Recanati (Mc). “Cibernetica e Fantasmi” questo il titolo della nuova mostra promossa dal Comune di Recanati, curata dall’organizzazione culturale Sineglossa in collaborazione con La Punta della Lingua, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche.
La prima mostra italiana sulla poesia scritta dall’intelligenza artificiale, con l’intelligenza artificiale e sull’intelligenza artificiale, a cura di Sineglossa, che verrà inaugurata a Recanati negli spazi del Museo Civico di Villa Colloredo Mels, venerdì prossimo 15 dicembre alle ore 18 e che si potrà visitare fino al 30 dicembre.
“Dopo la mostra dedicata a Hugo Pratt ancora in corso presso il museo di Villa Colloredo Mels, siamo entusiasti di presentare questa nuova esposizione che intreccia poesia, arte e nuove tecnologie. – Ha dichiarato l’assessora alle Culture Rita Soccio – L’intelligenza artificiale rappresenta una nuova frontiera da esplorare e analizzare al fine di comprendere sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Questa mostra si configura come una riflessione nel mondo dell’arte, aprendo la strada a molteplici interpretazioni. Il recente spazio espositivo inaugurato nel museo, che già ospita i capolavori del Maestro rinascimentale Lorenzo Lotto e una sezione dedicata a Giacomo Leopardi, si rivela l’ambientazione ideale per questo progetto che mira a coniugare il passato e il futuro”.
Una mostra che sceglie la città natale di Giacomo Leopardi e un titolo ispirato a una conferenza di Italo Calvino per illuminare nuovi punti di contatto tra l’eterno bisogno umano di poesia e le capacità linguistiche e combinatorie delle intelligenze artificiali.
L’idea che una macchina possa rimuovere l’essere umano dai “negozi della vita” e sostituirlo tanto nelle «cose materiali», quanto e soprattutto in quelle «spirituali», è anticipata da Leopardi nel 1824, in una delle Operette morali meno note ma più visionarie e futuribili, in cui il poeta recanatese immagina un’Accademia dei Sillografi – i sillografi erano, nell’antica Grecia, poeti di versi ironici e burleschi – che istituisce un bando di concorso per premiare le tre migliori invenzioni capaci di sostituire l’essere umano.
La mostra è stata anticipata dal concorso di poesia Cibernetica e Fantasmi: un concorso dove sono state candidate poesie scritte dall’IA, sull’IA o con l’IA. Tutte le opere presentate entreranno a far parte di un archivio digitale che restituirà il variegato panorama della ricerca poetica in questo ambito. La poesia vincitrice verrà annunciata il 15 dicembre, in occasione dell’inaugurazione della mostra e si aggiudicherà il premio di 500 euro.
“Cibernetica e Fantasmi“, lo stato dell’arte su poesia e IA, offrirà un percorso espositivo che parte da opere scritte da esseri umani e arriva a poesie totalmente create dalle macchine intelligenti, passando per vari livelli intermedi di co-creazione tra le due autorialità. Se già Calvino apriva alle possibilità creative della cibernetica, in un’epoca in cui l’essere umano iniziava a capire “come si smonta e come si rimonta la più complicata e la più imprevedibile di tutte le sue macchine: il linguaggio“, cosa succede quando il linguaggio smontato e rimontato dall’intelligenza artificiale incontra la scrittura poetica attraverso i suoi autori?
La mostra tenterà di rispondere a questa domanda, conducendo il pubblico in un percorso dai primi esperimenti elettronici fino all’utilizzo delle intelligenze artificiali generative come ChatGpt o MidJourney, attraverso le opere di alcuni degli artisti italiani e statunitensi più attivi nel panorama contemporaneo della ai-generated poetry.
Da Tape Mark 1, la pionieristica opera computazionale di Nanni Balestrini del 1962, ad I am code: An Artificial Intelligence Speaks, testo in versi scritto da Code-davinci-002, un antenato di ChatGpt, e letto da Werner Herzog, Il regista ed esploratore dell’ignoto che, sorpreso dal loro potere evocativo e disturbante, ha affermato: “Sono io l’unico che dovrebbe recitarle”. Dai fotoromanzi poetici di Fabrizio Venerandi, il googlism di Marco Giovenale, le audiopoesie Persona utopica / persona distopica di Francesca Gironi, fino a quelle totalmente analogiche sul rapporto uomo-macchina di Paolo Agrati. Infine, due opere internazionali che sono già pietre miliari della poesia realizzata con l’IA: 1 the Road di Ross Goodwin, che, sulle orme di Jack Kerouac, ha percorso migliaia di chilometri insieme ad una IA che scriveva di quello che vedeva e sentiva, e COMPLETION: Are you ready for the future? della pluripremiata poetessa Sasha Stiles, scritte con Technelegy, il suo alter-ego digitale.
nella foto : un opera di Sasha Stiles