Imprese artigiane provano a reggere la crisi. I dati Cna Ascoli

Ascoli Piceno 30 ottobre.- Mentre tornano a soffiare burrascosi i venti portati dalla pandemia, con dati di contagio in rialzo e rischi di ulteriori limitazioni alle attività sociali ed economiche, dal Piceno arrivano dati sulla situazione del tessuto imprenditoriale nel terzo trimestre dell’anno. Secondo i numeri elaborati per la provincia di Ascoli dal Centro studi della Cna regionale delle Marche, infatti, il saldo fra le iscrizioni e le cessazioni è leggermente inferiore rispetto al terzo trimestre del 2019 (meno 0,2 per cento) ma in crescita rispetto al secondo trimestre 2020 (più 0,6 per cento).

“Numeri confortanti – commenta Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – perché non c’è dubbio che esisteva il rischio concreto di un crollo delle attività. Ora, anche in considerazione della situazione epidemiologica in peggioramento, più che mai vanno concentrati gli sforzi per sostenere le nostre piccole e medie imprese. Il decreto Ristoro è un primo passo ma ci vogliono altri interventi mirati soprattutto per quelle categorie che proprio ora stanno vivendo nuove limitazioni e di conseguenza ulteriori cali di fatturato. Cali che proseguiranno purtroppo anche nei prossimi mesi e ai quali si dovrà rimediare con sostegni adeguati”.

E non è un caso – rileva sempre la Cna Picena – che nei dati di Movimpresa ci siano tendenze al rialzo proprio da settori strategici per il nostro territorio, come quelli legati al turismo. “Tengono i servizi nel terzo trimestre 2020 – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – e questo ci può far dire che ha funzionato il sistema di prevenzione e di informazione, al quale come Associazione partecipiamo attivamente sin dai primi momenti dell’emergenza, sulle misure di igiene e sugli interventi da apportare alle strutture per evitare rischi di ulteriori chiusure forzate”.

“Uno degli esempi che possiamo portare riguardo a queste buone prassi – conclude il direttore Cna, Balloni – riguarda i laboratori di parrucchieri ed estetiste. Nelle Marche e nel Piceno, proprio grazie al buon lavoro in consulenza e informazione fatto, si è potuti ripartire prima e continuare a lavorare in massima sicurezza sia per i titolari che per i dipendenti e la clientela”.

L’ANALISI DEL CENTRO STUDI DELLA CNA REGIONALE DELLE MARCHE. Le imprese attive nella provincia di Ascoli Piceno alla fine del III trimestre 2020. Calano quelle dell’agricoltura, del commercio, delle costruzioni e delle manifatture, crescono quelle dei servizi. Il saldo è solo leggermente negativo

Il tessuto delle imprese attive della provincia alla fine del terzo trimestre 2020, si incrementa di 117 unità rispetto al dato del II trimestre (+0,6%) ma diminuisce di 51 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (-0,2%). La variazione del terzo trimestre sul secondo può essere legata a vari fattori oltre che al succedersi delle stagioni e la sua positività è probabilmente dovuta al fatto che nel III trimestre si era già usciti dal lockdown e ciò ha influito sulle iscrizioni di nuove imprese e sulle cessazioni. Il fatto che la crescita “congiunturale” (III trim. su II trim.2020) sia più decisa nella provincia rispetto all’Italia, indica comunque che la sua capacità di reazione alla pandemia è stata migliore.

D’altra parte, il dato “tendenziale” del confronto tra III trimestre 2020 con lo stesso trimestre 2019 evidenzia come l’impatto della pandemia sia stato più marcato per la provincia (-0,24%) rispetto all’Italia (-0,01%).

Nella provincia, il numero delle imprese è diminuito in termini assoluti rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima soprattutto in agricoltura (-62 imprese), nel commercio (-37) e nelle costruzioni (-36) e nelle manifatture (-24). Il numero delle imprese attive è però aumentato nelle attività immobiliari (+30), nel noleggio – agenzie viaggio – servizi di supporto alle imprese (+17), nelle attività professionali scientifiche e tecniche (+15), nei servizi al turismo (+12) – una dinamica veramente sorprendente visto l’effetto della pandemia, dinamica peraltro confermata anche a livello nazionale –  , nella sanità e assistenza sociale (+12) e nelle altre attività di servizi (+10), nel trasporto-magazzinaggio (+5).

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