Ancona 15 giugno.- Ammonta a 2,7 miliardi di euro il valore delle esportazioni marchigiane nel primo trimestre del 2020 con una perdita del 9,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: la performance peggiore a livello nazionale dopo quelle della Basilicata e della Valle d’Aosta.
E’ quanto emerge dai dati ISTAT elaborati dall’IRES CGIL Marche.
Se si escludono la farmaceutica e la produzione di navi e imbarcazioni, che hanno dinamiche specifiche, i volumi complessivi di export nelle Marche nel primo trimestre dell’anno ammontano a 2,2 miliardi, con una perdita di 254 milioni pari a -10,2%. Dunque è pesantissimo l’effetto economico che l’emergenza Covid-19 ha prodotto sulle imprese e sull’export marchigiano.
Decisamente più contenuta la contrazione delle esportazioni a livello nazionale (dove il calo ha interessato 12 regioni) e nelle altre regioni del Centro dove si registrano perdite rispettivamente del l’1,9% e dell’1,5%.
Meccanica e sistema moda risultano particolarmente penalizzati. In particolare la meccanica (al netto della nautica) perde volumi di export per un valore di 118 milioni di euro, pari a -10,0%, con le macchine utensili che registrano -2,7% e gli elettrodomestici -4,8%.
Il sistema moda perde invece 106 milioni di euro, pari a -17,0%, più della metà dei quali persi dal settore calzaturiero (-17,0%). In forte perdita anche l’agroalimentare con 9 milioni di export in meno (-11,0%) e la gomma-plastica, con 7 milioni in meno (-5,4%).
Tiene invece il mobile con un incremento di +1,4%.
Penalizzate tutte le province marchigiane: Ancona perde 103 milioni di euro di export (-11,6%), Pesaro Urbino ne perde 54 milioni (-8,3%), Macerata 51 (-12,1%), Fermo 26 milioni (-8,7%) e Ascoli Piceno 20 (-8,8%).