L’Ascoli Picchio stasera alle 20,30 si gioca tutta la serie B in 90 minuti. La gara di ritorno dei play out con l’Entella è l’ultimo atto di un campionato di calcio che non ha entusiasmato i tantissimi tifosi bianconeri presenti nelle Marche e anche fuori. Una squadra, quell’ascolana che era precipitata all’ultimo posto in classifica ma che Serse Cosmi, dall’alto della sua esperienza è riuscito portare almeno a giocarsi gli spareggi salvezza, lasciando indietro nella graduatoria 4 compagni avversarie. Ma che fatica per lui e per tutti gli appassionati, vedere una squadra del cuore barcamenarsi ogni volta per portare a casa il risultato, rischiando ogni volta , al minimo passo falso di essere risucchiata nel vortice infernale della zona retrocessione. Il materiale tecnico però, è quello che è. E questo lo si sapeva e non si può pretendere ora, qualcosa di più. Non è arrivata la salvezza diretta, dopo una rincorsa durata mesi, ma il quintultimo posto ha almeno permesso di disputare i play out da una posizione di forza, con la possibilità di restare in B pareggiando entrambe le gare. Nell’andata con l’Entella a Chiavari è finita cosi, con uno 0-0 che ha consentito ai bianconeri di arrivare alla sfida decisiva di stasera al Del Duca con un animo più sereno. Ma il match di ritorno non sarà una passeggiata. Tanto più considerando le assenze sicure di molti uomini importanti nel gruppo di Cosmi, da Buzzegoli a Bianchi, per non dire di Favilli. Ci vorrà tutto il sostegno dei 10 mila tifosi attesi allo stadio – dove per l’occasione è stata riaperta la curva Nord al pubblico – per riuscire a trascinare l’Ascoli verso il traguardo sperato. La tensione in città, non solo negli ambienti sportivi è alta. Anche perchè molti, compresi i notabili e i “personaggi” locali considerano la permanenza della squadra bianconera in serie B una possibilità in più per la città e il comprensorio di restare visibili sulla scena nazionale, nel senso più positivo del termine ( dopo tante tragedie, prima fra tutti il terremoto) . Noi non la pensiamo così, perchè intanto non siamo negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, da un punto di vista economico e sociale, e poi perchè ai vertici della società c’era allora un certo Costantino Rozzi, cioè una figura unica ed inimitabile dal punto di vista umano e sportivo. Per rilanciare il capoluogo piceno e il suo territorio ci vorrebbe ben altro che una squadra di calcio, per quanto vincente e apprezzata. Ma se il miracolo della salvezza questa sera si compirà, sarà gia molto , anzi moltissimo per i tanti cittadini e i tifosi sparsi nella regione, che hanno nel cuore da sempre, i colori bianconeri. Quello che è da augurarsi è che dal prossimo campionato, chi guida il Club di Corso Vittorio sappia allestire una formazione più competitiva, puntando anche alla qualità delle scelte da fare, e non solo alla quantità.
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