Ascoli, pronta interrogazione minoranze su Sgarbi

Ascoli.- E’ pronta l’interrogazione delle minoranze consiliari di Ascoli sulle presunte consulenze di Vittorio Sarbi per il Comune piceno.

L’hanno redatta Pd, Cinquestelle e “Ascolto e Partecipazione” per chiedere alla Giunta Fioravanti se dal novembre 2022 – mese in cui il critico d’arte è stato nominato Sottosegratario al Ministero della Cultura – siano state attivate collaborazioni retribuite con Sgarbi o con le società Ars srl ed Hestia srl, amministrate secondo i rappresentanti dell’opposizione rispettivamente dal capo segreteria del noto critico e dalla sua compagna.

Nel testo dell’interrogazione a risposta orale – che al momento non è stata ancora calendarizzata in assemblea – si sollecita inoltre il sindaco a chiarire quali sono state “le collaborazioni e/o relazioni con la Fondazione Cavallini Sgarbi, la Fondazione Elisabetta Sgarbi ( sorella del critico : ndr) e l’Associazione Culturalmente Insieme, ed i contributi da questi ricevuti a partire dal 2019”.

Le minoranze consiliari di Ascoli sostengono nell’atto che “è emerso in diversi articoli di stampa e trasmissioni televisive, che il
sottosegretario di Stato alla cultura Vittorio Sgarbi avrebbe svolto attività di conferenziere a pagamento, almeno 33 in nove mesi, da febbraio a ottobre 2023  mentre ricopriva il ruolo governativo di sottosegretario alla cultura (dal 2 novembre 2022). ”

E poi ricordano che ” l’art. 2 della legge 20 luglio 2004 n. 215 sul conflitto d’interessi, nota anche come “legge Frattini”, prevede che il titolare di cariche di governo le svolga in via esclusiva, e non possa «esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati».

Inoltre, «in ragione di tali attività può percepire unicamente i proventi per le prestazioni svolte prima dell’assunzione della carica» e non può «esercitare qualsiasi tipo di impiego o lavoro pubblico» o «privato»;

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha dichiarato pubblicamente di essere «indignato dal comportamento di Sgarbi» e ha ammesso di aver appreso delle consulenze a pagamento dai giornali, e di essersi attivato «per verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge». Il ministro ga inviato tutti i documenti all’istituzione competente, chiedendo un parere all’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

 

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