Ascoli.- Sono trascorsi ormai sette anni dalle drammatiche scosse che nella terribile notte del 24 agosto 2016 hanno portato morte e distruzione nelle nostre aree interne, del Piceno e non solo.
Le ferite del sisma restano ancora profonde ed evidenti, ma la voglia di ripartire e lasciarsi una volta per tutte alle spalle il dolore e le macerie degli ultimi anni hanno finalmente unito le comunità del cratere e le istituzioni nel segno della ricostruzione, non solo in termini edilizi ma anche economici e soprattutto sociali e umani.
In quest’ottica, fin dalle prime ore di emergenza e paura, la CNA di Ascoli Piceno si è attivata garantendo agli abitanti di Arquata del Tronto e degli altri comuni colpiti dal territorio assistenza e servizi essenziali, intraprendendo così un percorso all’insegna della solidarietà coltivato con soddisfazione anche negli anni a venire con le famiglie e le imprese locali.
“La Cittadella delle attività produttive, inaugurata ad Arquata solo pochi mesi dopo il sisma -afferma l’associazione- ha rappresentato uno dei primi concreti segnali di ripartenza, nonché l’esempio più luminoso dell’impegno comune profuso dall’associazione e dagli imprenditori locali per il bene del territorio.
Da allora, difficoltà e lungaggini burocratiche hanno inevitabilmente frenato il programma di ricostruzione pubblica e di quella privata, che tuttavia oggi sembra aver imboccato la giusta strada per restituire vitalità e fiducia ai 138 comuni del Cratere.
La struttura commissariale, che dallo scorso gennaio può contare sulla preziosa esperienza di Guido Castelli, ha infatti scelto di assegnare strategicità alla ricostruzione, semplificando le norme, stabilizzando il personale nei comuni e negli enti coinvolti nel sisma e stanziando risorse importanti per la ricostruzione.”
Lo dimostrano, secondo Cna i 611 milioni di euro liquidati in favore dei privati per i lavori, di cui ben 131 solo nel mese di luglio. Applicando scadenze e modus operandi propri del Pnrr, inoltre, è stato sbloccato il 95% delle progettazioni relative alle opere pubbliche, grazie anche a un nuovo piano da un miliardo e 100 milioni di euro e un servizio di assistenza dedicato agli enti locali.
“Si tratta di provvedimenti – sottolinea l’associazione -che lasciano indubbiamente ben sperare in vista di una riqualificazione del tessuto economico e sociale delle realtà ferite dal sisma, per le quali, tuttavia, resta ancora molto da fare.
Il totale delle richieste di contributo per la ricostruzione attese, per gli immobili residenziali o produttivi danneggiati dal Sisma 2016, è di 49.361, per le quali sono tuttavia stati presentati 28.555 progetti. Impossibile dimenticare, poi, gli oltre 10.000 nuclei familiari che attualmente beneficiano del Cas e che attendono ancora di poter tornare nella propria casa.
Per garantire un futuro a queste famiglie e per far tornare a splendere le nostre montagne sarà dunque necessario proseguire in questa direzione, mantenendo alta l’attenzione sulle difficoltà che ancora condizionano l’efficacia della ricostruzione e scongiurando il rischio di una desertificazione delle aree interne, che senza un adeguato supporto alle imprese locali aleggia inevitabilmente sul destino dei comuni del cratere.”