Ancona. Il Covid tra lockdown, chiusure a intermittenza del canale horeca e difficoltà nelle esportazioni mette in affanno le produzioni vitivinicole. Soprattutto quelle di qualità che perdono oltre il 7% di valore per quel che riguarda le produzioni a denominazione di origine. Un dato che la lieve crescita del food (+1,1%) non riesce a sovvertire.
“E come se non bastasse a Bruxelles si continua a parlare di demonizzare il consumo di vino attraverso allarmi salutistici in etichetta come per le sigarette, una decisione semplicistica che rischia di criminalizzare ingiustamente il singolo prodotto al di là della quantità che se ne consuma” spiegano da Coldiretti Marche nel commentare il report Qualivita/Ismea 2021, dedicato all’impatto economico delle produzioni di qualità nelle varie regioni d’Italia.
In totale l’agroalimentare di qualità delle Marche vale 126 milioni di euro con Ancona a guidare le province con 55 milioni di euro. Segue Ascoli Piceno a 24 milioni, tallonata da Macerata a 21 milioni. Oltre l’80% del valore è rappresentato proprio dal vino.
Tra le altre produzioni di qualità bene i salumi con 11 milioni di euro con la carni regionali impiegate, ad esempio, per Prosciutto di Carpegna o Salamini alla Cacciatora, la carne fresca che vale 9 milioni di euro grazie al Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP e all’Agnello del Centro Italia IGP e i formaggi che tra Formaggio di Fossa e Casciotta d’Urbino arrivano a 2 milioni di euro di valore. “Su tutte queste produzioni – aggiungono da Coldiretti Marche – alle difficoltà oggettive che adesso riguardano anche i rincari energetici, si aggiunge la concorrenza sleale dell’italian sounding. Il falso Made in Italy ha un giro d’affari che ha superato i 100 miliardi, una ricchezza sottratta al nostro Paese in termini di risorse e possibili posti di lavoro”.
Una truffa in piena regola che riguarda anche le Marche come nel caso dei finti Salamini alla Cacciatora bloccati dall’Icqrf nel corso del 2020 sulle piattaforme Amazon ed Ebay e in vendita nel Regno Unito o dei wine kit canadesi per “produrre” Verdicchio tarocco con acqua e polverine che ancora si trovano sul web.