Dal Movimento 5Stelle di San Benedetto riceviamo e volentieri pubblichiamo:
San Benedetto del T.(Ap). ” Per fortuna sembra che l’incendio della ITALSERVIZI non abbia avuto conseguenze dirette sulla incolumità delle persone, sebbene gli effetti sul medio e lungo periodo di crisi ambientali di tale portata possano essere oggettivamente poco prevedibili.
Se non altro l’episodio ha il merito di riportare in maniera improvvisa e drammatica all’attenzione dell’opinione pubblica locale, una serie di questioni ad oggi insolute che ci auguriamo vengano prese in carico al più presto dalla nuova amministrazione comunale, anche oltre quanto di sua stretta competenza e per mezzo di ufficio e personale dedicato, poiché gli effetti delle (mancate) attività di altri enti troppo spesso ricadono sulle spalle della cittadinanza.
La prima riguarda senz’altro la sicurezza dei depositi di rifiuti e/o materiale infiammabile, anche attraverso la verifica puntuale dei piani di emergenza previsti dalla legge: giusto per fare un esempio, a pochi metri dalla ITALSERVIZI insiste un’altra azienda che tratta materiale plastico attraverso stoccaggi significativi.
La seconda è domandarsi cosa potrebbe accadere se andasse a fuoco la famigerata “Piattaforma ecologica”, migliaia di tonnellate di rifiuti principalmente composti da materiale plastico, situati contigui al terrapieno della A14: sebbene il Movimento 5 Stelle – San Benedetto del Tronto abbia presentato esposti e denunce alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, al Prefetto, alla Commissione europea, purtroppo tutto tace.
La terza questione riguarda la necessità di individuare nel più breve tempo possibile una linea di condotta per riqualificare ed eventualmente riconvertire a residenziale-innovativo nel tempo, l’area sud di San Benedetto del Tronto. Impianti inquinanti, capannoni dismessi, infrastrutture fatiscenti, la spada di Damocle della centrale di stoccaggio di gas in sotterraneo: è senz’altro necessario lavorare per una soluzione condivisa e innovativa che preveda una decisa svolta green in loco, anche in funzione del numero significativo di abitanti già presenti.
Il doloroso incendio di ITALSERVIZI è l’ennesimo colpo inferto alla vivibilità di quell’area: entro pochi giorni saranno noti i risultati dei campionamenti ARPAM sulla matrice aria, ma la sensazione è che ci troveremo di fronte all’ennesimo disastrino ambientale: sarà poi l’inchiesta a determinare quali siano state le cause dell’innesco, sebbene tutti ci auguriamo abbiano almeno origine accidentale.
Sfortunatamente il problema degli incendi nei depositi di rifiuti pare sia ormai un problema strutturale nel nostro paese, ogni anno in aumento, tanto che la relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta (Commissione Ecomafie) sulle “attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti” fornisce dati allarmanti. Nell’ultimo triennio considerato (al 2017), sembrava ci fossero elementi concreti per definire di origine dolosa il 20% dei 270 incendi. Inoltre, in un approfondimento ad opera dell’allora Ministro Costa, dall’inizio della legislatura 165 su 262 erano occorsi a depositi di plastica e/o carta di scarsa qualità – materiali ormai a bassa ricettività da parte del mercato cinese – cosa che non accade di frequente ai depositi di umido, rifiuto a tutt’oggi dalla “resa economica” eccellente.”