Ascoli.- Ieri a Balzo di Montegallo (Ascoli) si è tenuto il primo convegno organizzato dal Movimento civico denominato “Rivoluzione contadina”. Oltre alla presenza dell’assessore regionale Andrea Antonini ha partecipato un gruppo gremito di imprenditori agricoli oltre a numerosi simpatizzanti e curiosi.
Sono state esposte e analizzate le criticità che impediscono lo sviluppo e crescita del territorio pedemontano dell’areale dei Monti Sibillini. In primo luogo è emersa l’amarezza per lo stato di abbandono dell’intera zona e per gli atteggiamenti indifferenti di alcuni Enti che continuano a pretendere prelievi impositivi dichiarati illegittimi dalla magistratura.
Su un piano secondario è emersa la volontà e la forte determinazione dei partecipanti ad andare avanti ed utilizzare tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per vedere affermati i propri diritti: in primo luogo quello di fare liberamente “impresa agricola”.
Allo stato attuale, nell’areale dei Sibillini, secondo gli imprenditori non ci sarebbero le condizioni. L’apparato agricolo è in difficoltà: non riesce più a sostenere il peso delle difficoltà innescate dalla fauna selvatica ( cinghiali, lupi, caprioli , istrici, ecc. ecc. sono sfuggiti a qualsiasi tipo di controllo), dalle variazioni climatiche, che colpiscono il comprensorio in maniera molto dura a causa dell’assenza totale di opere irrigue mai realizzate nel tempo dagli enti preposti, la presenza di imprese miste e microimprese che assorbono risorse e non sviluppano volume d’affari nel settore agricolo, la totale confusione generata da alcune norme regionali che hanno introdotto i concetti di “ de minimis” ed “indennizzo” nella rifusione dei danni provocati dalla fauna, già disciplinati dal Codice civile.
A conclusione dei lavori è stato elaborato un documento che verrà inviato alle autorità competenti al fine di fornire il contributo di pensiero proveniente direttamente dagli interessati.
Gli obiettivi quello di chiedere agli enti preposti di svolgere azioni di contenimento e graduale ripristino degli equilibri faunistici, di attuare un sostegno economico agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), ricondurre la liquidazione del danno alla Regione, lasciando agli ATC solo il compito di quantificare il danno diretto alle colture. Gli operatori montani sollecitano anche la realizzazione di opere di bonifica del territorio e l’avvio di una mini riforma agraria che preveda l’esclusione di alcune imprese dalle agevolazioni e contributi previsti per l’agricoltura.