabili e prudenziali applicabili agli enti creditizi;
 una proposta di modifica del regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements Regulation – CRR), che insieme alla direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive – CRD), definisce un sistema armonizzato di requisiti minimi riferiti al capitale e ad altri strumenti che una banca deve detenere affinché si possa ritenere che sia in grado di operare in condizioni di sicurezza e di far fronte autonomamente alle perdite operative.
Nella comunicazione, la Commissione ha sottolineato che le iniziative delle Autorità europee di vigilanza (per le quali si rinvia al relativo paragrafo) e dell’International Accounting Standards Board (IASB) hanno consentito di utilizzare pienamente i margini di flessibilità già stabiliti dalle norme in vigore, adattando il quadro normativo al carattere straordinario della crisi in atto. La comunicazione fornisce inoltre chiarimenti interpretativi sulle regole che prevedono la stima di incremento significativo dei rischi, sulle conseguenze delle misure che prevedono una moratoria dei pagamenti e sulla valutazione delle perdite attese su crediti, anche alla luce della significativa adozione di misure volte ad incrementare l’ammontare delle garanzie sui prestiti.
Le proposte di modifica al CRR prevedono l’adozione di misure volte a:
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 estendere il periodo transitorio previsto per l’entrata in vigore di nuove modalità di calcolo delle perdite attese su crediti (Expected Credit Loss – ECL) previste dai principi contabili internazionali (IFRS 9) sul capitale delle banche;
 estendere il trattamento preferenziale per le esposizioni assistite dalla garanzia o dalla controgaranzia del settore pubblico nel contesto di misure volte ad attenuare l’impatto economico della pandemia di Covid-19;
 rinviare la data di applicazione del coefficiente di leva finanziaria, modificandone inoltre le modalità di calcolo;
 anticipare la data di applicazione delle norme che incentivano le banche a finanziare dipendenti, PMI e progetti infrastrutturali.
La Commissione stima che tali misure, le quali necessitano dell’approvazione dei legislatori, potrebbero avere un impatto pari a circa 450 miliardi di euro, in termini di riduzione degli accantonamenti necessari per perdite attese. Nell’ottica della gestione sana e prudente delle istituzioni bancarie, infatti, in un momento di crisi come quello in corso, il generalizzato aumento dei rischi potrebbe tradursi in un maggiore accantonamento di fondi e dunque in una loro sottrazione al circuito del credito. Le misure proposte consentirebbero alle banche di adattare le regole di valutazione dei rischi alla straordinarietà della situazione per evitare di produrre un effetto di contrazione nell’erogazione di crediti alla clientela.
2.5 Aiuti di Stato
Per rispondere alla crisi economica e sanitaria legata alla diffusione del COVID-19, la Commissione europea ha deciso di concedere agli Stati membri la piena flessibilità nell’applicazione della disciplina sugli aiuti di Stato.
A tal fine, il 19 marzo scorso ha approvato il Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-198, con il quale ha legittimato, fino al 31 dicembre 2020 una serie di tipologie di aiuti di stato al fine di consentire agli Stati membri di sostenere l’economia nel contesto dell’emergenza del coronavirus. Il Quadro temporaneo è stato modificato una prima volta il 3 aprile e una seconda volta l’8 maggio scorso.
La prima modifica, del 3 aprile scorso, ha esteso il campo di applicazione del Quadro temporaneo portando da 5 a 10 le tipologie di aiuti di stato consentite. Si tratta complessivamente di: sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali, pagamenti anticipati, prestiti, garanzie e partecipazioni; garanzie di stato9; prestiti pubblici agevolati alle imprese; garanzie per le banche; assicurazioni al credito all’esportazione a breve termine; sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali per ricerca e sviluppo; sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali per investimenti in infrastrutture di prova e upscaling; sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali per la produzione di prodotti connessi al Covid-19; differimento di imposte e contributi previdenziali; sovvenzioni per il pagamento dei salari dei dipendenti che altrimenti dovrebbero essere licenziati.
La seconda modifica, dell’8 maggio scorso, ha esteso ulteriormente il Quadro temporaneo inserendo tra gli aiuti legittimati anche misure per la ricapitalizzazione di società e per la
8 Si veda al riguardo il paragrafo 8 della Nota UE 44/3 a cura del Servizio Studi del Senato.
9 L’aiuto non deve superare 800 mila euro per impresa, 120 mila euro se si tratta di imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura e 100 mila euro per imprese operanti nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli.
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concessione di debiti subordinati10 a favore delle imprese non finanziarie in difficoltà. Allo stesso tempo ha fissato una serie di condizioni per evitare distorsioni della concorrenza11. Gli aiuti sotto forma di ricapitalizzazione potranno essere concessi fino al 1° luglio 2021.
Dalla pubblicazione del Quadro temporaneo la Commissione europea sta procedendo all’esame e all’autorizzazione di una serie di progetti di aiuti di stato notificati da vari Stati membri12, tra cui l’Italia.
2.5.1 Aiuti di stato dell’Italia
Lo scorso 29 maggio la Commissione europea ha approvato, a norma del Quadro temporaneo, un regime italiano di aiuti da 12 milioni di euro a sostegno delle aziende attive nel settore agricolo colpite dall’epidemia di coronavirus. Il sostegno assumerà la forma di sovvenzioni dirette e sarà accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, compresi i lavoratori autonomi. Le sovvenzioni saranno elargite a titolo di anticipazione dei contributi PAC. Scopo del regime è soddisfare ulteriormente le esigenze di liquidità degli agricoltori e aiutarli a continuare le loro attività compensandoli per gli interessi che devono pagare per questa anticipazione del pagamento. Si prevede che la misura andrà a beneficio di oltre 1.000 imprese.
Si ricorda che l’articolo 10-ter del decreto legge 29 marzo 2019, n. 27 (c.d. decreto-legge “Emergenze agricole”) ha previsto un sistema di anticipazione della misura del 50% delle somme dovute agli agricoltori nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla PAC, allo scopo di alleviare le gravi difficoltà finanziarie degli agricoltori determinate dalle avverse condizioni meteorologiche, dalle gravi patologie fitosanitarie e dalla crisi di alcuni settori. L’articolo 78 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. decreto “Cura Italia”) ha consentito alle imprese agricole che non hanno potuto presentare la domanda ordinaria a causa dell’emergenza legata al COVID-19, di ricorrere, solo per il 2020 e a determinate condizioni, ad una procedura semplificata per chiedere l’anticipo del 70% dell’importo richiesto per i pagamenti diretti dovuti a titolo della politica agricola comune. Gli aiuti connessi all’anticipazione sono erogati sotto forma di aiuti di Stato autorizzati dalla Commissione europea a norma del Quadro temporaneo. Con l’articolo 224 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d decreto “Rilancio”) la percentuale di anticipo dei contributi PAC che possono essere richiesti mediante procedura ordinaria è aumentata dal 50% al 70%.
Il 21 maggio la Commissione ha approvato un regime di aiuti da 9 miliardi di euro volto a sostenere le imprese a coprire il capitale circolante immediato o le esigenze di investimento, a promuovere la ricerca e la produzione di prodotti attinenti al coronavirus e ad aiutare i lavoratori dipendenti a conservare il lavoro.
Nell’ambito del regime le regioni e le province autonome italiane, altri enti territoriali e le Camere di commercio saranno abilitate a fornire sostegno a imprese di tutte le dimensioni, inclusi lavoratori autonomi, piccole e medie imprese (PMI) e grandi imprese. Il sostegno pubblico può essere concesso tramite:
10 Il debito subordinato è un debito che in caso di fallimento di una società viene rimborsato successivamente a tutti gli altri debiti definiti “senior” o “di primo rango”.
11 Per maggior dettagli si rinvia alla Nota UE 44/8.
12 Per una panoramica aggiornata sugli aiuti di stato concessi agli Stati membri a norma del Quadro temporaneo si rimanda alla pagina a cura della Commissione europea (l’aggiornamento è disponibile in lingua inglese).
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 sovvenzioni dirette, garanzie su prestiti e tassi di interesse agevolati per prestiti;
 aiuti alla ricerca e allo sviluppo (R&S) relativi al coronavirus, alla costruzione e all’ammodernamento delle strutture per lo sviluppo e test di prodotti attinenti al coronavirus e alla produzione di prodotti correlati, quali vaccini, prodotti medici, trattamenti e dispositivi, disinfettanti e indumenti protettivi, ingredienti farmaceutici attivi e sostanze attive utilizzate per i disinfettanti;
 sovvenzioni salariali per i lavoratori dipendenti per evitare licenziamenti durante la pandemia di coronavirus.
Il 20 maggio la Commissione europea ha approvato un regime di aiuti per 70 milioni di euro a sostegno delle imprese attive nei settori agricolo e della pesca colpiti dall’epidemia di coronavirus nella regione Campania. Il sostegno assumerà la forma di sovvenzioni dirette e sarà accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, compresi i lavoratori autonomi. Lo scopo del regime è di soddisfare le esigenze di liquidità di queste società e di aiutarle a continuare le loro attività durante e dopo l’epidemia. Si prevede che la misura supporterà oltre 1.000 imprese
Oltre ai suddetti regimi all’Italia sono stati autorizzati sinora altri 7 regimi di aiuti13 a norma del Quadro temporaneo.
