Ascoli.- “L’ennesimo no imposto dal Consiglio di Stato alla possibilità di una proroga al 2024 delle scadenze delle concessioni balneari rischia di tradursi in una sonora battuta d’arresto per l’economia nazionale e territoriale, compromettendo l’importante percorso di crescita in chiave turistica intrapreso con successo dal Piceno negli ultimi anni. Un colpo durissimo per il territorio”. Lo afferma in una nota Cna Picena.
Secondo Cna la “sentenza emessa dal Consiglio di Stato ridimensiona drasticamente ogni prospettiva di investimento per le imprese che, con lo spettro della revoca della concessione ormai dietro l’angolo, non saranno certo motivate a stanziare risorse aggiuntive per migliorare ulteriormente la qualità dell’offerta turistica locale.”
Con i nuovi bandi ormai dietro l’angolo, a fare i conti con le conseguenze dell’applicazione della direttiva europea Bolkestein saranno 30.000 piccole attività che a oggi gestiscono concessioni demaniali marittime, con un effetto moltiplicativo da oltre 50 miliardi di euro.
«La proroga al 2024 non avrebbe risolto alla radice il problema, ma avrebbe quantomeno consentito alle imprese di prepararsi per tempo a competere con i grandi investitori che, con esperienze e interessi ben lontani dal nostro tessuto economico e sociale, beneficeranno di questa direttiva – dichiara Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno -. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i nostri concessionari di spiaggia, che con passione e amore per il territorio rappresentano oggi un patrimonio apprezzato in tutto il mondo».