San Benedetto del T.(Ap).- Cronaca di una defenestrazione annunciata. È il caso di dirlo davanti alla vicenda Lazzari che nei giorni scorsi ha visto protagonista l’amministrazione sambenedettese. Non è stato un fulmine a ciel sereno visto che da mesi, anzi da quasi un anno, la posizione dell’assessore alla cultura Lina Lazzari era appesa a un filo.
Un anno fa infatti i consiglieri Umberto Pasquali e Martina De Renzis della lista Rinascita Sambenedettese decisero di uscire dalla civica, che aveva indicato Lazzari come suo assessore, per approdare nel Gruppo misto. Questo significava per l’assessore alla cultura non avere più una rappresentanza in consiglio e quindi un’estrema fragilità politica. Situazione a cui si sono sommati diversi scontri con il vertice dell’amministrazione, decisioni e manovre politiche che Lazzari negli ultimi mesi aveva mal digerito.
Tutto questo fino alla mattina dello scorso 17 ottobre quando Lazzari è stata convocata nello studio del sindaco e lì Spazzafumo l’ha informata che ormai almeno sei tra consiglieri e assessori avevano chiesto la sua testa. Una vera congiura, a seguito della quale sarebbe stato difficile andare avanti. Da qui la decisione di Lazzari di rimettere nelle mani del sindaco le deleghe alla cultura, istruzione e pari opportunità. Quindi nessuna dimissione, ma solo restituzione delle deleghe.
Da lì a qualche giorno l’assessore ha spiegato come in questi mesi fosse rimasta al suo posto per portare avanti progetti ed eventi dal cartellone estivo, alla riqualificazione di Palazzo Piacentini e Villa Rambelli, passando per la riapertura della Villa romana al Paese alto. Quindi era restata ingoiando bocconi amari.
Quali? Appena insediata il suo stesso capogruppo Pasquali le aveva chiesto di dimettersi dopo sei mesi per dare seguito a una sorta di staffetta, a questo si era aggiunta la delibera sulla dismissione del parco Bambinopoli che lei non aveva condiviso, così come non aveva accettato la gestione delle Frecce tricolori fino alla vicenda delle spese sul trasporto scolastico con riunioni svolte da altri assessori nonostante il servizio facesse parte del suo settore. Tanti, troppi bocconi amari.
Dopo la restituzione delle deleghe e qualche sassolino tolto dalla stessa Lazzari, che però era rimasta assessore a tutti gli effetti, non si è fatta attendere la revoca della nomina da parte del sindaco. Così da venerdì scorso Lazzari non è più assessore. Ma con quali motivazioni addotte?
“Il venir meno – si legge nell’atto – della fiducia sulla idoneità del nominato assessore a rappresentare gli indirizzi del sindaco delegante e a perseguirne gli obiettivi programmatici”. Parole che non sarebbero affatto piaciute all’ex assessore tanto da inviare una segnalazione al prefetto e presentare un ricorso al Tar. Una vera e propria telenovela.
E la prossima puntata si terrà l’11 novembre in sede di consiglio comunale quando come primo punto ci sarà l’informativa del sindaco sulla sfiducia di Lazzari. Nel frattempo le deleghe saranno mantenute ad interim dal sindaco e anche in questo caso non è mancata la polemica da parte delle donne dell’opposizione che hanno presentato una denuncia alla commissione provinciale sulle pari opportunità per una giunta che non rispetterebbe la rappresentanza di genere e quindi le quote rosa.
Alessandra Clementi