Folignano (Ap).- «Oggi lo abbiamo reso vivo. Peppino è qui, a fianco a noi. Sono molto emozionato». Così Giovanni Impastato al termine della cerimonia di intitolazione della scuola primaria di Folignano al fratello, assassinato da Cosa Nostra il 9 maggio 1978. «È un regalo per noi. Abbiamo molto sofferto, ma abbiamo reagito mantenendo grande rispetto dei nostri genitori.
La nostra famiglia era mafiosa, non abbiamo mai condiviso le scelte di nostro padre e il suo codice comportamentale di mafioso. Ma non è mai mancato il rispetto», ha affermato Giovanni Impastato.
La giornata di martedì 14 novembre a Folignano è stata dedicata alla memoria dell’attivista impegnato nella lotta alla mafia, assassinato 45 anni fa. All’ingresso della scuola è stato svelato un murale dedicato a Peppino, realizzato dall’artista folignanese, Barbara Tomassini. Nel pomeriggio è stato proiettato il film “I cento passi” nelle sale del teatro parrocchiale di Villa Pigna. Al termine si è tenuto un incontro promosso dalla comunità scout folignanese.
«Abbiamo un ambiente scolastico sano e ne andiamo orgogliosi – ha dichiarato il sindaco di Folignano, Matteo Terrani -. C’è tanta emozione oggi. È una giornata che rimarrà impressa nella memoria. Ringrazio Giovanni: ha speso la vita per ricordare suo fratello. Peppino Impastato è stato ucciso quando aveva solo 30 anni. Da adolescente si era ribellato a un sistema criminale benché lui fosse nato in una famiglia mafiosa. Ma dopo il suo assassinio, chi è rimasto ha combattuto per onorare la memoria e ripristinare la verità: il suo mandante è stato condannato solo 24 anni dopo. E questo è avvenuto solo perché Giovanni e sua madre non hanno mai smesso di lottare».
Dopo l’intitolazione della nuova scuola dell’infanzia a Folignano a Carlo Alberto Dalla Chiesa, un altro istituto scolastico del luogo porterà così il nome di uno dei simboli della lotta alla mafia nel nostro Paese. «Abbiamo deciso di intitolare le nostre scuole alle vittime di mafia – ha aggiunto il sindaco -. Insegniamo così ai nostri ragazzi a contrastare un modo di essere sbagliato, le ingiustizie che nella vita ognuno di loro si troverà di fronte. E queste testimonianze sono per loro, i cittadini del domani. Oggi questa scuola è bellissima, in un posto bellissimo. Come disse Peppino: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”».