Fermo.- Oltre il 30% delle calzature italiane è prodotto nelle Marche. Un dato non ampiamente conosciuto, ma che pone in maniera indiscutibile le Marche al centro del mondo calzaturiero. Un’industria dove la qualità e la tradizione prevalgono sulla visibilità
Sì, perché questo ruolo cruciale non viene spesso riconosciuto alla regione, che risulta molto meno nota di quanto sarebbe logico, sia in Italia che all’estero, a dispetto di quanto accade invece per altre città e zone d’Italia che sono riuscite a conquistare la fama internazionale per le produzioni locali. L’esempio principe è Milano, riconosciuta nel mondo come una delle grandi capitali della moda.
Del resto il mondo delle calzature segue logiche diverse da quello della moda: non è sempre il clamore e la visibilità a definire l’importanza di un distretto industriale, ma piuttosto la qualità, la tradizione e l’innovazione che esso porta con sé.
Ma quali sono le città più rilevanti per la produzione di calzature nelle Marche? Nel contesto attuale, Fermo emerge come leader nel settore calzaturiero, evidenziando un incremento notevole nelle esportazioni, con un aumento del 38,4% rispetto all’anno precedente.
Il primo semestre del 2023 ha visto un’espansione generale del settore delle calzature, che vale quasi 15 miliardi, con un aumento sia nel fatturato (+7,4%) che nelle esportazioni (+10,2%). Tuttavia, questi dati devono essere interpretati con attenzione, considerando un calo nel volume delle calzature esportate e prodotte.
In una recente intervista Valentino Fenni, presidente della sezione calzatura di Confindustria Fermo, ha sottolineato l’importanza di distinguere tra produzione con marchio proprio e produzione per conto terzi, evidenziando come le dinamiche di mercato possano essere influenzate dal semplice trasferimento di un brand.
La storia delle calzature nelle Marche: una tradizione in evoluzione
La produzione calzaturiera nelle Marche affonda le sue radici in un passato ricco e complesso, tanto che persino Giovanni Boccaccio ne fa menzione nelle sue opere. Questa lunga storia testimonia il legame profondo tra la regione e l’arte della calzatura, un legame che si è evoluto nel corso dei secoli.
Nelle Marche, la storia delle calzature inizia nel XV secolo con botteghe artigiane. Queste botteghe, che si trasformarono in aziende nel corso delle rivoluzioni industriali, hanno avuto un ruolo cruciale nella società e nell’economia della regione. L’introduzione della macchina a pedale per cucire le tomaie nel 1870, ad esempio, fu un passo significativo per l’inserimento della manodopera femminile.
Nel Novecento, il distretto assistette a una trasformazione produttiva, passando dalla produzione delle chiochiere, pianelle di stoffa o pelle, a calzature di foggia moderna. Dopo la seconda guerra mondiale, le botteghe familiari proliferarono, segnando un cambiamento nella parcellizzazione delle fasi lavorative e l’avvento di specializzazioni come tomaifici e tacchifici.
Questa evoluzione ha portato al distretto calzaturiero Fermano-Maceratese, noto oggi per la produzione industriale di calzature di qualità e per essere la sede di famose griffe che rappresentano l’Italian Style nel mondo.
La storia e il successo del distretto calzaturiero delle Marche sono una testimonianza vivida della resilienza, dell’innovazione e della qualità artigianale italiana. La regione, pur rimanendo discretamente celata dalle luci della ribalta, si è affermata come una colonna portante nel panorama calzaturiero mondiale.