2.6 Gestione delle frontiere esterne
L’8 maggio la Commissione ha pubblicato la “Seconda valutazione dell’applicazione della restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’UE” (COM(2020)222) con cui ha invitato gli Stati membri Schengen e gli Stati associati Schengen a prorogare di altri 30 giorni, fino al 15 giugno 2020, la restrizione temporanea dei viaggi non essenziali dai Paesi terzi verso l’Unione europea.
La Commissione assisterà gli Stati membri nell’attuazione della restrizione dei viaggi non essenziali verso l’UE, anche attraverso riunioni periodiche in videoconferenza con i ministri degli Affari interni. Qualsiasi ulteriore proroga di tale periodo dovrà essere valutata di nuovo, in funzione degli sviluppi della situazione epidemiologica.
La revoca della restrizione dei viaggi dovrebbe essere graduale: nella tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento, presentata il 15 aprile dalla Commissione europea e dal Presidente del Consiglio europeo, si è sottolineata la necessità di una riapertura graduale e coordinata delle frontiere interne allo spazio Schengen prima che le frontiere esterne possano essere riaperte in una seconda fase, tenuto conto della diffusione del virus al di fuori dell’UE e dei rischi di un nuovo contagio.
Nel documento di valutazione, la Commissione ha esaminato gli sviluppi successivi all’adozione della comunicazione sulla valutazione dell’applicazione della restrizione dei viaggi dell’8 aprile. In particolare, rileva come nel mese di aprile si sia continuato ad assistere a una drastica riduzione dei viaggi globali, sia dall’UE e verso l’UE che all’interno dell’UE.
Alla data del 6 maggio 2020 Eurocontrol ha registrato una riduzione complessiva dell’84,8% del numero di voli, con 26.867 voli in meno rispetto al 2019. Attualmente rimangono
13 Per gli aiuti autorizzati all’Italia a norma del Quadro temporaneo si rinvia al paragrafo 4.2.1 della Nota UE 44/5 e al paragrafo 5.4.1 della Nota UE 44/8 a cura del Servizio Studi del Senato.
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principalmente voli cargo, e tendenze analoghe si riscontrano anche per altri mezzi di trasporto, quali traghetti, autobus e treni.
La Commissione evidenzia tuttavia che, sebbene alcuni Stati membri dell’UE e Stati associati Schengen stiano prendendo iniziative preliminari per allentare le misure applicate al fine di contrastare la diffusione della pandemia, la situazione rimane fragile sia in Europa che nel resto del mondo. Ritiene pertanto necessario mantenere le misure alle frontiere esterne al fine di ridurre il rischio che la malattia si diffonda tramite i viaggi verso l’UE.
L’ambito di applicazione della proroga della restrizione temporanea dei viaggi dovrebbe essere lo stesso di quello stabilito nelle comunicazioni della Commissione del 16 marzo (Covid-19: restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’UE – COM(2020)115) e dell’8 aprile 2020 (valutazione dell’applicazione della restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’UE – COM(2020)148).
La restrizione temporanea dei viaggi e la relativa proroga richiesta si applicano a tutti gli spostamenti non essenziali da Paesi terzi verso la “zona UE+”, che comprende gli Stati membri Schengen (compresi Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania) e i quattro Stati associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), per un totale di 30 Paesi. La Commissione chiede di mantenere un approccio coordinato alla proroga, poiché l’azione alle frontiere esterne può risultare efficace solo se attuata in modo uniforme e con lo stesso termine finale da tutti gli Stati membri dell’UE e gli Stati Schengen, per tutte le frontiere.
Sono esentati dalla restrizione temporanea dei viaggi:
 i cittadini di tutti gli Stati membri dell’Unione europea14 e degli Stati associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) e loro familiari;
 i cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo a norma della direttiva 2003/109/CE, nonché le persone il cui diritto di soggiorno è derivato da altre direttive
14 Fino alla fine del 2020 i cittadini britannici continuano a ricevere lo stesso trattamento riservato ai cittadini dell’UE.
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dell’UE o dal diritto nazionale o che siano in possesso di un visto per soggiorno di lunga durata.
E’ stato inoltre raccomandato agli Stati membri di non applicare la restrizione a categorie specifiche di viaggiatori aventi una funzione o una necessità essenziale15, fra cui:
 operatori sanitari, ricercatori in ambito sanitario e professionisti dell’assistenza agli anziani;
 lavoratori frontalieri;
 lavoratori stagionali del settore agricolo;
 personale del settore dei trasporti;
 diplomatici, personale delle organizzazioni internazionali, personale militare e operatori umanitari impegnati nell’esercizio delle proprie funzioni;
 passeggeri in transito;
 passeggeri in viaggio per motivi familiari imperativi;
 persone che necessitano di protezione internazionale o in viaggio per altri motivi umanitari nel rispetto del principio di non-refoulement.
Nell’applicare la restrizione temporanea dei viaggi, la Commissione invita inoltre gli Stati membri a seguire le linee guida del 30 marzo 2020 (linee guida concernenti l’attuazione della restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’UE, la facilitazione delle modalità di transito per il rimpatrio dei cittadini dell’UE e gli effetti sulla politica in materia di visti – C(2020)2050). Le linee guida sono state elaborate con il contributo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e di Europol.
La Commissione ricorda infine il punto 15 della comunicazione sull’attuazione delle corsie verdi del 23 marzo 202016, e invita tutti gli Stati e i soggetti a proseguire la cooperazione e ad applicare nella misura più ampia possibile alle frontiere esterne gli orientamenti attuativi sulle corsie verdi C(2020)1897 (su cui vd. infra il paragrafo relativo alla reintroduzione dei controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen).
Per approfondimenti in merito alle citate comunicazioni della Commissione europea si rimanda alle precedenti edizioni della presente Nota.
3. Parlamento europeo
3.1 Sessioni plenarie
Il 27 maggio il Parlamento europeo ha tenuto, da remoto, una sessione plenaria straordinaria (vd ordine del giorno) nella quale la Commissione europea ha presentato il
15 La Commissione ha sottolineato tuttavia che dovranno comunque essere effettuati controlli sanitari coordinati e rafforzati sulle persone autorizzate a entrare nella zona UE+.
16 Il punto 15 specifica che “quanto al Regno Unito (trattato come membro dell’UE fino alla fine del periodo di transizione), ai Paesi terzi del vicinato, ai membri del SEE, alla Svizzera, ai Paesi e alle economie dei Balcani occidentali e alla cooperazione con i Paesi che partecipano al meccanismo di protezione civile dell’Unione, in particolare quelli della rete TEN-T estesa, le rispettive autorità nazionali sono invitate a collaborare strettamente con la rete di punti di contatto dell’UE”.
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Recovery plan, il piano dell’Ue per la ripresa economica, e la proposta rivisitata per il bilancio a lungo termine del periodo 2021-2027 (per maggiori dettagli si rinvia alla relativa scheda contenuta nella presente Nota. Sulla seduta plenaria si consulti anche il Comunicato stampa del Parlamento europeo).
Nel discorso tenuto dinanzi al Parlamento la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyden ha illustrato il piano, che prevede un nuovo strumento, il Next Generation EU del valore di 750 miliardi di euro, che si aggiungerà a un bilancio dell’UE a lungo termine riveduto di 1.100 miliardi di euro. Con tali strumenti, e con quelli già approvati dal Parlamento europeo e dal Consiglio – che prevedono 540 miliari di euro di prestiti – la presidente von der Leyden ha affermato che gli sforzi dell’Ue per la ripresa ammonteranno a 2.400 miliardi di euro. Ha quindi descritto il funzionamento del Next Generation EU specificando che dei 750 miliardi, 500 saranno erogati come sovvenzioni e 250 come prestiti accordati agli Stati membri. Tali fondi oltre che a investire nella riparazione del tessuto sociale, a proteggere il mercato unico, e contribuire a risanare i bilanci in Europa, serviranno anche a garantire un’Unione climaticamente neutra, digitale, sociale e sulla quale si possa contare sul piano mondiale anche in futuro.
Dopo l’intervento della rappresentante croata del Consiglio dei Ministri UE Nikolina Brnjac, che ha espresso l’impegno della presidenza a lavorare con i Paesi UE per concludere rapidamente i negoziati con il Parlamento sul pacchetto di misure, hanno preso la parola i leader dei gruppi politici europei che hanno espresso le loro posizioni, nel complesso favorevoli al piano della Commissione europea (si veda il Comunicato stampa del Parlamento europeo).
Dopo il dibattito in plenaria il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha invitato i governi nazionali a lavorare insieme per un accordo sulle misure proposte e ha rivolto un “appello a difendere lo spazio europeo.” (si veda anche la Conferenza stampa del Presidente Sassoli).
