“È stata una scelta combattuta e difficile – spiega – dettata dal senso di responsabilità e concertata con il mondo scolastico nel corso di un incontro avvenuto ieri al quale hanno partecipato gli assessori all’Istruzione Latini e ai Trasporti Castelli. Avremmo voluto poter annunciare un ritorno alla normalità e riaprire le scuole ai nostri ragazzi, ma purtroppo il rischio di una impennata del contagio ci ha spinto alla cautela. Il numero di persone che si rimetterebbe in movimento con la riapertura delle scuole superiori è troppo rilevante in una situazione così delicata. Nonostante questi mesi di restrizioni infatti, gli esperti prevedono una terza ondata, e il rialzo dell’indice di contagio Rt si aggiunge oggi all’ipotesi di un cambiamento in senso restrittivo dei parametri che potrebbero portarci in zona arancione o rossa. Intanto gli ospedali sono ancora impegnati a gestire i pazienti della seconda ondata (ad oggi, 560 ricoverati e 65 pazienti in terapia intensiva) e al contempo si stanno organizzando per la campagna di vaccinazione oltre a gestire l’attività ordinaria e lo screening di massa. Per questo non possiamo far altro che mettere in campo tutte le misure per cercare di evitare scenari sanitari e socioeconomici peggiori, la priorità resta sempre la salute e la sicurezza dei cittadini”. Il cambiamento dei parametri per il calcolo dell’Rt, sottolinea infatti Acquaroli, se confermato potrebbe abbassare a 1,25 la soglia Rt per far scattare la zona rossa con il rischio di far riaprire per poi chiudere di nuovo nel giro di pochi giorni le scuole causando ulteriore confusione.
Il provvedimento entrerà in vigore il 7 gennaio. Restano garantite in presenza le attività laboratoriali e quelle per alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. La giunta si riserva comunque la possibilità di revoca o modifiche del provvedimento sulla base dell’andamento della situazione epidemiologica regionale.