Ancona.- Durante il Consiglio Regionale che si è tenuto oggi ad Ancona, è stata discussa l’interpellanza del Gruppo PD Marche su “Somministrazione pillola RU486: accesso, modalità e settimane di gestazione”.
Le linee guida del Ministero della Salute, emanate il 12 agosto 2020 sulla base delle raccomandazioni dell’OMS e del parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità prevedono che l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico può essere effettuata fino a 63 giorni pari a 9 settimane compiute di gestazione presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate e collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure day-hospital.
“Ma la Regione Marche – afferma la consigliere Manuela Bora – continua a ostinarsi a non volerle recepire, non permettendo la somministrazione della pillola RU486 nei consultori e restringendo a sole sette settimane (49 giorni) di età gestazione il limite massimo per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza. Mentre in altre regioni – aggiunge la Bora- come il Lazio, l’Emilia Romagna, la Toscana, si rispetta alla lettera il dettato ministeriale, nelle Marche le donne continuano a godere di meno diritti.”
Per la consigliera del PD, evocando le ragioni dell'”etica cristiana” l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini avrebbe adottato “un atteggiamento antiscientifico, antilegalitario e retrogrado, generando discriminazioni tra territorio e territorio. “