Civitanova Marche (MC). – Confcooperative Marche si conferma leader nella cooperazione regionale e rappresenta un tessuto imprenditoriale costituito da 355 imprese. Le realtà aderenti attive aggregano oltre 86.000 soci che danno lavoro, a vario titolo, a circa 11.500 persone, di cui 3.200 in gravi situazioni di disagio e che realizzano un giro d’affari che si attesta a quota 1,6 miliardi di Euro.
È quanto emerge dall’Assemblea regionale dell’associazione tenutasi oggi Civitanova Marche. Presenti tra gli altri Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio, Francesco Acquaroli Presidente della Regione Marche, Massimo Stronati Presidente di Confcooperative Marche, Fabrizio Ciarapica Sindaco della città.
Il lavoro nel panel con Maurizio Gardini Presidente Nazionale Confcooperative e Francesco Acquaroli Presidente Regione Marche
Per Maurizio Gardini occorre reciprocità nell’economia tra i vari Paesi e la reciprocità è la parolina magica per dare un futuro alle nostre cooperative. “La nuova forza lavoro è al centro del dibattito per il futuro dell’economia. Al momento c’è più offerta che domanda e la questione centrale è come aggiornare le competenze. Ad oggi non c’è nessun contratto collettivo sotto i 9 euro orari, abbiamo aumentato il contratto della cooperazione sociale”.
Per Francesco Acquaroli occorre pensare ad una programmazione dei fondi europei per supportare la formazione professionale. La Regione è impegnata in un’ottica territoriale per rispondere ai bisogni delle aziende.
I dati Istat confermano in regione il radicamento del movimento cooperativo non solo in ambito agricolo e agroalimentare e nella distribuzione moderna al servizio del consumatore, ma anche nell’ambito del settore sociale e sanitario. La filiera cooperativa della salute rappresenta infatti il 41,3% del totale degli addetti del settore privato nella filiera. Il contributo occupazionale della cooperazione raggiunge con il 79% nel comparto dell’assistenza sociale residenziale e il 91,2% nel comparto dell’assistenza sociale non residenziale.
Anche nella produzione e lavoro il movimento cooperativo nelle Marche contribuisce a creare occupazione. Nella logistica la quota di addetti in cooperativa è pari al 29,8% del totale degli addetti nel settore. Nei servizi di pulizia e sanificazione la quota di addetti in cooperativa è pari al 25,9% del totale degli addetti del comparto. Una cooperativa su quattro, tra quelle attive, non ha più di 10 anni di attività, ma il 36% ha già festeggiato i 30 anni di età anagrafica.
La maggioranza assoluta degli occupati, il 64,1% del totale, è donna, come pure il 50,1% dei soci persone fisiche.
“Numeri importanti che potrebbero essere anche superiori – dichiara il presidente di Confcooperative Marche, Massimo Stronati – se da ben sedici mesi non ci fossero così tante difficoltà nel reperire manodopera sia generica, sia qualificata. Il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro e la continua emigrazione di giovani fuori regione (spesso con destinazioni estere), – continua Stronati – restano i principali fattori di criticità per la crescita dell’occupazione nel movimento cooperativo nella regione”.
La promozione di nuova imprenditorialità cooperativa nelle Marche, però, fatica a trovare nuova linfa. Diminuisce infatti sia la natalità cooperativa sia il numero delle cooperative attive.
Rispetto al 2022, nel 2023 il calo delle cooperative iscritte come attive in Camera di Commercio nelle Marche è pari al -3,7% ma è molto consistente tra le cooperative giovanili dove raggiunge il -6,9%. Tiene, infine, la cooperazione tra cittadini stranieri. Il peso delle cooperative formate da stranieri sul totale delle attive nella regione si attesta al 5,4% nel 2023 (era il 5,3% nel 2022).
Tra le criticità da affrontare preoccupa l’arretramento delle nuove iscrizioni di cooperative presso le Camere di Commercio nella regione nel 2023, pari al -28,3% rispetto all’anno precedente (a fronte del +2,1% registrato per il totale delle imprese). Segnali migliori provengono sul fronte delle cessazioni: nell’ultimo anno si rileva, infatti, un decremento di cessazioni di cooperative pari al -14,5% rispetto all’anno precedente (anche per il totale delle imprese si segnala una riduzione di cessazioni nel 2023 rispetto al 2022, pari al -8,3). Di fatto, dunque, nascono molte meno cooperative ma quelle attive tengono anche durante le crisi.