Ascoli. – Il calo dei consumi registrato nel mese di giugno dall’Istat getta ombre sulla stabilità economica di famiglie e piccole imprese.
Sulla scia dell’indagine svolta dall’associazione a livello nazionale, a lanciare l’allarme sul territorio è la CNA di Ascoli Piceno, che conferma la preoccupazione per i livelli di consumo in diminuzione che stanno caratterizzando questi ultimi mesi.
Nel bel mezzo di una spirale inflazionistica che contribuisce a “gonfiare” solo il valore delle vendite, le famiglie italiane devono fare i conti con una drastica riduzione del potere d’acquisto, che giorno dopo giorno costringe a spendere di più per acquistare sempre meno.
A pagare a caro prezzo le continue ondate di rincari sono, in particolare, le piccole imprese manifatturiere, alle prese con una preoccupante riduzione della domanda, come anche gli esercizi commerciali di prossimità che in queste settimane hanno drammaticamente visto crollare il proprio giro d’affari.
Se il caro prezzi non risparmia nessuno, è tuttavia evidente come i grandi gruppi industriali abbiano dalla loro mezzi adeguati per contenere l’impatto degli aumenti, a differenza di tante piccole realtà imprenditoriali che oggi faticano a far fronte alla crisi economica.
Per questa ragione, la CNA di Ascoli Piceno chiede al Governo di individuare tempestivamente delle soluzioni efficaci a un’inflazione che a giugno ha fatto registrare picchi ben più alti della media dei Paesi più sviluppati, proponendo strumenti e rimedi in grado di dare nuova linfa a un’economia che mostra già segni di rallentamento.
In questo senso, un primo passo indispensabile agli occhi dell’associazione è rappresentato dal blocco all’aumento indiscriminato dei tassi di interesi.
Nella foto : la presidente Trillini con il direttore Balloni