Civitanova Marche (Mc).– Filippo Ferlazzo potrà essere processato, perché capace di intendere e volere. Sono questi i risultati della perizia psichiatrica effettuata in carcere al 32enne che lo scorso 29 luglio a Civitanova Marche uccise sotto gli occhi di passanti e commercianti, l’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu ,39 anni.
La tragica vicenda che si verificò in Corso Umberto I provocò un grande scalpore a livello locale e nazionale. Alcuni testimoni del fatto invece di intervenire, rimasero fermi a riprendere con i loro smartphone l’agghiacciante scena in cui il 32enne, operaio di origini salernitane malmenò a morte il venditore ambulante che stava chiedendo l’elemosina, ignaro del fatto che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita.
In base ad una ricostruzione dell’omicidio, il nigeriano si era poco prima avvicinato alla compagna di Ferlazzo per chiedere con insistenza l’elemosina e per questo motivo, il 32enne, approfittando del momento di distrazione della compagna, lo ha rincorso sul Corso.
Una volta colpito con un bastone e buttato a terra, l’operaio ha soffocato l’africano con le proprie mani. Una modalità confermata poi dall’autopsia effettuata sul cadavere di Alika e che ha stabilito che l’ambulante morì per violenta asfissia e choc emorragico interno.
Ad effettuare la perizia su Ferlazzo in incidente probatorio, lo psichiatra Gianni Giuli, scelto dal gip Claudio Bonifazi. Presenti anche i consulenti di parte, Giovanni Battista Camerini per la procura, il sostituto procuratore Claudio Rastrelli che si è occupato delle indagini; il legale Monia Vagni per la difesa di Ferlazzo, rappresentata dall’avvocato Roberta Bizzarri ed il legale Marco Giansanti che si occupa di difendere i familiari di Alika, che nel processo si costituiranno parte civile.
Elisa Cinquepalmi