Processo telematico, Avvocati di Ancona : “Prorogare la fase transitoria”

Ancona – A partire dal prossimo 22 luglio entrerà in vigore la disciplina del processo penale telematico previsto dalla Legge Cartabia. Il portale informatico ministeriale nel quale depositare gli atti difensivi sta palesando difficoltà di accesso e prevede percorsi che preoccupano fortemente gli avvocati.

Per individuare soluzioni che possano scongiurare il blocco della macchina della giustizia penale nel Distretto di Ancona, l’Ordine degli Avvocati di Ancona e la Camera Penale hanno organizzato un assemblea nel quale fare il punto sulla situazione ed individuare eventuali azioni da proporre.

Per Gianni Marasca, Presidente dell’Ordine “c’è grande preoccupazione e, per questo, chiederemo che sia prolungata la fase transitoria e stabilita una proroga per mantenere la possibilità che il deposito degli atti possa avvenire sia tramite portale che, in via alternativa, tramite Pec almeno fino a dicembre 2023 quando i regolamenti attuativi della Legge Cartabia produrranno i propri effetti”.

Petruzzo e Marasca

L’obiettivo è dare il tempo ai tecnici ministeriali di effettuare gli efficientamenti al portale necessari per essere efficace rispetto alle esigenze delle procedure del processo penale.

Concorde anche Francesca Petruzzo per conto della Camera Penale di Ancona. “Ho verificato personalmente le enormi difficoltà di accesso al nuovo sistema informatico – spiega – e il confronto di oggi è stato utile anche per condividere i legittimi dubbi sulle procedure che ad oggi prevedono, per altro, una discrezionalità eccessiva dei funzionari”.

Nell’interlocuzione con la Procura e a ricaduta poi con il Tribunale e con la Corte d’Appello è chiaro un vizio di formazione per il personale che va sanato.

“Siamo in costante contatto con l’avv. Francesca Palma, membro del Consiglio Nazionale Forense – assicura il Presidente Marasca – perché i termini si avvicinano e ad oggi il sistema giustizia italiano non è pronto per avviare una svolta procedurale epocale come quella del processo telematico perché gli strumenti sono da affinare”.

“Anche durante la stessa riunione – conclude l’Avv. Petruzzo – abbiamo ricevuto un’informativa dall’Unione Camere Penali che svolte una costante e pressante interlocuzione con il Ministero, in ragione della quale contiamo di veder prevalere il buon senso per non pregiudicare ulteriormente una giustizia penale già cronicamente in ritardo”.

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