Jesi (An).- Con Vecchio Mondo, Nuovo Mondo prende il via la stagione sinfonica regionale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, la colonna sonora delle Marche. La FORM esegue il suo Concerto di apertura domani 20 gennaio al Teatro Pergolesi di Jesi, sabato 21 gennaio al Gentile di Fabriano, e martedì 24 al Lauro Rossi di Macerata; tutti alle ore 21.
Sul palco, con l’Orchestra diretta da Gérard Korsten, anche il violoncellista Ettore Pagano, che torna ad esibirsi con la FORM dopo il successo dello scorso anno conseguito con una travolgente esecuzione del concerto di Gulda. Pagano è un giovanissimo musicista di grande talento, vincitore del Concorso internazionale Johannes Brahms di Portschach (Austria) e del Concorso Internazionale Anna Kull Cello Competition, a Graz. Il più recente riconoscimento internazionale che arricchisce il suo già cospicuo palmares di vittorie è il primo premio al prestigioso Khachaturian Cello Competition svoltosi nel giugno 2022 a Yerevan.
Korsten è stato nominato direttore onorario a vita dall’Orchestra Sinfonica di Vorarlberg, in Austria, dove è stato in precedenza direttore principale. Inoltre è stato direttore musicale presso i London Mozart Players, il Teatro di Stato del Sudafrica a Pretoria, l’Uppsala Chamber Orchestra e ha ricoperto lo stesso ruolo con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari. Ha diretto oltre 100 orchestre in 24 paesi.
La serata si apre con splendide composizioni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, dalla musica ariosa e “spensierata” dei suoi celebri valzer, come quello tratto dal balletto La bella addormentata, Op. 66, ad opere di maggior impegno costruttivo quali i meravigliosi brani per violoncello e orchestra: Pezzo capriccioso per violoncello e orchestra, Op. 62; Notturno per violoncello e orchestra, Op. 19 n. 4; Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra, Op. 33.
Dal rococò settecentesco che conquistò tutta l’Europa Meridionale e Occidentale si compie un salto in avanti nel tempo con il capolavoro del compositore ceco Antonín Dvořák: la Sinfonia n. 5 in mi min. op. 95 Dal nuovo mondo (Sinfonia n. 9). Qui siamo di fronte a un moderno orizzonte mitologico: è l’ultima e la più celebre fatica sinfonica di Dvořák, composta a seguito di un viaggio negli Stati Uniti durante il quale il compositore ebbe l’occasione di conoscere approfonditamente la musica e il folclore americani. Ne scaturì una sinfonia che abbraccia la tradizione musicale del Nordamerica ma resta profondamente europea, o meglio sarebbe dire cèca, nello spirito e nelle motivazioni culturali. Una fusione perfetta tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.
nella foto : il violoncellista Ettore Pagano