Niente fondi per A14 Marche, industriali contro Ministro De Micheli

Ascoli Piceno 20 giugno.- E’ inaccettabile che nell’ambito dei 196 miliardi del Piano #italiaveloce siano stati individuati interventi prioritari per il miglioramento di numerose strade, autostrade, ferrovie, mentre nulla sia stato destinato, ad esempio, al completamento della terza corsia dell’A14 o, meglio ancora, alla sua variante.” E’ quanto scrivono gli industriali di Ascoli e Fermo nella lettera inviata al Ministro delle infrastrutture, Paola De Micheli. “Pur rallegrandoci dell’importante stanziamento di risorse nazionali previsto dal nuovo “Piano infrastrutturale” recentemente presentato nel corso degli “Stati Generali”, siamo costretti a constatare che per gli imprenditori e i cittadini del Sud delle Marche e del Nord dell’Abruzzo, da anni “territori imbuto” della costa Adriatica, non ci sia alcun motivo di esultare! Ci risulta, infatti – sostengono gli industriali- che ad oggi non sia stato previsto alcun investimento da Porto Sant’Elpidio a Pescara, tratto ormai sottoposto ad un transito che va ben oltre il livello di sostenibilità!

Un percorso impegnato quotidianamente da migliaia di persone e mezzi con milioni di tonnellate di merce, collegando Abruzzo, Molise, Puglia e buona parte della Basilicata: una “cerneria” fondamentale di collegamento tra il Nord e il Sud d’Italia.

Ed anche una rete infrastrutturale, datata e fragile, con numerose gallerie e viadotti, per molti chilometri in sovrapposizione con la linea ferroviaria e con la SS 16, quest’ultima al collasso per via delle continue congestioni autostradali che costringono un pesante traffico in molti tratti di centri abitati costieri, centri storici e riserve naturalistiche.” Gli industriali ricordano al Ministro De Micheli che il sud delle Marche è “da anni in attesa di investimenti sulla rete ferroviaria, indispensabili per accedere all’alta velocità, e questo determina un ritardo nello sviluppo di tutte le attività del territorio. Sarebbe infatti superfluo ricordare – aggiungono- i disagi vissuti a partire dal sisma, come anche il dramma vissuto per mesi a causa del sequestro giudiziario dei viadotti autostradali; altrettanto inutile sarebbe richiamare i tanti progetti negli anni già discussi e che permetterebbero un significativo miglioramento dei trasporti anche nelle direttrici est-ovest, verso l’entroterra e verso Roma. Il rischio è quello di assistere, ancora una volta, ad una ridistribuzione delle risorse che non soddisfi l’effettivo bisogno di migliorare le connessioni tra tutti i territori e di adeguarle a migliori standard nazionali. A quanti altri morti, a quanti altri terremoti, a quante altre delocalizzazioni aziendali dovremo assistere, prima che qualcuno finalmente riconosca l’estrema urgenza di investimenti infrastrutturali in questo dimenticato tratto d’Italia? ”

 

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