Anche un piccolo disegno preparatorio di Raffaello del 1501 , proveniente dalla Collezione Antaldi e mai esposto prima, tra le 60 opere presenti nella grande mostra “Cola dell’Amatrice. Da Pinturicchio a Raffaello” inaugurata oggi alla Pinacoteca civica di Ascoli Piceno nell’ambito del progetto regionale “Mostra Le Marche.” Una chicca, quella raffaellesca ( insieme ad altre due incisioni ) che si unisce al Taccuino di Cola dell’Amatrice ( anche esso inedito, dopo il restauro), ad un lavoro di Gian Antonio Bazzi (detto il Sodoma: Madonna con Bambino ) giunto da una collezione privata di Siena, e a decine di tavole, pale, trittici di notevole pregio storico ed artistico che rendono l’evento appena aperto al pubblico un appuntamento culturale davvero da non perdere. Protagonista naturalmente quel Cola , pittore ed architetto che ha segnato la storia di Ascoli e del suo territorio dal Cinquecento in poi – finita l’era di Carlo Crivelli, oltre al rapporto proficuo tra Roma e le Marche, nello scambio e nel confronto con i più noti artisti e committenti del tempo. Ma anche il Pinturicchio, Luca Signorelli , il Perugino, Pietro Alemanno, Antoniazzo Romano ed altri maestri che fanno della mostra un imperdibile tour nella bellezza rinascimentale, grazie alla collaborazione dell’Abbazia di Farfa, dei musei di Siena, Perugia, Rieti , L’Aquila, Fermo, Pesaro, Urbino e non solo. Alla presentazione della raccolta, che si è avvalsa del prezioso lavoro di diagnostica su dieci tavole, sei poi restaurate, attuate dagli esperti dell’Università di Camerino, hanno partecipato oggi i curatori Stefano Papetti e Luca Pezzuto, il sindaco di Ascoli Guido Castelli, l’assessore Giorgia Latini, il consigliere regionale Fabio Urbinati, la professoressa Graziella Roselli. “Si tratta di un esposizione di grande valore civile, che esalta l’opera di un artista che rappresenta la memoria culturale della nostra città”, ha detto Castelli, mentre Urbinati ha sottolineato il fatto che questo come altri eventi artistici sono “un valore aggiunto per tutta la provincia e possono essere un motore di rilancio economico e turistico per il territorio, locale e regionale”. Affascinante il racconto svolto dal giovane curatore Luca Pezzuto sull’ambiente storico che fa da sfondo alla vita e alle opere di Cola dell’Amatrice, tra lo sfarzo di Roma, la Salaria, l’Appenino e l’Ascolano. Mentre il direttore dei musei civici Papetti ha lamentato “l’abbassamento del livello qualitativo dei responsabili di molte istituzioni della Chiesa che gestiscono un enorme patrimonio artistico”.
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