Morte del piccolo Alfie. Mons. D’Ercole, sconfitta la cultura della vita. Avanza disumanizzazione società

Ascoli Piceno 28 aprile.- “In occasione della morte del piccolo Alfie Evans, sento il dovere di esprimere un sentimento che provo nel profondo del mio animo e che voglio condividere con voi. Ho pregato nei giorni scorsi perché prevalesse il senso umano della vita e purtroppo, ancora una volta, mi trovo a verificare una sconfitta della cultura della vita e una chiara vittoria della cultura della morte. ” Lo afferma il Vescovo di Ascoli , Mons. Giovanni D’Ercole nel commentare la notizia del decesso in Inghilterra del bimbo di 23 mesi affetto da una malattia rara e al quale sono stati staccati i macchinari salvavita, contro il parere dei genitori. Il piccolo aveva ottenuto la cittadinanza italiana ma la sua famiglia non è riuscita ad ottenete il trasferimento in Italia, dove Alfie sarebbe stato ospitato dall’ospedale Bambin Gesù di Roma.

“Tra medici e giudici – dice Mons. D’Ercole- qualcuno gioirà ora e tra qualche tempo, quando la disumanizzazione della società sarà la norma, ne faranno addirittura un vanto. A noi non rimane che moltiplicare l’impegno perché il mondo torni a girare per il verso giusto. Ora che il piccolo Alfie è morto è necessario che ciascuno di noi si interroghi: tutti dicono la loro per questioni banali, scandali, parole vuote, ma di fronte a quei valori per cui è doveroso alzare il tono e far sentire la voce, troppi tacciono. ”

E prosegue ancora il Vescovo : ” Ormai non ci scandalizziamo più di niente, o quasi. Non ci scandalizza assistere al dramma di due genitori impediti dalla giustizia a tenere in vita il proprio figlio. Non ci scandalizza sentir parlare di droga nelle canzoni e di udirvi anche ripetute bestemmie. Non ci scandalizza che gli studenti rispondano male, o picchino i professori e i genitori. L’assurdo è ormai diventato normale e noi ci siamo tragicamente abituati a farcelo andare bene. Forse l’unica cosa che sia ancora in grado di scandalizzarci sul serio è il bene, ossia la vita così come dovrebbe essere. La cosa in assoluto più scandalosa, però, rimane sempre il Vangelo, ossia il punto di vista di Dio sulla vita. La fede – conclude D’Ercole – non è solo una questione da lezioncina di catechismo, ma è soprattutto una missione da affrontare tutti i giorni, col coraggio di combattere e di rischiare in nome del Bene. Altro che fare i bravi e dire le preghierine…”

 

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