Centri per l’ impiego. La Regione Marche prepara la riorganizzazione. Dallo Stato 1 miliardo

Sarà la volta buona per far funzionare davvero i Centri per l’Impiego, portandoli ad operare su standard europei ? E soprattutto a metterli in grado di far incrociare la domanda di lavoro – che è altissima , per via della disoccupazone – e l ‘offerta che invece è scarsa ? Il nuovo Governo gialloverde ci crede e per avviare la riforma del sistema ha inserito nella legge di bilancio 1 miliardo di euro di risorse, da utilizzare anche per la formazione degli inoccupati, e ciò anche nel quadro delle azioni che dovrebbero introdurre in Italia il reddito di cittadinanza. Anche la Regione Marche ci crede e dopo aver attivato un confronto con il Ministero del Lavoro già da ottobre , si prepara a riorganizzare gli uffici presenti nelle 5 province del territorio. Domani, giovedi 29 novembre il Presidente Luca Ceriscioli e l’assessore Loretta Bravi presenteranno le prime iniziative messe in campo in questa direzione. Inutile dire che c’è molta attesa per l’applicazione di questa riforma dei Cpi, anche perchè è la prima volta che lo Stato mette sul piatto fondi così consistenti ( salvo tagli dell’ultimo minuto..). E se in Italia, anche in tempi di crescita economica i Centri hanno sempre avuto un ruolo secondario nel soddisfare le richieste di lavoro, nulla vieta che in tempi di pesante recessione non si modifichi tale trend di arretratezza , con lo scopo di portarlo a livelli più moderni ed efficienti, più vicini a quelli francesi se non scandinavi. E questo è tato più vero e urgente in una regione come le Marche, che negli ultimi 20 anni ha avuto un esplosione della disoccupazione, soprattutto a seguito delle delocalizzazioni industriali che hanno travolto interi distretti produttivi, dal fabrianese all’ascolano. Naturalmente ci devono credere anche le imprese e il sistema economico locale, che hanno una parte importate di responsabilità nel favorire questo processo di rinnovamento, su basi più solide. Ora comunque,  è ancora presto per parlare di avvio della riforma, e bisognerà aspettare che istituzioni e apparato burocratico passino dalle parole ai fatti. Si spera entro breve tempo.

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