Ascoli Piceno.- Un referendum per la pace in Ucraina. Lo hanno proposto insieme i Comitati “Generazione Future” diretto dal giurista Ugo Mattei e “Ripudia la guerra” con portavoce Enzo Pennetta. La raccolta firme inizierà ad aprile. L’obiettivo quello di chiedere agli italiani se sono favorevoli all’abrogazione delle leggi che permettono l’invio continuo di armi verso l’Ucraina o Paesi in stato di conflitto armato.I quesiti referendari sono due.
Il primo prevede l’abrogazione dell’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorita’ governative dell’Ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole.
Il secondo concerne l’abrogazione dell’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185 – “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia.
Ugo Mattei
Il Comitato dei garanti referendari vede la partecipazione di numerose personalità del mondo culturale italiano. Tra essi oltre allo stesso Ugo Mattei, Franco Cardini, Marco Guzzi, Manlio Dinucci, Moni Ovadia, Mauro Scardovelli, Vauro Senesi, Carlo Freccero, Don Alex Zanotelli.
“Il nostro fine ultimo – scrivono i promotori del referendum per lo stop alle armi – è quello di consentire al popolo italiano, a cui appartiene la sovranità secondo Costituzione, di far valere la propria volontà.”
Da sottolineare che negli ultimi mesi diversi sondaggi segnalano che la maggioranza degli italiani non condividono più le scelte parlamentari dettate dal Governo – e sostenute anche dalle opposizioni, con esclusione di Movimento 5Stelle e Sinistra-Verdi – sul continuo invio di armi all’Ucraina. Nel teatro di guerra, si assiste ormai ad un preoccupante stallo militare che può preludere ad un’escalation pericolosissima, nel caso russi o ucraini – appoggiati dalla Nato – decidessero di tentare una vittoria sul campo che tutti gli osservatori ed esperti giudicano molto difficile.
Il rischio dell’impiego di armi non solo convenzionali potrebbe aprire scenari inquietanti per tutta l’Europa, Italia compresa naturalmente. Da qui l’urgenza di trovare soluzioni alla crisi che siano diverse da quelle prospettate dagli USA o dai complessi militari e industriali occidentali, che vedono nello scontro una grande occasione di affari ( con l’Italia che vede ridursi i propri armamenti ma che stanzia 12 miliardi per nuove dotazioni, invece di pensare a sanità pubblica, piccole imprese, classi deboli e sempre più povere). Una scelta per la pace dovrebbe diventare la priorità. mt