Tra gli chef emergenti più quotati d’Italia c’è lui, Alessandro Rapisarda. Classe 1987 di Castelfidardo. Con un curriculum vitae in cui si alternano nomi di grandi chef da cui ha appreso le varie arti in cucina e dove spicca come San Pellegrino Young Chef 2016, Rapisarda ha aperto i battenti di un ristorante tutto suo.
Nel mentre degli studi alberghieri a Loreto, il primo stage in cucina è stato da Roberto Fiorinicheg al Saraghino di Numana. Dopo il diploma la prima esperienza all’Hotel La Cantina di Palazzo Bello di Recanati da dove ha la possibilità di uno stage in un ristorante bistellato, Le Moulin de Mougins nella cucina di Roger Verge. Poi ecco che arriva a muovere dei passi, per 3 anni, da Mauro Uliassi a Senigallia: periodo nel quale ha una parentesi anche nel ristorante 3 stelle Michelin di Marten Berasategui in Spagna a San Sebastian. Prima di firmare il menu all’Hotel Gallery di Recanati dove è rimasto fino a poco prima di mettere in piedi il suo sogno, la sua curiosità e competenza si sono rafforzate anche grazie all’esperienza al ristorante Chalet Galileo di Civitanova Marche, allo chef Piergiorgio Parini del ristorante Il Povero diavolo a Torriana ed Enrico Crippa al ristorante tristellato Piazza Duomo ad Alba.
Tutto, passo dopo passo, per raggiungere il proprio sogno: aprire un ristorante proprio dove poter dare vita a fantasia e tecnica. Un posto dove poter raccontare se stesso e far vivere esperienze uniche ai commensali. E ci è riuscito. Il suo nido si chiama “Casa Rapisarda”, in Via IV Novembre 35 a Numana nella celebre e antica scalinata “La Costarella”. Per entrare si deve suonare il campanello, come accade per entrare a casa di qualcuno. Appena si entra la sensazione è quella di entrare a far parte di una famiglia dove la cucina è sulla destra e il salotto è bene apparecchiato per far accomodare gli ospiti. A destare l’attenzione è la scritta sulla parete di fronte l’ingresso. “Esagerare, ma con equilibrio” di Alberto Schön. Una frase che è la sintesi della filosofia di Rapisarda, all’anagrafe con il doppio nome Alessandro Salvatore. Tradizione e ricercatezza sono gli elementi del menu. Tradizione perché il fil rouge sono le Marche con i suoi prodotti; ricercatezza è la lavorazione degli ingredienti. Sedersi a tavola a Casa Rapisarda significa svestirti di ogni idea statica su ciò che riguarda la cucina tipica, il “solito” piatto cucinato come si cucina da sempre. Prima di assaporare chiudere gli occhi e cercare di immaginare gli ingredienti, in particolare pesce e vegetali: poi aprire gli occhi e lasciarsi stupire dalla corrispondenza palato-vista. Si potrebbe rimanere senza parole. Provare per credere.