Ascoli Piceno 7 giugno.-Allarme per l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulle produzioni manifatturiere. A marzo nel Piceno , queste attività sono crollate del 30,6%. Il calo peggiore in assoluto dal 1990, ossia da quando esistono le serie storiche relative alla produzione industriale . Non sono nemmeno possibili raffronti tra l’attuale e altre crisi, compresa quella del 2008, quando la produzione diminuì del 26,8%, ma nell’arco non di uno ma di quindici mesi.
Nessun settore produttivo è stato risparmiato dal Covid-19. Secondo il Centro studi regionale Cna, neanche quelli di utilità essenziale che hanno continuato in qualche modo a operare. I dati più negativi su commesse e vendite per gli autoveicoli (meno 64,6%), abbigliamento (meno 51,2%), tessile (meno 42,1%). Rispetto alla caduta media del 30,6% hanno fatto peggio anche metallurgia, meccanica, apparecchi elettrici, legno.
In attesa dei dati successivi, soprattutto ad aprile il trend è destinato poi a peggiorare ancora. “Tuttavia, paragonando l’attuale recessione a quella del 2008 – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – esiste un elemento che potrebbe restituire qualche timida speranza. La recessione del 2008 era stata innescata da un crollo della domanda determinato da una crisi finanziaria globale. In questa fase, invece, si è verificato uno stop da offerta senza precedenti per sospensione forzata dell’attività. Quindi l’allentamento progressivo e la fine del lockdown potrebbe migliorare la situazione, sia pure in tempi difficilmente quantificabili e sicuramente non brevi”.