La prossima sessione plenaria è prevista per il 17 giugno.
Si ricorda che nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 13-16 maggio sono state approvate, tra l’altro, due risoluzioni entrambe collegate alla revisione del quadro finanziario pluriennale.
In particolare, mercoledì 13 maggio è stata approvata la “risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione concernenti una rete di sicurezza per proteggere i beneficiari dei programmi dell’Unione: elaborazione di un piano di emergenza del QFP” (P9_TA-PROV(2020)0065). In questo testo si chiede alla Commissione europea di presentare, entro il 15 giugno 2020, proposte relative a un piano di emergenza. Queste dovranno fornire una rete di sicurezza a protezione dei beneficiari dei programmi dell’Unione nel caso in cui il QFP 2021-2027 non sia approvato in tempo utile per entrare in vigore il 1º gennaio 2021.
Venerdì 15 maggio, inoltre, è stata approvata la risoluzione sul nuovo QFP, le risorse proprie ed il piano di ripresa (P9_TA-PROV(2020)0124) nella quale il Parlamento europeo ha espresso la propria preferenza per un QFP forte per la ripresa dell’Unione europea e per il futuro, per un Fondo europeo di ripresa e trasformazione credibile e per nuovo programma sanitario europeo indipendente (per l’analisi dettagliata delle due risoluzioni si rinvia alla Nota Ue 44/8)
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3.2 I Lavori delle Commissioni parlamentari17
 Il 25 maggio la Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) ha avuto uno scambio di opinioni sulla politica di concorrenza con la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager. Nel corso del dibattito si è discusso sulla risposta alla crisi del COVID-19 e in particolare sull’attuazione del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato temporaneo adottato lo scorso marzo18.
 Il 26 maggio ha organizzato, assieme alla Commissione per i bilanci un’audizione pubblica sul tema “Il ruolo della Banca europea per gli investimenti nella risposta dell’UE allo scoppio della COVID-19 e alla ripresa post-crisi”. L’audizione mirava a raccogliere informazioni dagli stakeholders sugli attuali strumenti della BEI e sui possibili strumenti futuri per contrastare la carenza di credito nel contesto della pandemia di COVID-19 e sostenere gli investimenti durante la fase di recupero.
Il 27 maggio ha inoltre discusso del semestre europeo e delle risposte economicamente e socialmente sostenibili alla crisi con il Commissario Valdis Dombrovskis, vice presidente esecutivo della Commissione europea, con il Commissario all’economia Paolo Gentiloni e con il Commissario per il lavoro e i diretti sociali Nicolas Schmit.
 Il 26 maggio la Commissione occupazione e affari sociali (EMPL) ha affrontato il tema della mobilità transfrontaliere con Josip Aladrovic, ministro croato dei sistemi del lavoro e delle pensioni, Nicolas Schmit, Commissario per l’occupazione e i diritti sociali, e Jordi Curell Gotor, direttore esecutivo ad interim dell’Autorità europea del lavoro. Nel corso del dibattito si è discusso delle condizioni di lavoro e delle misure di sicurezza per i lavoratori transfrontalieri, di frontiera e stagionali, anche alla luce della crisi causata dal COVID-19.
 Il 27 maggio la Commissione per i bilanci (BUDG) ha avuto uno scambio di opinioni con il Commissario europeo al bilancio Johannes Hahn sulle proposte rivedute della Commissione sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) e sulle risorse proprie per il periodo 2021-2027, nonché sulla proposta per il piano dell’Ue per la ripresa (Recovery plan) presentato dalla Commissione europea nella seduta plenaria (vd supra).
 Il 28 maggio la Commissione per il commercio internazionale (INTA) ha avuto uno scambio di opinioni con Phil Hogan, il Commissario per il Commercio, sulla risposta dell’UE all’impatto della pandemia da Covid-19 sul commercio. Il Commissario ha sottolineato come la pandemia abbia sollevato interrogativi legittimi sul tipo politica commerciale necessaria in futuro ed ha annunciato il lancio anticipato delle procedure di revisione della politica commerciale, che porterà a una nuova strategia entro la fine dell’anno.
17 Si riporta una selezione delle più recenti riunioni di commissione, svolte da remoto, nel corso delle quali sono stati affrontati temi legati al COVID-19.
18 Sul Quadro temporaneo si veda la scheda relativa agli aiuti di stato nella presente Nota.
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4. Eurogruppo
Il 16 marzo 2020 l’Eurogruppo ha concordato sulla necessità di adottare misure fiscali di spesa destinate ai settori della sanità e della protezione civile, sostenere la liquidità alle imprese e il reddito dei lavoratori, in particolare nei settori d’offerta più colpiti (trasporti e turismo). È stato inoltre convenuto di fare pieno ricorso ai margini di flessibilità nell’applicazione del patto di stabilità e crescita e delle norme sugli aiuti di Stato.
A seguito dell’invito di membri del Consiglio europeo del 17 marzo, il successivo 24 marzo l’Eurogruppo si è nuovamente riunito in video conferenza. Dopo l’incontro virtuale, il Presidente Mario Centeno ha sottolineato il progressivo aumento delle misure fiscali adottate a livello nazionale, nonché delle misure assunte in modo coordinato a livello europeo, avviando il un dibattito su ulteriori forme di sostegno da utilizzare per gestire la crisi e favorire la ripresa economica. Il Consiglio europeo del 26 marzo ha preso atto dei progressi compiuti dall’Eurogruppo, al quale ha rivolto l’invito a “formulare proposte entro due settimane”. Fra il 7 e il 9 aprile 2020 si è dunque svolto il successivo meeting dei ministri UE competenti in materia economica, in cui è stato proposto di istituire uno strumento di sostegno basato sull’esistente linea di credito soggetta a condizioni rafforzate attivabile dal Meccanismo europeo di stabilità (MES), disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro fino alla fine della crisi, con condizioni standardizzate, concordate in anticipo dagli organi direttivi del MES, sulla base di valutazioni delle istituzioni europee. L’Eurogruppo ha inoltre accolto con favore la proposta della Commissione di istituire uno strumento temporaneo a sostegno degli Stati membri per proteggere l’occupazione nelle specifiche circostanze di emergenza della crisi COVID-19, e ha anche convenuto di lavorare su un Recovery Fund a sostegno della ripresa. Infine, i ministri hanno accolto con favore l’intenzione della Commissione di adattare la sua proposta di Quadro finanziario pluriennale (QFP) per riflettere la nuova situazione e le nuove prospettive.
L’8 maggio 2020 i ministri economici dell’eurozona si sono nuovamente riuniti e, al termine dell’incontro, è stata pubblicata una dichiarazione in cui viene confermato l’accordo per l’istituzione dello strumento di sostegno per i Paesi colpiti dalla crisi pandemica (Pandemic Crisis Support) fornito dal MES. La dichiarazione dell’Eurogruppo ricorda che l’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi sanitaria. Questo impegno sarà dettagliato in un Piano di risposta alla pandemia che lo Stato richiedente redigerà sulla base di un modello, applicabile a qualsiasi prestito concesso nell’ambito dello strumento di sostegno alla crisi pandemica. Per ulteriori approfondimenti si fa rinvio alla nota breve n. 190 sull’Eurogruppo dell’8 maggio 2020.
Il 15 maggio 2020 l’Eurogruppo si è nuovamente riunito in videoconferenza. Al termine della riunione, il Presidente dell’Eurogruppo ha osservato che a partire dal 15 maggio lo strumento di sostegno per i Paesi colpiti dalla crisi pandemica (Pandemic Crisis Support) può essere considerato operativo. Il consiglio dei governatori del MES ha infatti formalmente confermato l’idoneità di tutti gli Stati membri dell’area dell’euro e ha reso lo strumento disponibile con effetto immediato.
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5. Consiglio dell’Unione europea
Il Consiglio dell’Unione sta affrontando le questioni connesse all’epidemia nelle sue varie formazioni. Di seguito una panoramica sulle ultime riunioni19:
Consiglio “Affari esteri” – I ministri responsabili degli Affari esteri si sono riuniti in videoconferenza il 29 maggio. La riunione è stata presieduta dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. Il Consiglio ha adottato conclusioni sul processo di pace in Afghanistan e sul futuro sostegno dell’UE alla pace e allo sviluppo nel Paese. I ministri si sono quindi concentrati sull’argomento principale all’ordine del giorno, le relazioni UE-Cina, e hanno discusso dell’attuazione della dichiarazione congiunta del 2019. I ministri hanno inoltre affrontato la questione di Hong Kong, su cui è stata concordata una dichiarazione dell’Alto rappresentante a nome dell’Unione europea. Infine, i ministri sono stati informati dell’impatto di Covid-19 sulla regione dell’Asia e del Pacifico.
