Ascoli. Le dichiarazioni della consigliere regionale della Lega, Anna Menghi ( eletta nel Maceratese) secondo la quale “il regime fascista è stato l’ultimo periodo in cui in Italia è stata sostenuta e incoraggiata la natalità” ha scatenato vivaci proteste nel mondo politico. In particolare da parte degli esponenti del Partito Democratico.
A attaccare la Menghi, ricordando il ruolo di subalternità delle donne nel Ventennio mussoliniano, l’ex sindaco di Macerata e consigliere Romano Carancini, il capogruppo in Regione Maurizio Mangialardi e le donne della Federazione picena dei Dem, che hanno scritto una lettera aperta contro la consigliera leghista : “Le sue affermazioni riguardo allo spopolamento e all’allarme natalità – affermano queste ultime- sono irrispettose della popolazione marchigiana e non trovano fondamento storico, scientifico ed etico.(…) Il regime discriminò le donne sotto tutti i punti di vista, instaurando un tipo di società fortemente patriarcale, maschilista, paternalistica nei confronti della donna, giudicata un essere inferiore rispetto all’uomo. La famiglia era a sistema triangolare con a capo il marito. La moglie, a livello giuridico, era comparata al minore emancipato. I figli erano sotto la patria potestà. Siamo dovuti arrivare al 1975 per smantellare tale stato retrogrado rispetto agli altri Paesi occidentali.”
Eppoi si continua in un altro passo del testo : “Le gravidanze indesiderate c’erano e spesso per motivi di indigenza si ricorreva alle mammane. La percentuale di donne morte per aborto e parto era alta. La salute della donna era ad alto rischio. L’aborto era un crimine contro lo Stato punito con il carcere; il controllo delle nascite fu messo al bando e ci fu censura sull’educazione sessuale. Le tematiche legate al mondo della donna nel fascismo riguardavano esclusivamente l’incremento demografico ai fini di una visione mercantilistica ( manodopera a buon mercato) e colonialistica, della difesa della razza, della esaltazione della famiglia, del ruolo casalingo della donna. (…).
L’ attuale decremento demografico è frutto di ben altri problemi che si fa finta di non capire e certamente non è addebitarsi alla migrazione, all’aborto farmacologico, al mancato culto della razza ariana. Quindi, consigliera Menghi prima di esternare affermazioni che denotano una scarsa conoscenza della pagina più nera della Storia italiana, si ricordi che lei ha l’onore di occupare uno scranno per il quale donne, amanti della libertà e della democrazia, si sono batture pagando anche con la vita. “