Sono almeno 1500 i posti di lavoro a rischio a Comunanza e nel territorio montano ascolano e fermano, se la fabbrica Whirpool dovesse chiudere i battenti. A quelli dello stabilimento ex Merloni che produce lavatrici, si dovrebbero infatti aggiungere non meno di mille addetti che operano nelle aziende dell’indotto locale. Imprese importanti che lavorano nei cablaggi ( 140 dipendenti in una sola..) , nella plastica ( 100 posti), nella meccanica ed in altri settori che vedrebbero fortemente ridotto il proprio giro d’affari, nel caso che la multinazionale Usa decidesse di abbandonare al suo destino lo storico sito che era della famiglia Merloni. Una possibilità, quella della chiusura non tanto lontana dalla realtà, visto che Whirpool negli ultimi 3 anni ha fatto lavorare i propri dipendenti di Comunanza per una media di 3 giorni la settimana, con un volume produttivo che è sceso dal milione di lavatrici annue realizzate nel periodo Indesit alle 650 mila attuali. “E se dovesse scendere a 500 mila – spiega preoccupato il vicesindaco del paese Domenico Sacconi – significherebbe che la fabbrica diventerebbe antieconomica, con un serio rischio di cessazione dell’attività”. La crisi dello stabilimento ora in mano al colosso Usa era annunciata da tempo. Ma solo negli ultimi mesi è esplosa nella sua gravità. Perché l’annuncio di 140 esuberi previsti nel piano industriale, con un organico prossimo ormai ai 400 addetti e dopo un triennio di debole attività industriale, potrebbe preludere per molti ad un’ ulteriore riduzione del personale e forse ad una fine della produzione locale. Una fine che tutti vogliono scongiurare- forze sociali, istituzioni, cittadini di Comunanza e dei centri limitrofi, ma che ben pochi hanno la possibilità concreta di evitare, nel caso gli americani decidessero di andare via ( come hanno fatto in altri territori). A meno che non arrivino consistenti fondi pubblici per rinviare il disastro, e dare ancora un futuro ai residenti della zona già colpiti dagli effetti del terremoto. “Non abbiamo perso la speranza che la situazione possa evolvere in meglio – sostiene ancora il vicesindaco Sacconi – e la condizione di stallo attuale, dopo il rinvio dell’incontro fra le parti al Ministero dello sviluppo economico, che si doveva tenere ad inizio luglio può voler dire che la Whirpool sta riflettendo sulla questione e non ha ancora deciso. Il sindaco Cesaroni e tutta l’Amministrazione comunale di Comunanza si tengono in stretto contatto con i vertici dell’azienda, per trovare una soluzione alla crisi, dopo il rinnovo degli ammortizzatori sociali per 6 mesi da parte del Parlamento. Di certo – aggiunge Sacconi – lo stabilimento non può continuare a sopravvivere e basta : occorre la proprietà modifichi il piano industriale e rilanci l’attività nel nostro territorio. Da parte nostra , cercheremo di fare ogni sforzo per fare in modo che il Gruppo Usa ci ripensi. Anche perché- conclude il vicesindaco – sarebbe veramente assurdo far arrivare sul territorio risorse e incentivi per la rinascita post-sisma e poi lasciare andare via una fabbrica così, che garantisce il lavoro direttamente e indirettamente a molte centinaia di residenti”.
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