San Benedetto del T. (Ap).- Le trivelle per estrarre gas dal pozzo Donata 4Dir verrebbero installate nelle 12 miglia marine dalla costa tra Marche e Abruzzo, nella fascia di tutela. Potrebbe essere questo l’aspetto su cui puntare per l’appello al Consiglio di Stato che i Comuni abruzzesi hanno tempo di presentare, entro il prossimo 24 luglio, per contrastare la realizzazione delle trivelle nello specchio d’acqua di fronte al Tronto quindi tra San Benedetto e Martinsicuro.
Nei giorni scorsi il Tar Lazio ha rigettato il ricorso presentato dai Comuni di Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Pineto e della Provincia di Teramo per contrastare l’installazione delle trivelle davanti al litorale tra Marche e Abruzzo. Pronunciamento che accenderebbe semaforo verde all’Eni per il pozzo Donata 4Dir e che ha fatto insorgere i territori interessati. Tanto che si sta pensando al ricorso a Consiglio di Stato per il quale ci sarebbe tempo solo fino al prossimo 24 luglio.
Una corsa contro il tempo. La stessa fretta che caratterizzò il primo ricorso nel 2021 tanto che non venne fornita né l’indagine geologica, né gli eventuali rischi sismici. Oggi a intervenire è il Comune di San Benedetto che nel 2021 non partecipò al ricorso ma oggi vuole sostenere e caldeggiare l’azione legale che gli altri enti metteranno in campo.
«Sono rimasto basito- ha affermato il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo – nell’apprendere che il precedente governo cittadino non partecipò, nel maggio 2021, al ricorso avviato dagli altri Comuni abruzzesi contro l’Eni. L’esito non sarebbe cambiato ma l’azione legale avrebbe avuto più forza e avrebbe potuto essere più completa a livello di studi geologici e sull’impatto che potrebbe avere tale intervento su eventuali eventi sismici. Per San Benedetto rappresenterebbe un danno irreparabile trattandosi di una città turistica».
L’avvocato del Comune Marina Di Concetto ha spiegato come la quantità di gas che verrebbe estratta dal pozzo sarebbe irrisoria pari allo 0,01% del fabbisogno nazionale. Quindi il gioco non varrebbe la candela.
«Il pozzo- ha detto la legale – verrebbe realizzato entro le 12 miglia marine dalla linea della costa quindi nella fascia di tutela e questo fattore potrebbe essere impugnabile, puntando sulla sicurezza. I Comuni abruzzesi dovranno preparare l’appello con sospensione cautelare per evitare la realizzazione della piattaforma. Nel 2021 ci ritrovammo con dei tempi molto stretti per agire».
A fare eco all’avvocato è stato il segretario generale del Comune Stefano Zanieri che ha puntualizzato: «Occorre contrastare la realizzazione di queste trivelle, ma nel caso in cui si dovesse andare avanti si potrebbe pensare a misure compensative come agevolazioni sulla tassa dell’Imu ma sarebbe un beneficio irrisorio se paragonato al danno che si verrebbe a registrare».
Una vicenda quella delle trivelle che arriva dopo 10 anni di battaglia portata avanti dalla città di San Benedetto contro il progetto per lo stoccaggio del gas andata avanti a suon di carte bollate e che ancora vede dei procedimenti in corso ed è tutt’altro che archiviata.
Alessandra Clementi