Consiglio “Competitività” – Riuniti in videoconferenza il 29 maggio, i ministri responsabili della Ricerca hanno tenuto uno scambio di opinioni sul ruolo che ricerca e innovazione (R&I) possono svolgere durante la ripresa dell’UE dalla pandemia di Covid-19, rafforzando la resilienza delle nostre società e delle nostre economie. Nel contesto della tabella di marcia comune per la ripresa e del Piano per la ripresa dell’UE, i ministri hanno discusso del contributo del settore R&I alla ripresa. In particolare: hanno sottolineato come l’emergenza mondiale abbia dimostrato la necessità di un maggiore coordinamento delle attività di ricerca e della condivisione di dati e informazioni; hanno riconosciuto la risposta tempestiva del piano d’azione ERAvsCorona; hanno evidenziato la necessità di flessibilità nell’attuazione degli impegni comuni di finanziamento; hanno indicato come settori strategici di investimento la transizione verde e la trasformazione digitale; hanno scambiato opinioni su come gli investimenti in materia di R&I possano stimolare lo sviluppo di futuri posti di lavoro; hanno infine avviato una riflessione su come tener conto dell’esperienza della pandemia di Covid-19 nella futura trasformazione dello Spazio europeo della ricerca (SER). A margine della riunione, il ministro tedesco ha presentato le priorità della Presidenza tedesca entrante del Consiglio, che sarà in carica nel secondo semestre del 2020. La Presidenza croata ha pubblicato un comunicato stampa.
Consiglio “Competitività” – I ministri responsabili in materia di politica dello Spazio si sono riuniti in videoconferenza il 29 maggio. I ministri hanno discusso del ruolo dei dati, dei servizi e delle tecnologie spaziali nella promozione di una ripresa economica verde e sostenibile dalla crisi Covid-19. Hanno in proposito sottolineato come, anche in un momento in cui l’Europa deve affrontare le sfide poste dalla pandemia di Covid-19, le tecnologie spaziali siano essenziali nel proporre soluzioni e nel consentire alle nostre società di combattere le crisi attuali e future. Il rappresentante della Germania ha infine presentato le priorità della prossima Presidenza tedesca del Consiglio nel settore dello spazio, fra cui figurano l’adozione del nuovo programma spaziale e la definizione di principi chiave per l’economia spaziale globale. Al termine della videoconferenza, la Presidenza croata ha rilasciato un comunicato stampa.
19 Per le riunioni antecedenti il 1° aprile, il 15 aprile e il 19 maggio 2020 si rimanda, rispettivamente, alla Nota UE n.44/3, alla Nota UE n. 44/6 e alla Nota UE N. 44/8.
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Consiglio “Affari generali” – I ministri degli Affari europei si sono riuniti in videoconferenza il 26 maggio. I ministri hanno sottolineato l’importanza di un approccio globale e coordinato verso l’allentamento delle misure di contenimento per una rapida uscita dalla crisi di Covid-19. Facendo seguito al Consiglio europeo del 23 aprile, i ministri hanno proceduto inoltre a uno scambio di opinioni in merito alla ripresa economica e sociale globale dell’UE, in particolare per quanto riguarda le modifiche al bilancio a lungo termine dell’UE e lo strumento per la ripresa che lo accompagna. Nel dibattito sono stati menzionati alcuni principali ambiti di azione, come il rafforzamento del mercato unico, il sostegno alla coesione e alla convergenza, la transizione verde e la trasformazione digitale, e il potenziamento dell’autonomia strategica dell’UE. La Presidenza ha sottolineato che intende trovare quanto prima un accordo sulla posizione del Consiglio in merito alla Conferenza sul futuro dell’Europa e avviare su tale base un dialogo con la Commissione e il Parlamento europeo. La Commissione europea ha informato infine i ministri sullo stato di avanzamento della prima relazione annuale sullo Stato di diritto nell’UE, prevista per settembre. A seguito della videoconferenza la Presidenza croata ha pubblicato un comunicato stampa.
Vertice UE-Giappone – Il 26 maggio si è tenuta una riunione in videoconferenza UE-Giappone. L’Unione europea è stata rappresentata dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il Giappone è stato rappresentato dal primo ministro Shinzō Abe. I leader hanno discusso della pandemia di Covid-19, in particolare dei seguenti aspetti: l’importanza di una più stretta cooperazione e di un migliore coordinamento a livello mondiale; la ripresa economica; l’impatto sulle questioni globali. Nel corso della videoconferenza la discussione si è inoltre incentrata sulle questioni connesse al partenariato strategico UE-Giappone. Al termine della riunione i partecipanti hanno pubblicato un comunicato stampa congiunto.
Consiglio “Affari generali” – Il 25 maggio i membri del Consiglio dello Spazio economico europeo (SEE) hanno tenuto una videoconferenza informale in cui hanno discusso del funzionamento globale dell’Accordo sullo Spazio economico europeo (accordo SEE) e delle ripercussioni della Covid-19 sul mercato interno. I membri del Consiglio SEE hanno inoltre tenuto un dibattito orientativo sul Green Deal europeo con la partecipazione del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans. A margine della riunione, i ministri hanno proceduto a uno scambio informale di opinioni sui negoziati UE-Regno Unito con Michel Barnier, capo della task force per le relazioni con il Regno Unito. I ministri hanno anche discusso della dimensione esterna della crisi Covid-19. Infine, i membri del Consiglio SEE hanno adottato una dichiarazione comune relativamente ai seguenti settori: risposta alla pandemia di Covid-19, cooperazione nel SEE, dialogo politico, recesso del Regno Unito dall’UE e dall’accordo SEE, sviluppo del mercato interno, integrazione degli atti dell’UE rilevanti per il SEE, Green Deal europeo, programmi dell’UE, meccanismi finanziari del SEE e della Norvegia. La riunione è stata presieduta da Gordan Grlić-Radman, ministro degli Affari esteri ed europei della Croazia. La parte EFTA-SEE è stata rappresentata da Ine Marie Eriksen Søreide, ministra degli Affari esteri della Norvegia, accompagnata da Katrin Eggenberger, ministra degli Affari esteri del Liechtenstein, e da Guðlaugur Þór Þórðarson, ministro degli Affari esteri dell’Islanda.
Consiglio “Competitività” – I ministri responsabili del Turismo si sono riuniti in videoconferenza il 20 maggio (vd. il comunicato stampa a cura della Presidenza croata). I ministri hanno proceduto a uno scambio di opinioni sul pacchetto di orientamenti e
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raccomandazioni presentato dalla Commissione europea il 13 maggio al fine di aiutare gli Stati membri a coordinare la graduale eliminazione delle restrizioni di viaggio e a consentire la riapertura delle imprese turistiche, nel rispetto delle necessarie precauzioni sanitarie (su cui vd. infra). Gli orientamenti della Commissione sono stati accolti con un ampio consenso come primo passo necessario per la ripresa del settore turistico. In particolare, i ministri hanno espresso forte sostegno a una serie di principi che dovrebbero guidare la ripresa: stretto coordinamento a livello dell’UE, approccio graduale per fasi, decisioni basate su dati epidemiologici accurati, non discriminazione. Hanno inoltre invitato la Commissione a realizzare al più presto la prevista creazione di un sito web interattivo che metterà a disposizione del pubblico informazioni, in tempo reale, sulle condizioni e sulle misure in atto in ciascuno Stato membro per quanto riguarda i turisti. Diversi Stati membri hanno sottolineato come il settore del turismo necessiti di un sostegno finanziario rapido e mirato a livello dell’UE per far fronte all’impatto della crisi Covid-19, compreso un adeguato sostegno finanziario dal Piano di ripresa. Infine, per quanto riguarda i passeggeri i cui voli sono stati cancellati a causa della pandemia, alcuni ministri hanno invitato la Commissione a concedere agli Stati membri un’ulteriore flessibilità al fine di affrontare i problemi di liquidità delle compagnie aeree.
Consiglio Ecofin – Riuniti in videoconferenza il 19 maggio, i ministri dell’Economia e delle finanze hanno proceduto a uno scambio di opinioni sui progressi compiuti in merito alle misure di risposta adottate dall’UE per affrontare la crisi Covid-19. I ministri hanno accolto con favore l’adozione, mediante procedura scritta, del regolamento sul sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) (vd. il comunicato stampa). I ministri hanno fatto il punto sulle discussioni in corso per rendere operativa la rete di sicurezza per le imprese tramite il Fondo di garanzia paneuropeo della Banca europea per gli investimenti. La Presidenza ha chiesto la messa a punto dello strumento il più presto possibile. La Commissione e la Banca centrale europea hanno inoltre presentato le loro valutazioni della situazione economica e finanziaria. I ministri hanno tenuto una discussione a seguito della presentazione, da parte della Commissione europea, del suo approccio volto a rafforzare ulteriormente la lotta dell’UE contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo (AML): il piano d’azione per una politica integrata dell’Unione in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo; e la metodologia rivista per definire l’elenco dei Paesi terzi ad alto rischio con carenze strategiche nel rispettivo regime AML. I ministri hanno discusso su come migliorare ulteriormente l’attuale quadro. Hanno infine accolto con favore l’adozione delle conclusioni del Consiglio sulle relazioni per Paese del semestre europeo 2020.
