Offida (Ap)- Ridotta in maniera considerevole la competitività delle imprese picene. L’Ascolano , si sa non è stato quasi mai al centro delle attenzioni della politica nazionale. Dopo la fine della Cassa del Mezzogiorno, il territorio ha vissuto un lento ma costante declino economico e produttivo. Con delocalizzazioni industriali e chiusure di centinaia di piccole imprese dell’indotto, che hanno prodotto pesanti ripercussioni sull’occupazione, il commercio, i servizi di tutta la provincia.
Tutto questo accadeva in conseguenza di crisi ordinarie del sistema capitalistico nazionale e globale, che riorentava gli investimenti verso le aree dove maggiori erano gli incentivi per le attività. Poi sono arrivate, per il Piceno anche le emergenze : il terremoto e da ultimo l’impatto delle restrizioni per la covid-19 ( la malattia).
Tutto ciò ha messo a terra il sistema produttivo e commerciale locale, che già viveva condizioni molto critiche.
Ma adesso a sfavorire una ripresa auspicata, ci si mette di nuovo anche la politica nazionale che non ascolta le richieste delle categorie economiche dell’Ascolano, Confindustria in primis. Creando disparità inaccettabili tra la provincia di Teramo ( Abruzzo) e quella Picena, nelle Marche, al confine con la prima.
“Entrambi i territori – afferma la società di consulenza Fideas di Offida– sono parte dell’Area di crisi industriale complessa Piceno-Val Vibrata, anche se le agevolazioni non hanno portato i benefici occupazionali previsti. Entrambi sono in regioni colpite dal sisma, ed entrambi sono parte di regioni europee in transizione, secondo la carta europea degli aiuti di Stato per il settennio 2021-27.
Ma l’Agenza delle Entrate ha confermato che il credito d’imposta fino al 45% degli investimenti in macchinari e impianti nell’area sisma, è prorogato fino al 31 dicembre 2021 solo per il Mezzogiorno, cioè per l’Abruzzo, e non per le Marche e quindi l’Ascolano. E a favore del Teramano – aggiunge Bartolomei – c’è da ricordare che esso può godere dell’ esonero contributivo parziale del 30% dei contributi Inps a carico dell’impresa fino al 31 dicembre 2029, agevolazione riservata alle imprese che godono fino al 2022 anche dello sgravio contributivo totale triennale per l’assunzione di giovani under 35.”
Insomma, le imprese a nord del Tronto, pur lavorando in aree attigue a quella della sponda sud, operano in un contesto normativo agevolativo completamente diverso, a cui è da aggiungere anche la maggiorazione del credito d’imposta fino al 45% per investimenti in ricerca e sviluppo, in luogo dell’aliquota ordinaria del 20%.
“Tutto ciò riduce la competitività delle nostre imprese – aggiunge Fideas -e l’attrattività del territorio piceno in maniera considerevole proprio per la posizione geografica di confine che occupa la nostra area.
Le imprese del nostro territorio restano in attesa delle misure compensative previste nella Legge di Bilancio 2021 a sostegno delle attività economiche dirette a contrastare fenomeni di deindustrializzazione in determinati territori non ricompresi nell’ambito di applicazione degli esoneri contributivi. Il tempo fugge ed anche le opportunità per mantenere e sviluppare il benessere nel nostro territorio.”