Il gioco nelle Marche, tutti i numeri

Ascoli.- Il gioco legale sta registrando un notevole incremento in tutta Italia già da diversi anni. Tra il 2020 e il 2021 i dati si sono trasformati sensibilmente. Nel 2020 la spesa nazionale era aumentata del 50% rispetto a prima, mentre nel 2021 si è arrivati anche oltre il 60%. Considerando che ai giocatori è stato restituito il 94% di quanto scommesso, la spesa effettiva ammonterebbe solo al 6% di quella totale.

All’erario è destinato come noto 1/5 della somma, mentre il resto costituisce la remunerazione lorda per la filiera. A sua volta, il
5% di quanto resta alla filiera equivale al fatturato del settore, che deve sostenere costi fissi e variabili, pagando peraltro tutti gli addetti ai lavori. I periodi di maggiore crescita sono stati fondamentalmente due nell’ultimo decennio: uno che è andato dal
2012 al 2015 e uno che va dal 2015 ad oggi. Nell’ultimo biennio è stato in particolare il comparto online a raddoppiare la propria raccolta. Come intuibili, le grandi città sono quelle in cui si gioca e si spende di più: Roma, Milano, Napoli, Torino. In regioni più piccoli come le Marche, la situazione è più moderata, ma comunque i numeri rimangono importanti. Ad Ancona si gioca in media mezzo milione di euro all’anno e le vincite sono inferiori di almeno il 20%. Anche a Macerata si tende giocare abbastanza, spendendo più di 450.000 euro nel giro di un anno.

Seguono Pesaro e Urbino, comunque sopra ai 400.000 euro di importi giocati. Le zone di Ascoli Piceno e Fermo, invece, sono quelle che hanno conosciuto una minore crescita nella regione. Da queste parti la spesa supera di poco i 250.000 euro, le vincite sono di poco sopra ai 200.000. Il dato generale sarebbe comunque preoccupante secondo le autorità, anche nelle Marche. Il costo sociale,
che si traduce in termini di salute ed ordine pubblico, sarebbe di almeno 5 miliardi annui in tutto il Paese. Da quattro anni a questa parte anche i comuni marchigiani sono interessati dai censimenti relativi al gioco: l’obiettivo è quello di capire il motivo principale per il quale le persone arrivano a generare spese tanto elevate e quanto vi partecipino i più giovani.Nel 2018 il 48% degli adolescenti italiani si era avvicinato al gioco e da allora c’è molta più attenzione al riguardo. Anche i media si interessano periodicamente
dell’evoluzione della platea dei giocatori.
Eppure, stando alle rilevazioni del Libro Blu, le Marche non sarebbero poi così attrezzate per sostenere tutte le attività ludiche del settore. Basti pensare che il numero delle apparecchiature AWP presenti in tutta la regione, circa 8.000, non è nemmeno lontanamente paragonabile al totale riscontrabile nella sola Lombardia, che supera quota 55.000. Come se non bastasse, nelle Marche gli esercizi stessi che sono abilitati ad ospitare questi macchinari sono in forte calo: nel 2020 erano appena 1.612. Le sale bingo vanno
verso l’estinzione: appena 3 sulle circa 200 ubicate in tutta Italia.
Le Marche contribuiscono a poco più del 2% della ripartizione dei conti di gioco online. Non è un mistero che nel terzo millennio l’intrattenimento sia divenuto soprattutto virtuale, proponendo le controparti digitali di attrazioni che una volta riunivano gli appassionati solo dal vivo,per esempio il blackjack italiano o il poker, la scopa o il tresette, il sette e mezzo o la briscola.

Anche i giochi ad estrazione concorrono ormai alla spesa online. Stando alle previsioni degli addetti ai lavori, i numeri generati dal gioco sul web aumenteranno ancora nei prossimi anni.

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