A margine della videoconferenza, l’Unione europea, i Balcani occidentali e la Turchia hanno tenuto il consueto dialogo annuale sulla politica economica. La discussione si è incentrata sull’impatto economico della pandemia di Covid-19 nella regione. I partecipanti hanno infine adottato una dichiarazione congiunta.
Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” – I ministri responsabili della Gioventù si sono riuniti in videoconferenza il 19 maggio per discutere dell’impatto della Covid-19 sui giovani e sulle organizzazioni giovanili. La discussione si è incentrata su come la pandemia di Covid-19 abbia un impatto estremamente negativo sul settore della gioventù, in particolare in termini di mobilità, programmi e attività per i giovani, accesso dei giovani ai servizi e all’occupazione, benessere generale e partecipazione dei giovani ai processi decisionali.
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Tenendo conto del contesto della pandemia di Covid-19, i ministri hanno quindi proceduto a uno scambio di opinioni su: accesso dei giovani ai servizi (fra cui quello sanitario e di consulenza); opportunità di lavoro e partecipazione giovanile; misure da adottare a livello nazionale e dell’UE a sostegno del settore della gioventù. La Presidenza croata ha invitato inoltre il vicepresidente del Forum europeo della gioventù per ottenere informazioni di prima mano da parte delle organizzazioni giovanili che si occupano delle esigenze dei giovani durante la pandemia e consentirgli di condividere le sue idee con i ministri (vd. gli esiti della videoconferenza a cura della Presidenza croata).
Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” – I ministri responsabili della Cultura e degli audiovisivi si sono riuniti in videoconferenza il 19 maggio per fare il punto sulle misure già adottate a sostegno dei settori della cultura e dei media nel contesto della pandemia di Covid-19. I ministri hanno preso atto di come i settori culturali e creativi abbiano sofferto per l’impatto economico negativo risultante dalla crisi Covid-19 e delle sfide senza precedenti che si trovano ad affrontare sia attualmente che a lungo termine, in particolare nell’eventualità di una seconda ondata della pandemia. Hanno inoltre discusso delle ulteriori azioni da intraprendere per garantire le attività dei settori culturali e creativi nel contesto della prevista graduale revoca delle misure di contenimento. La Presidenza croata ha pubblicato un comunicato stampa sugli esiti delle discussioni.
6. Autorità europee di vigilanza (AEV)
L’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, EBA) è intervenuta per rinviare al 2021 gli stress test sulle principali banche europee, raccomandando alle autorità competenti di fare ricorso ai margini di flessibilità già previsti dalla normativa europea di settore. La BCE ha raccomandato a tutti gli istituti bancari di astenersi dalla distribuzione di dividendi e dal riacquisto di azioni finalizzate alla remunerazione degli azionisti, conservando i fondi per sostenere il sistema economico. L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (European Securities and Markets Authority, ESMA) è intervenuta per raccomandare agli emittenti di strumenti finanziari negoziati di fornire prontamente al pubblico ogni informazione significativa sugli impatti dell’emergenza sanitaria sulla propria situazione economica e ha adottato diverse misure per mitigare gli oneri relativi all’applicazione della normativa di settore. L’ESMA ha inoltre ridotto allo 0,1% (del capitale di ciascun emittente) la soglia di notifica alle autorità nazionali delle posizioni nette corte su azioni negoziate sui mercati regolamentati europei, ed è intervenuta per dare parere positivo ai provvedimenti emessi da diverse autorità nazionali, fra cui la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), con i quali sono state vietate temporaneamente le vendite allo scoperto. Anche l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA) è intervenuta per mitigare gli effetti dell’emergenza in atto sugli operatori del settore assicurativo sottolineando, allo stesso tempo, che nelle politiche distributive, in particolare con riferimento ai dividendi, occorre mantenere un livello elevato di prudenza.
Per ulteriori approfondimenti si fa rinvio a Nota UE n. 44/4.
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7. Reintroduzione dei controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen
Il 13 maggio la Commissione europea ha presentato una serie di orientamenti e raccomandazioni per turisti, viaggiatori e imprese con l’obiettivo di consentire ai cittadini di andare in vacanza e rivedere i propri familiari, alle imprese turistiche di riaprire dopo il periodo di contenimento e agli Stati membri di eliminare gradualmente le restrizioni agli spostamenti, rispettando nel contempo le necessarie precauzioni sanitarie. Il pacchetto di misure include la comunicazione “Covid-19 – Verso un approccio graduale e coordinato per il ripristino della libera circolazione e la revoca dei controlli alle frontiere interne” (C(2020)3250). Scopo della comunicazione è invitare gli Stati membri ad avviare un processo di riapertura della piena circolazione transfrontaliera all’interno dell’Unione, in quanto uno dei presupposti indispensabili per la ripresa del settore turistico e dei trasporti.
La Commissione evidenzia che le prime misure adottate dagli Stati membri erano intese a trovare un equilibrio fra, da un lato, l’obiettivo di ritardare la diffusione della pandemia e ridurre il rischio di eccessiva pressione sui sistemi sanitari e, dall’altro, la necessità di limitare gli effetti negativi sulla libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi. Con il graduale miglioramento della situazione sanitaria, tale equilibrio dovrebbe orientarsi verso un ritorno alla libera circolazione delle persone senza restrizioni e il ripristino dell’integrità dello spazio Schengen, uno dei principali risultati dell’integrazione europea.
Negli orientamenti sulle misure di gestione delle frontiere in relazione agli aspetti sanitari nel contesto dell’emergenza Covid-19 (C(2020)1753), del 16 marzo 2020, la Commissione europea aveva evidenziato la possibilità per gli Stati membri di reintrodurre controlli temporanei alle frontiere interne alla zona Schengen, specificando tuttavia che tali controlli devono essere giustificati da motivi di politica pubblica e di sicurezza interna e conformi al Codice frontiere Schengen20. Per i cittadini dell’Unione, devono inoltre essere garantite le salvaguardie istituite dalla direttiva sulla libera circolazione. Nella successiva comunicazione sull’attuazione delle corsie verdi (“green lanes”) (C(2020)1897), del 24 marzo, la Commissione ha evidenziato che, ovunque sussistano o siano stati introdotti controlli alle frontiere interne, gli Stati membri sono tenuti a designare tutti i pertinenti punti di valico delle frontiere interne della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), e altri punti aggiuntivi, come valichi di frontiera di tipo “corsia verde” per il trasporto terrestre (stradale e ferroviario), marittimo e aereo. La Commissione europea ha inoltre adottato, il 27 marzo, orientamenti per agevolare le operazioni di trasporto aereo di merci durante l’epidemia di Covid-19 (C(2020)2010) e, il 30 marzo, orientamenti per garantire la libera circolazione dei lavoratori che esercitano professioni critiche (C(2020)2051)21.
Nella tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19, adottata il 15 aprile dalla Presidente della Commissione europea, insieme al Presidente del Consiglio europeo, era stato evidenziato che, pur essendo necessaria una riapertura graduale delle frontiere per ripristinare il normale funzionamento dello spazio Schengen, i controlli alle frontiere interne dovranno essere revocati in modo coordinato e solo quando verrà constatata una sufficiente convergenza della situazione epidemiologica nelle
20Come indicato al punto 18 degli orientamenti, in situazioni estremamente critiche uno Stato membro può ritenere necessario reintrodurre i controlli di frontiera per far fronte al rischio rappresentato da una malattia contagiosa.
21 Per approfondimenti sulle citate comunicazioni della Commissione europea si rimanda alla precedente Nota N. 44/7.
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regioni di confine. La tabella di marcia comune ha chiesto quindi alla Commissione di: 1) continuare ad analizzare la proporzionalità delle misure adottate dagli Stati membri per far fronte alla pandemia di Covid-19 in funzione dell’evolversi della situazione, e 2) di intervenire per richiedere la revoca delle misure ritenute sproporzionate, in particolare laddove incidano sul mercato unico22.
La Commissione ribadisce ora che la revoca delle restrizioni dei viaggi e dei controlli alle frontiere interne deve essere basata sull’attenta considerazione della situazione epidemiologica in tutta Europa e nei singoli Stati membri. Qualora la situazione sanitaria non giustifichi un’eliminazione generalizzata delle restrizioni, la Commissione propone un approccio graduale e coordinato che inizi con l’eliminazione delle restrizioni fra zone o Stati membri che presentino situazioni epidemiologiche sufficientemente simili. L’approccio deve inoltre essere flessibile e comprendere la possibilità di reintrodurre determinate misure qualora la situazione epidemiologica lo richieda.
