“L’ombra del giorno”, un capolavoro

Ascoli.- Un capolavoro. A chi scrive e a molti di quelli che ieri sera hanno gremito i cinema di Ascoli, è sembrato “L’ombra del giorno”. L’ultimo film di Giuseppe Piccioni, girato nella sua città la scorsa primavera e ambientato negli anni Trenta, non ha deluso le aspettative. Rivelandosi la migliore opera mai realizzata dal regista ascolano.

Una storia d’amore difficile e tormentata, che si snoda negli ultimi anni plumbei del fascismo con la seconda guerra mondiale alle porte e che esalta non solo il talento degli attori protagonisti ma anche la superba ed elegante bellezza del centro storico di Ascoli, in particolare di Piazza del Popolo e del Caffè Meletti.

Ed è qui, al ristorante Meletti che la narrazione del film si svolge in gran parte, e dove un convincente  Riccardo Scamarcio – Luciano, reduce claudicante della Grande Guerra che gestisce il locale – incontra all’improvviso una giovane ragazza che gli sconvolge la vita. Nel ruolo di Anna una Benedetta Porcaroli dal fascino ipnotico ma soprattutto dalle eccellenti qualità di attrice, valorizzate dai ripetuti primi piani di un Piccioni in stato di grazia.

La vicenda a tratti drammatica dei due si sviluppa come un giallo in un clima di controllo del regime sempre più pesante – “mala tempora currunt”, dice un vecchio professore di liceo cliente storico del locale – e mette in rilievo anche le capacità recitative di altri attori, a cominciare da Lino Musella, perfetto nei panni del camerata Osvaldo, ambiguo e senza scrupoli.

Bravi anche gli altri interpreti – Vincenzo Nemolato, Valeria Bilello e Sandra Ceccarelli  in una sequenza tanto breve quanto intensa, verso la fine della pellicola. Il parlato popolare e dialettale di alcuni personaggi minori ha dato poi anche quel tocco di comicità e leggerezza al film, che è stato molto apprezzato dal pubblico in sala ad Ascoli. Merito di un regista che ha raggiunto l’apice della maturità artistica ed espressiva, e che tutti si augurano ottenga con la sua ultima fatica un sicuro successo. La sua città deve essergli riconoscente.

Marco Traini

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