Sabato prossimo, 10 novembre al Circolo Cittadino G. Rossini di Pesaro, Mario Mariani presenta il suo nuovissimo disco The Rossini Variations, pubblicato da Intemporanea Records e distribuito su tutte le piattaforme da Artist First. E’ il quarto lavoro del compositore e pianista pesarese, un originale progetto di rilettura dei brani più famosi di Gioachino Rossini: Mariani si cimenta con i brani dell’illustre concittadino rilanciando l’idea-forza della sua progettualità musicale, sintetizzata in una domanda frequente e significativa, ovvero “Un altro piano è possibile?”. Reduce dalle presentazioni straniere di Oslo, Stoccolma, Skopje e Tunisi, Mariani si avventura in questa brillante operazione in vista del 150mo anniversario della scomparsa del celebre compositore, morto il 13 novembre 1868.
“Già nel 2017, con The Soundtrack Variations – si legge in una nota- Mario Mariani offriva il suo personale e sorprendente tributo al mondo del cinema, presentando un pianismo unico nel suo genere, talvolta anche provocatorio, vista l’importanza della performance che si avvale di tecniche estese, molte delle quali di sua ideazione. Con The Rossini Variations il compositore e pianista – apprezzato nel panorama internazionale per il suo stile così peculiare – affronta l’opera di Rossini offrendo un altro punto di vista, quello del suo approccio creativo al piano preparato, con un taglio teatrale e accattivante. Più che un tributo, è un confronto all’insegna dell’invenzione, partendo dal lascito del genio pesarese per incamminarsi su percorsi spiazzanti: l’album contiene infatti rifacimenti, variazioni e improvvisazioni dei brani più famosi tra cui le overtures della Gazza Ladra, Guglielmo Tell e Italiana in Algeri, il Largo al Factotum, il “Duetto buffo di due gatti” e la celeberrima Tarantella. Le trascrizioni a cura di Mariani sono affiancate a variazioni polistilistiche con momenti di natura improvvisativa, che sottolineano quello scintillante spirito rossiniano che, per usare le parole di Stendhal, “allontana dall’anima tutte le emozioni meste”. “