Vertenza Elica: il caso arriva in Parlamento

Fabriano (An).- Arriva in Parlamento la vicenda degli stabilimenti marchigiani del Gruppo Elica, che ha annunciato la delocalizzazione in Polonia con la perdita di 400 posti di lavoro. Il caso è stato sollevato stamani dalla deputata del Pd Alessia Morani, che ha chiesto l’intervento urgente dei ministri del Lavoro Andrea Orlando e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Chiedo – ha detto Morani – che il Gruppo Elica delle Marche venga convocato con urgenza dal governo, in particolare dai ministro Orlando e Giorgetti, perchè è notizia di ieri che il gruppo voglia delocalizzare in Polonia. Cosa che comporta una perdita stimata di 4-500 posti di lavoro e il coinvolgimento degli stabilimenti di Mergo e di Cerreto d’Esi. Voglio esprimere in quest’aula la solidarietà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che sono in presidio permanente e che meritano da parte del governo l’attenzione per quello che sta avvenendo”.

“Quella del fabrianese – ha ricordato Morani – è un’area in cui si è già conosciuta la disoccupazione per la crisi ex Merloni e credo che il governo debba mettere in atto tutte le azioni e le soluzioni possibili per evitare che il gruppo delocalizzi i suoi stabilimenti causando un dramma sociale in un territorio che è già stato duramente colpito”.

Sulla vicenda, che ha visto oggi lo svolgimento di un presidio dei lavoratori a Mergo, interviene anche il capogruppo Pd in consiglio regionale, Maurizio Mangialardi : “Lo dobbiamo dire chiaramente: l’operazione che Elica sta cercando di portare a termine apre allo spettro di una crisi sociale ed economica simile a quella vissuta oltre un decennio fa con la Antonio Merloni, anche a causa dei pesanti effetti che avrà sull’indotto. Spiace dirlo, ma i motivi avanzati dall’azienda circa la necessità di assumere questa scelta per mantenere il cuore e la testa del gruppo nelle Marche suonano come una cinica scusante che per troppi anni ha accompagnato le numerose vertenze che hanno portato a una inesorabile deindustrializzazione della nostra regione. Nessuna ragione economica può giustificare la decisione di lasciare senza reddito 400 famiglie, tra l’altro nel bel mezzo di una pandemia che ha già colpito molto duramente questo territorio.”

Dal canto suo, il Presidente della Provincia di Ancona, Luigi Cerioni afferma :«La delocalizzazione non può essere la risposta, soprattutto in questi momenti. Oggi siamo qui – ha detto il Presidente al presidio presso lo stabilimento di Mergo – perché abbiamo appreso con sgomento che ancora una volta programmi di ristrutturazione aziendale prevedono tagli drastici, se non definitivi, della capacità produttiva: questo significa ancora una volta delocalizzare.  Chiediamo al governo regionale e al governo nazionale di intervenire e chiediamo soprattutto all’Azienda di rivedere la sua posizione».

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