Gli Stati membri dovrebbero tener conto degli elementi e delle considerazioni politiche di seguito elencati:
1. valutazione della convergenza delle situazioni epidemiologiche. Le restrizioni dei viaggi dovrebbero essere revocate dapprima in zone che registrino una situazione epidemiologica comparabile sulla base degli orientamenti forniti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), e in cui esistono sufficienti capacità in termini di ospedali, test, monitoraggio e tracciamento dei contatti. L’ECDC sta sviluppando e terrà aggiornata, di concerto con gli Stati membri, una mappa del livello di trasmissione della Covid-19, anche a livello subnazionale;
2. necessità di applicare misure di contenimento, compreso il distanziamento interpersonale. Una condizione preliminare per l’abolizione delle restrizioni dei viaggi (anche a livello transfrontaliero) è la capacità di garantire che le misure di contenimento, compreso il distanziamento interpersonale, possano essere monitorate lungo l’intero itinerario, dal luogo di origine a quello di destinazione, compreso l’attraversamento delle frontiere. Laddove sia più difficile garantire il distanziamento interpersonale dovrebbero essere introdotte salvaguardie e misure supplementari che portino a livelli di protezione equivalenti, conformemente alle raccomandazioni formulate per il settore dei trasporti (C(2020)3139) e per il comparto ricettivo (C(2020)3251). In tale contesto, la Commissione e gli Stati membri hanno inoltre pubblicato un protocollo sui principi di interoperabilità per fare in modo che app di tracciamento dei contatti approvate su base volontaria possano funzionare oltre frontiera e siano affidabili ovunque si trovino gli utilizzatori in Europa;
3. proporzionalità, vale a dire il confronto fra i vantaggi derivanti dal mantenimento di restrizioni generalizzate e considerazioni di ordine economico e sociale, compreso l’impatto sulla mobilità dei lavoratori e degli scambi commerciali a livello transfrontaliero. Le restrizioni generalizzate alla libera circolazione da e verso altre regioni o zone di Stati membri con un profilo di rischio generale simile dovrebbero
22 Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 17 aprile, ha esortato gli Stati membri ad adottare soltanto misure necessarie, coordinate e proporzionate nel limitare i viaggi o nell’introdurre e prolungare i controlli alle frontiere interne, e ha sottolineato la necessità di tornare alla piena operatività dello spazio Schengen di libera circolazione, senza controlli alle frontiere interne, quale parte di una strategia di uscita dalla crisi.
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essere sostituite da misure più mirate, in particolare per quanto riguarda la circolazione transfrontaliera nei settori chiave della sanità, dell’economia e delle attività sociali.
Tenuto conto dei criteri di cui sopra, la Commissione sottolinea l’opportunità di prevedere un approccio graduale alla revoca delle restrizioni dei viaggi e dei controlli di frontiera. Il processo può essere strutturato in tre fasi:
 Fase 0: situazione attuale.
 Fase 1: verso il ripristino della libertà di circolazione grazie alla revoca parziale delle restrizioni e dei controlli alle frontiere interne. Se gli sviluppi epidemiologici in Europa continuano a seguire l’attuale tendenza positiva, in particolare una volta raggiunta una velocità di trasmissione sufficientemente bassa, le restrizioni dei viaggi e i controlli di frontiera dovrebbero essere gradualmente revocati in tutta l’UE. Se ciò non fosse immediatamente possibile, le restrizioni dei viaggi e i controlli di frontiera dovrebbero essere eliminati nelle regioni, nelle zone e negli Stati membri le cui situazioni epidemiologiche evolvono positivamente e sono sufficientemente analoghe tra loro. La Commissione ritiene il principio di non discriminazione di particolare importanza: qualora uno Stato membro decida di autorizzare i viaggi nel proprio territorio o in regioni e zone specifiche all’interno del suo territorio, dovrebbe farlo in modo non discriminatorio, consentendo i viaggi da tutte le regioni o tutti i Paesi dell’UE aventi una situazione epidemiologica analoga. In particolare, qualora uno Stato membro decida di revocare le proprie restrizioni dei viaggi da e verso un altro Stato membro, o regioni o zone di tale Stato membro, la revoca deve applicarsi senza discriminazioni a tutti i cittadini dell’UE e a tutti coloro che risiedono in tale Stato membro, indipendentemente dalla loro cittadinanza, e dovrebbe applicarsi a tutte le parti dell’Unione aventi una situazione epidemiologica analoga. La Commissione specifica inoltre che la possibilità di effettuare viaggi regolari e sicuri dovrebbe essere riconosciuta non solo per motivi professionali, ma anche per motivi personali, quali la visita a familiari.
 Fase 2: revoca generale delle restrizioni e dei controlli alle frontiere interne. Quest’ultima fase, attuabile quando la situazione epidemiologica nell’UE sarà sufficientemente positiva e convergente, consisterà nel revocare tutte le restrizioni e i controlli alle frontiere interne collegati alla Covid-19, mantenendo nel contempo le misure sanitarie necessarie (igiene personale, distanziamento interpersonale) all’interno (di parti) dei territori degli Stati membri e continuando a svolgere ampie campagne d’informazione.
La Commissione evidenzia infine la necessità di dar seguito ai lavori del “Gruppo d’informazione Covid-19 – Affari interni” e di rafforzare il coordinamento per garantire un approccio mirato e coerente alla revoca delle restrizioni alla libera circolazione e dei controlli alle frontiere interne. Suggerisce a tal fine che raccomandazioni concrete siano elaborate nell’ambito dei quadri già esistenti, in particolare il meccanismo dei dispositivi integrati dell’UE per la risposta politica alle crisi (IPCR) e gli scambi informali fra gli Stati membri e la Commissione promossi dal Consiglio.
Alla data del 1° giugno 2020, gli Stati che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne per il Covid-19 sono: Belgio, Norvegia, Portogallo, Austria, Ungheria, Svizzera, Danimarca,
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Lituania, Germania, Estonia, Finlandia, Polonia, Francia, Slovacchia, Islanda, Repubblica ceca e Spagna23.
8. Parlamenti nazionali
Il 7 aprile 2020 i Presidenti del Senato e della Camera dei deputati, assieme ad altri otto Presidenti di Parlamenti nazionali dell’Unione europea (Senato francese, Parlamento greco, Camera dei deputati del Lussemburgo, Assemblea della Repubblica portoghese, Assemblea nazionale e Consiglio nazionale sloveni, Congresso dei deputati e Senato spagnoli) hanno scritto una lettera trasmessa ai rappresentanti delle principali istituzioni dell’Unione europea. Nella missiva si è sollecitata l’inclusione dei Parlamenti nazionali – quali istituzioni rappresentative e più alta espressione di democrazia e dei bisogni ed aspirazioni dei cittadini – nel dibattito in corso al livello di Unione europea, con riferimento anche a:
1) l’esplorazione della fattibilità e delle opportunità che potrebbero derivare, tra l’altro, dall’uso di strumenti finanziari o di un fondo di solidarietà, emesso da un’istituzione o organo dell’Unione, che raccolga risorse ed investimenti a beneficio degli Stati membri;
2) la ricerca di un “compromesso avanzato tra le differenti visioni e gli interessi degli Stati membri”;
3) lo sviluppo di una “sovranità industriale europea”, specialmente al fine di produrre beni essenziali e materiali nel settore della sanità pubblica e di un coordinamento tra gli Stati membri per garantire meccanismi di solidarietà per affrontare future pandemie. Hanno risposto alla missiva: 1) il 21 aprile la Presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che ha illustrato l’operato della BCE durante la crisi; 2) il 6 maggio il Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, il quale ha espresso il proprio sostegno alla partecipazione attiva dei Parlamenti nazionali nel dibattito in corso sulla ripresa europea dopo la pandemia; 3) il 25 maggio la presidente von der Leyen che, dopo avere ricordato l’operato della Commissione, ha sottolineato l’importante ruolo dei Parlamenti nazionali nel confrontare la pandemia e le sue conseguenze “in un vero spirito europeo”.
Si segnalano inoltre i seguenti interventi in Parlamento di rappresentanti del Governo:
1) l’informativa resa dal presidente Conte al Senato della Repubblica ed alla Camera dei deputati il 21 aprile. Dopo un aggiornamento sulle iniziative in programma a livello europeo, il Presidente ha affermato la convinzione dell’Italia che sia necessaria “una risposta coordinata e ambiziosa” dell’Unione tramite uno strumento di finanziamento:
– gestito al livello europeo;
– conforme ai trattati istitutivi (“perché non abbiamo il tempo di operare modifiche che comporterebbero una lunga e complessa procedura”);
– offerto a tutti i Paesi interessati, senza che possa assumere un carattere bilaterale;
23 La Svezia ha reintrodotto controlli alle sue frontiere interne fino all’11 novembre 2020 per il persistere della minaccia terroristica e le carenze nei controlli alle frontiere esterne.
