Ancona.- Si è svolto sabato scorso il convegno organizzato da Legambiente “Il ruolo dei Parchi: Tutelare la biodiversità per ridurre gli effetti della crisi climatica, il contributo delle aree protette nelle Marche” presso la sede del Parco regionale del Conero e in diretta sulle pagine social dell’associazione. Al convegno hanno partecipato Enti del territorio e numerose associazioni di categoria.
Al centro della discussione i parchi esistenti e soprattutto l’urgenza di istituire nuove aree protette, soprattutto a mare, grandi assenti nelle Marche.
“Un tempo le Marche erano un laboratorio avanzato nelle politiche di tutela del territorio e della natura – ha dichiarato Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità Legambiente – Da troppi anni, invece, non è più così nonostante anche le Marche dovranno contribuire a raggiungere gli obiettivi del decennio per la tutela della biodiversità e le politiche climatiche: 30% di territorio e di mare protetto di cui il 10% tutelato rigidamente, e contenere del 55% le emissioni di CO2 per raggiungere Net zero entro il 2040. Ma nelle Marche non si istituisce l’Area Marina della Costa del Conero né l’Area Marina della Costa del Piceno nonostante siano previste da leggi dello Stato e sia acquisito il parere favorevole di tantissimi e, soprattutto, perché la nascita delle AMP rappresenta un passo fondamentale per tutelare parti importanti dell’Adriatico: uno dei mari più a rischio di perdita di biodiversità a causa della pressione di pesca, estrazione di idrocarburi e di altre pressioni antropiche. ”
Nel corso dell’iniziativa, si è molto discusso anche delle aree interne e del ruolo dei parchi esistenti: non solo protezione del mare quindi, ma anche delle aree terrestri, attuale motore della promozione della biodiversità nella Regione: “Nelle Marche la percentuale di territorio protetto è appena del 9,6% e sotto la media nazionale che è dell’11% e nemmeno un ettaro di mare protetto – dichiara Marco Ciarulli, Presidente Legambiente Marche – e l’attuale sistema di tutela è garantito da 96 siti della rete natura 2000 che interessano 141mila ettari a terra e solo 1.200 ettari a mare, dai parchi e dalle riserve regionali che con il Parco nazionale del monti Sibillini, oltre a tutelare la biodiversità, hanno contribuito a dare una spinta alla Bioeconomia circolare con importanti iniziative di sviluppo sostenibile locale e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico e l’economia green. Ma non per questo dobbiamo accontentarci. Oggi con il PNRR abbiamo una grande occasione di rilancio delle nostre aree interne”.