Colli del Tronto (Ap).- ” Tornare a finanziare i centri antiviolenza e i consultori sul territorio”. Lo ha detto oggi a Colli del Tronto (Ascoli) in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Paula Amadio, dirigente della Rete Femminista Marche e presidente dell’associazione picena “Qualcosa di sinistra”.
Lanciando anche un appello alle istituzioni affinchè per prime intervengano per fermare una deriva che sta coivolgendo sempre più ragazze e donne di tutte le età, vittime di soprusi, maltrattamenti e aggressioni da parte degli uomini. Tanto che solo nella nostra regione, nel 2023 già si contano 6 donne uccise per mano maschile.
“Invece di tanta retorica, occorre partire da quello che c’è già. E dunque dai quei servizi che sono stati depotenziati negli ultimi anni, con riduzione di risorse anche superiori al 50% e con personale precario. Parlo dei Centri antiviolenza – spiega l’Amadio – e dei consultori che possono evitare che situazioni a rischio diventino pericolose o tragiche. Insieme ad una cultura patriarcale che ancora domina il costume – aggiunge – c’è una violenza istituzionale che non permette di uscire da questo quadro preoccupante.”
Nella conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche Alex Marangon – presidente ANPI valle del Tronto – e le attiviste Raffella Giantomassi, Paola Cantalamessa e Laura di Loreto, è stato sottolineato che da tempo ormai si assiste ad “un attacco ai diritti delle donne e alle conquiste raggiunte dagli anni settanta ad oggi”. Con l’effetto che molte della libertà che sembravano acquisite, rischiano di essere progressivamente limitate o condizionate.
Sia sul piano dei comportamenti sociali – “le ragazze devono sempre stare attente quando escono da sole, specie di sera o notte”… – sia su quello giuridico e medico. E qui è sta evidenziata la difficoltà di applicazione della legge sull’aborto, che nelle strutture pubbliche marchigiane vede una netta prevalenza di medici obiettori di coscienza. Medici e apparato sanitario che quindi tendono a scoraggiare gli interventi, rendendo ancora più problematica la scelta di una donna che pur vivendo un dramma esistenziale, vuole essere libera di autodeterminarsi.
E poi sul piatto la questione forse più importante, quella economica. L’autonomia delle donne, è stato ribadito a Colli è forse il miglior modo per evitare che le violenze familiari o di altro genere si perpetuino, evitando il ripetersi di tragedie irreparabili. Ma evidentemente il sistema dominante attuale, oltre che la legislazione non favoriscono questa autonomia e la possibilità di conciliare lavoro e cura dei figli.
All’incontro di oggi nella sede che è condivisa da molte associazioni locali, è stato presentato un disegno di un giovane artista, Urka il suo nome, che ha voluto simboleggiare in maniera forte e diretta, il dramma umano che vive molta parte del mondo femminile di oggi.
Nel pomeriggio Paula Amadio e gli altri attivisti percorreranno tutte le strade del borgo e delle frazioni di Colli del Tronto, leggendo i nomi delle 110 donne vittime di femminicidio in Italia nel 2023.
foto : al centro Paula Amadio
Marco Traini