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– immediatamente disponibile. Qualora rientri nel nuovo QFP, dovrà essere messo subito a disposizione di tutti i Paesi interessati attraverso un meccanismo di garanzia che ne anticipi l’applicazione;
– particolarmente consistente quanto alla dimensione finanziaria e mirato a far fronte a tutte le conseguenze negative, economiche e sociali, prodotte dal Covid-19;
– non sottoposto alle condizionalità che caratterizzano gli ordinari piani di finanziamento strutturali dell’Unione europea;
2) l’audizione informale del Ministro per gli affari europei, Vincenzo Amendola, sulla risposta europea alla pandemia da Covid-19 dinnanzi agli Uffici di Presidenza delle Commissioni congiunte Affari esteri e Politiche dell’Unione europea (3a e III, 14a e XIV) del Senato e della Camera;
3) le Comunicazioni rese il 5 maggio dal Ministro dell’economia e delle finanze sugli esiti del Consiglio Ecofin del 16 aprile 2020 dinanzi alle Commissioni riunite 5a e 6a del Senato.
9. Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) 24 è l’agenzia europea che, nell’ambito delle proprie competenze in materia, effettua attività di monitoraggio dell’epidemia, fornisce valutazioni di rischio e linee guida di salute pubblica, nonché consulenze agli Stati membri. Inoltre, pubblica statistiche quotidiane sui contagi ed i decessi nel mondo, nell’UE, nello Spazio economico europeo (SEE) e nel Regno Unito.
La missione del Centro, istituito con regolamento (CE) n. 851/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, è quella di individuare, valutare e comunicare i rischi attuali ed emergenti che le malattie trasmissibili rappresentano per la salute umana.
Nella proposta di regolamento relativo al nuovo programma per la salute “EU4Health Programme 2021-2027”,(COM(2020)405), presentata lo scorso 28 maggio, la Commissione europea ipotizza un rafforzamento delle funzioni dell’ECDC, prevedendo di affidare ad esso, e ad altre agenzie operanti nel settore sanitario, i compiti volti a raggiungere gli obiettivi ivi previsti. Il nuovo programma, con una dotazione di 9,4 miliardi di euro, mira a potenziare la sicurezza sanitaria e a permettere di prepararsi alle crisi sanitarie del futuro.
Tra i più recenti documenti pubblicati dal Centro si segnalano:
 il Rapporto tecnico del 28 maggio sulla metodologia per stimare la prevalenza dell’infezione da Sar-Cov-2 mediante test RT-PCR aggregati.
Il documento mira a fornire agli Stati dell’UE/SEE e al Regno Unito una guida tecnica per monitorare l’attività della malattia sfruttando al meglio le risorse di laboratorio. Fornisce inoltre assistenza alle autorità pubbliche per la definizione di una strategia e per l’analisi dei risultati;
 il Rapporto tecnico del 28 maggio sulle misure relative ai viaggi per ridurre la diffusione di COVID-19 nell’UE / SEE.
Il documento fornisce alcune considerazioni che riguardano, tra l’altro: i rischi legati ai viaggi; l’allentamento delle restrizioni in base alle aree geografiche che riportano una scarsa circolazione del virus; gli screening da effettuare ai viaggiatori prima dell’arrivo a destinazione e la gestione dei viaggiatori con sintomi.
24 Sul ruolo del Centro nella lotta al Covid-19 e sul suo funzionamento si veda la Nota UE N. 49.
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 Il Rapporto tecnico del 20 maggio recante il Protocollo di sicurezza sanitaria COVID-19 per la gestione dei passeggeri delle compagnie aeree in relazione alla pandemia.
Il documento fornisce, tra l’altro, esempi di buone pratiche su come gli operatori aeroportuali e gli operatori aerei e le autorità aeronautiche nazionali possono garantire la salute e la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio, mantenendo operazioni sicure e protette minimizzando il rischio di trasmissione del virus.
 il Rapporto tecnico del 19 maggio sulla sorveglianza del Covid-19 presso le strutture di assistenza a lungo termine nell’UE / SEE.
Il documento fornisce una guida per gli Stati membri UE/SEE che intendono implementare sistemi di monitoraggio nelle strutture di assistenza a lungo termine e descrive, tra l’altro obiettivi di sorveglianza. Tra tali obiettivi figurano: rilevare le infezioni COVID-19 nei residenti e nel personale delle strutture, per consentire un’adeguata attuazione delle misure di prevenzione delle infezioni per limitare la dimensione degli scoppi (obiettivo locale); monitorare il numero totale e la proporzione di strutture interessate; monitorare i cambiamenti dell’intensità e della distribuzione geografica delle strutture interessate nel tempo; monitorare l’impatto e la gravità di COVID-19 nelle strutture, incluso l’impatto sulla mortalità complessiva nella popolazione che vi risiede, al fine di adottare le misure di mitigazione.
Si segnala inoltre la valutazione rapida dei rischi sulla sindrome multisistemica infiammatoria pediatrica e infezione da SARS-CoV-2 nei bambini. Il documento riferisce che diversi Paesi colpiti dalla pandemia di Covid-19 hanno recentemente rilevato casi di infiammatoria pediatrica (PIMS-TS). Sono circa 230 i casi sospetti nei Paesi UE/SEE e nel Regno Unito.
L’ultimo aggiornamento della situazione del COVID a livello mondiale è stato pubblicato il 31 maggio.
Il documento riporta che dal 31 dicembre 2019 al 31 maggio 2020 sono stati registrati nel mondo 6.028.135 casi e 368.944 decessi.
Per quanto riguarda l’Europa i casi sono 1.934.991.
I cinque Paesi dove si registra il maggior numero dei contagi sono la Russia (396.575), il Regno Unito (272.826), la Spagna (239.228), l’Italia (232.664) e la Germania (181.482).
I decessi, sempre in Europa, sono 173.155.
I cinque Paesi con il maggior numero di vittime sono il Regno Unito (38.376), l’Italia (33.340), la Francia (28.771), la Spagna (27.125) e il Belgio (9.453).
Per quanto riguarda i Paesi UE/SEE, sempre secondo i dati dell’ECDC, al 31 maggio 2020 i casi sono 1.398.425 e i decessi 164.766.
L’ultima valutazione dei rischi risale al 23 aprile scorso25.
25 Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota UE N. 44/5.
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Distribuzione dei casi di Covid-19 nel mondo al 31 maggio 2020 – Fonte: ECDC.
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Distribuzione dei casi di COVID-19 nell’Ue/SEE e nel Regno Unito al 31 maggio 2020 – Fonte: ECDC.
Misure adottate dalle istituzioni europee In questo box sono elencate le misure già adottate dalle istituzioni europee. Per conoscerne i dettagli relativi al contenuto e alla genesi, si rinvia alle edizioni precedenti della presente Nota. Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione Sono stati approvati dai co-legislatori, per quanto i più recenti tra essi siano ancora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione, i seguenti provvedimenti: 1) il regolamento 459/2020 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020 che modifica il regolamento (CEE) n. 95/93 del Consiglio, relativo a norme comuni per l’assegnazione di bande orarie negli aeroporti della Comunità. Ha sospeso temporaneamente le norme UE che obbligano le compagnie aeree a gestire la maggior parte degli slot per evitare di perderli l’anno successivo al fine di fermare i cosiddetti “voli fantasma” causati dall’epidemia di COVID-19, aerei vuoti ma che decollano comunque;
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2) il regolamento 460/2020 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020 che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all’epidemia di COVID-19. Ha adottato una Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus per affrontare in maniera immediata gli effetti della pandemia di Covid-19; 3) il regolamento 461/2020 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020 recante modifica del regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio al fine di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri e ai paesi che stanno negoziando la loro adesione all’Unione colpiti da una grave emergenza di sanità pubblica. Estende il campo di azione del Fondo di solidarietà dell’UE includendovi anche le crisi di sanità pubblica; 4) il regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020 che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013 e (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda misure specifiche volte a fornire flessibilità eccezionale nell’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all’epidemia di COVID-19; 5) la proposta di regolamento del Consiglio che modifica il Quadro finanziario pluriennale 2014-2020; 6) i bilanci rettificativi nn. 1 e 2 dell’Unione europea per l’esercizio 2020; 7) il regolamento (UE) 2020/560 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020 che modifica i regolamenti (UE) n. 508/2014 e (UE) n. 1379/2013 per quanto riguarda misure specifiche per attenuare l’impatto dell’epidemia di COVID-19 nel settore della pesca e dell’acquacoltura; 8) il regolamento (UE) 2020/561 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020 che modifica il regolamento (UE) 2017/745 relativo ai dispositivi medici, per quanto riguarda le date di applicazione di alcune delle sue disposizioni; 9) il regolamento (UE) 2020/559 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020 che modifica il regolamento (UE) n. 223/2014 per quanto riguarda l’introduzione di misure specifiche volte ad affrontare l’epidemia di COVID-19; 10) il regolamento (UE) 2020/672 del Consiglio del 19 maggio 2020 che istituisce uno strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) a seguito dell’epidemia di Covid‐19 Consiglio dell’Unione Il 23 marzo 2020 il Consiglio Ecofin ha convenuto con la Commissione (Comunicazione di cui al COM(2020) 123) sull’opportunità di attivare la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita. Commissione europea Il 13 marzo scorso la Commissione europea ha pubblicato la Risposta economica coordinata all’emergenza COVID-19″, fornendo chiarimenti in materia di aiuti di Stato e specificando una serie di misure di sostegno che gli Stati membri possono adottare senza violare la normativa dell’Unione. Il 19 marzo ha pubblicato il Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 (modificato il 3 aprile) con il quale autorizza fino al 31 dicembre 2020 dieci tipologie di aiuti di stato.
