San Severino Marche (Mc). – Si è allargata a macchia d’olio la protesta dei trattori nelle Marche. Oggi a San Severino gli agricoltori locali e dei comuni vicini si sono radunati in Piazza del Popolo.
Sono partiti già dalle prime luci dell’alba per raggiungere il luogo designato a bordo dei loro mezzi agricoli, e continueranno ad arrivare anche nel pomeriggio.
“Come professionisti del settore agricolo qui siamo più di 50 aziende – spiega Emanuele Agrifoglio, organizzatore di questa protesta pacifica – , tra chi è venuto con il mezzo agricolo e chi no. Per noi quindi essendo un piccolo comune dell’entroterra è un gran successo. Ci sono operatori che provengono anche da aree limitrofe”.
Il sit-in è iniziato alle 9 ed andrà in scena fino alla 18 sulla scia di quelli che si sono già svolti a Piediripa ed a Civitanova Marche nei giorni scorsi per dire no alle politiche restrittive europee.
Gli agricoltori presenti, con il supporto anche di alcuni allevatori, non si fidano più di associazioni di categoria. Si fanno chiamare infatti “indipendenti”, non hanno alcun colore politico, hanno solo un grande obiettivo far sentire la propria voce, in primis a livello locale, perché tante piccole gocce possono contribuire alla formazione del mare.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare il primo cittadino ma anche il consumatore finale. In mattinata Rosa Piermattei, sindaco di San Severino Marche li ha anche accolti per aver un confronto con loro e ascoltare le loro richieste.
Le principali criticità del settore sono state illustrate mediante un volantino che viene distribuito durante la giornata.
Problematiche relative alla difficoltà nel collocare sul mercato i prodotti agricoli nazionali, i prezzi sempre meno remunerativi viso anche l’elevato aumento dei costi di produzione, difficoltà nell’individuazioni di produzioni di successo, concorrenza sleale di prezzi a basso costo provenienti da prodotti di altri paesi, l’indebitamento della maggioranza delle aziende agricole.
A causa di ciò, in ogni caso, si dà la priorità al minor costo riducendo sempre più le produzioni nazionale ed aumentando l’importazione di prodotti agricoli “scadenti” provenienti da altri Paesi.
Risale a ieri la notizia che Bruxelles ha deciso di estendere al 2024 la moratoria sull’obbligo di tenere a riposo il 4% dei campi, ed inoltre è stato previsto un freno d’emergenza alle importazioni.
Una decisione che per l’appunto soddisfa gli agricoltori, ma solo in parte : “Questo è solo un punto di partenza – dice Stefano Sgalla, un agricoltore presente alla manifestazione – bisogna portare avanti questa lotta perché oggi è solo l’inizio”.
Sui trattori sono stati esposti diversi striscioni, che spiegano con degli slogan a quale futuro andremo incontro se non si cercherà tutti insieme di cambiare la rotta. “Quando un giorno sugli scaffali dei supermercati troverete più farina di grillo che farina di grano… rimpiangerete i nostri agricoltori e le loro proteste. E avrete nostalgia dei nostri prodotti italiani che saranno man mano sostituiti dalle porcherie imposte dall’UE”.
Il tema della farina di grillo (tra l’altro nelle Marche troviamo la prima azienda produttrice di essa) e della carne sintetica è uno dei più discussi, “Riguardo a queste nuove alimentazioni di tendenza – dichiara il promotore della protesta -, rispondo che siamo cittadini del mondo, con la nostra cultura, con le nostre origini e le nostre tradizioni, italiane sottolineo. Abbiamo una grande produzione di grano ma nel futuro c’è il rischio della chiusura di molte aziende”.
Lisa Grelloni