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L’8 maggio scorso la Commissione europea ha approvato una seconda modifica del Quadro temporaneo autorizzando ulteriori interventi (ricapitalizzazioni e debiti subordinati). Banca europea per gli investimenti Il 16 marzo la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha annunciato l’adozione, in risposta alla crisi epidemica da COVID-19, di alcuni interventi miranti a fornire, mediante meccanismi di garanzia e di sostegno del sistema bancario, le risorse finanziarie necessarie a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) e le società a media e piccola capitalizzazione (c.d. mid cap) per un ammontare complessivo pari a circa 40 miliardi di euro. Inoltre, il Gruppo BEI farà ricorso agli strumenti finanziari a sua disposizione, condivisi con la Commissione europea, e in primis al prodotto “InnovFin a sostegno della lotta alle malattie infettive”, per finanziare progetti destinati a fermare la diffusione, a trovare una cura e a sviluppare un vaccino contro il coronavirus. Il Gruppo BEI sosterrà anche misure di emergenza dirette a finanziare il potenziamento urgente delle infrastrutture e il fabbisogno di dispositivi e attrezzature in campo sanitario26. Il 16 aprile il Consiglio di amministrazione della BEI ha approvato l’istituzione di una garanzia europea da 25 miliardi di euro (Fondo di garanzia paneuropeo) che ha lo scopo di mobilitare fino a 200 miliardi di euro a sostegno dell’economia reale, con focus sulle piccole e medie imprese, che costituiscono la colonna portante dell’economia dell’UE. Il Fondo consentirebbe di erogare fino a circa 200 miliardi di euro principalmente nella forma di garanzie e prestiti diretti (della BEI o del Fondo Europeo per gli Investimenti-FEI, entrambi con merito di credito AAA) o indiretti (tramite intermediari finanziari e banche di promozione nazionale). La costituzione del Fondo è stata sostenuta dall’Eurogruppo (9 aprile 2020) e dal Consiglio europeo (23 aprile 2020). Il 26 maggio il Consiglio di amministrazione della BEI ha raggiunto un accordo sull’assetto e sul modus operandi del nuovo Fondo di garanzia paneuropeo. Tutti i 27 Stati membri dell’Unione sono stati invitati a contribuire alla dotazione del Fondo proporzionalmente alle rispettive quote di capitale nella BEI27. L’operatività del Fondo è subordinata alla firma, da parte di un gruppo di Stati membri che rappresentino almeno il 60% del capitale della BEI, dei rispettivi accordi di contributo e alla creazione di un Comitato dei contribuenti, che avrà il compito di decidere sul ricorso alla garanzia. I contributi degli Stati membri al Fondo si realizzeranno sotto forma di garanzie, e potranno comprendere un versamento iniziale. Le garanzie copriranno le perdite subite nel quadro delle operazioni sostenute dal Fondo. Le eventuali perdite saranno a carico degli Stati membri partecipanti, proporzionalmente ai rispettivi contributi nel Fondo. Il Fondo di garanzia paneuropeo finanzierà le imprese che, pur mostrando prospettive di solidità nel lungo termine, si trovano in difficoltà a causa della crisi attuale. Almeno il 65% dei finanziamenti sarà riservato alle PMI. Una quota massima del 23% andrà alle imprese con almeno 250 dipendenti, mentre per quanto riguarda le imprese con un organico superiore ai 3 000 dipendenti troveranno applicazione apposite restrizioni. Una quota massima del 5% dei finanziamenti potrà interessare le imprese del settore pubblico e gli enti che operano nel settore della sanità o della ricerca medica, oppure che forniscono servizi essenziali nell’ambito
26 Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota su atti dell’Unione europea n. 44/2, aggiornata al 2 aprile 2020.
27 La contribuzione da parte dello Stato italiano è stata disposta dall’articolo 36 del decreto-legge n. 34 del 2020 (c.d. “Rilancio”) per un importo pari a circa 4,7 miliardi di euro. Si veda per maggiori dettagli il relativo Dossier dei Servizi studi della Camera e del Senato.
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della crisi sanitaria. Un’altra quota pari al 7% dei finanziamenti del Fondo di garanzia paneuropeo potrà essere assegnata al sostegno delle PMI e delle mid-cap sotto forma di capitale di rischio, di capitale per la crescita e di venture debt. Banca centrale europea Nel corso di due riunioni, il 12 e il 18 marzo 2020, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha adottato una serie di misure straordinarie per fornire al sistema imprenditoriale europeo, tramite il sistema finanziario, il flusso di liquidità necessaria. Obiettivo della BCE è quello di contrastare i rischi di interruzione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. La decisione forse più rilevante, sia in termini quantitativi sia in termini di segnale di politica economica rivolto ai mercati, è quella adottata il 18 marzo sull’avvio di un nuovo programma temporaneo di acquisto di titoli del settore privato e pubblico chiamato “Programma di acquisto per l’emergenza pandemica” (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP), con una dotazione finanziaria complessiva di 750 miliardi di euro. Insieme all’incremento di 120 miliardi del PAA annunciato il 12 marzo, l’intervento della BCE ammonta a una quantità di risorse pari al 7,3% del PIL dell’area euro28. Con la decisione del 7 aprile, il Consiglio direttivo della BCE, in linea con quanto preannunciato nel comunicato del 12 marzo, ha adottato un pacchetto di misure per allentare i requisiti in materia di garanzie, ampliando la portata degli schemi di crediti aggiuntivi (Additional Credit Claims, ACC) e apportando correzioni ai principali parametri di rischio nell’ambito del sistema delle garanzie. Ciò dovrebbe favorire la partecipazione delle banche alle operazioni di provvista di liquidità quali OMLRT-III e, di conseguenza, l’offerta di prestiti bancari alle imprese29. Il 15 aprile, la BCE ha dichiarato di sostenere le iniziative intraprese dalle autorità nazionali competenti per le politiche macro-prudenziali per fronteggiare l’impatto dell’emergenza sul settore finanziario. Tali iniziative consentiranno di rendere disponibile più di 20 miliardi di euro di capitale bancario primario di classe 1 (Common Equity Tier 1) per assorbire le perdite e sostenere i prestiti. Il 16 aprile, la BCE ha annunciato la riduzione temporanea dei requisiti di capitale per il rischio di mercato come risposta agli eccezionali livelli di volatilità registrati nei mercati finanziari fin dall’inizio della crisi epidemica. La BCE ha inoltre deciso di ridurre il moltiplicatore del rischio di mercato qualitativo, un’altra misura usata dalle autorità di vigilanza per compensare la possibile sottostima dei requisiti di capitale da parte delle banche. Il 22 aprile, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso, come misura complementare rispetto a quella di allentamento dei requisiti di garanzia adottata il 7 aprile, di accettare le attività negoziabili e gli emittenti che presentavano i requisiti di qualità di credito minima per
28 Per maggiori dettagli sulle misure annunciate dal Consiglio direttivo il 12 e il 18 marzo si rinvia alla Nota su atti dell’Unione europea n. 44/2, aggiornata al 2 aprile 2020.
29 Per maggiori dettagli sulle misure annunciate il 7 aprile si rinvia alla Nota su atti dell’Unione europea n. 44/4, aggiornata al 17 aprile 2020.
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essere accettati come garanzie il 7 aprile 2020 (cioè qualità BBB- per tutte le tipologie di attività, ad eccezione degli ABS – Asset backed securities) nel caso subiscano un declassamento, purché il rating rimanga ad un livello di qualità di credito pari a 5 (CQS5, equivalente a un rating BB) nella scala armonizzata dell’Eurosistema. Tale misura rimarrà in vigore fino a settembre 2021, al momento in cui avverrà il primo rimborso anticipato della terza serie di operazioni OMLRT-III30. Il 30 aprile, il Consiglio direttivo della BCE, oltre a ribadire il pieno impegno della Banca a preservare le condizioni di regolare funzionamento dei mercati finanziari e di erogazione della liquidità al sistema imprenditoriale, ha deciso di adottare un’ulteriore serie di misure riguardanti l’allentamento delle condizioni delle Operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (OMRLT-III) e di avviare una nuova serie di operazioni di finanziamento non mirate specificamente destinate a fornire liquidità durante l’emergenza pandemica (PELTROs).
1° giugno 2020
Ufficio ricerche nei settori economico e finanziario
A cura di: Patrizia Borgna, Melisso Boschi, Viviana Di Felice, Laura Lo Prato,
Davide Zaottini

 

Foto di David Sassoli (Presidente del Parlamento) e Ursula Von Der Leyen (Presidente della Commissione), dal sito Giampierogramaglia.eu

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