Ancona – Il nuovo “Festival Federico II – Stupor Mundi” si appresta ad aprire le porte ai tanti appassionati di storia che vogliono approfondire la vicenda umana, politica e militare dell’imperatore svevo grazie alle lezioni di studiosi e ricercatori che dall’11 al 14 aprile si alterneranno a parlare alla Mole Vanvitelliana di Ancona sul tema “Cercare la pace e stupire il Mondo” (a Jesi dal 9 all’11 maggio un secondo evento )
Il Festival si presenta come un’occasione unica per celebrare la grande eredità di Federico II – nato a Jesi- e per discutere attentamente non solo di un fatto specifico, ma anche e soprattutto delle modalità con cui si possono gestire i conflitti anche senza armi, sulla rappresentazione del nemico, sulle strategie della diplomazia e di controllo del territorio, nonché della complessa rete mediterranea dei rapporti politici, interreligiosi, interetnici, interculturali che trovano nell’imperatore svevo un punto di riferimento ineludibile.
Ideatore del Festival è William Graziosi, mentre direttore scientifico Fulvio Delle Donne, al quale abbiamo chiesto se il doppio appuntamento di Ancona e di Jesi possa diventare un’importante occasione per parlare del significato pubblico della Storia, ma anche per conoscere la figura dell’imperatore svevo?
“Federico II (1194-1250) è un personaggio più noto che veramente conosciuto. Sull’imperatore svevo circolano molte leggende, altrettanti miti e una miriade di voci infondate.
L’intenzione di questo Festival è, certamente, quella di far emergere i tratti più vivi e significativi del personaggio attraverso le lezioni e le riflessioni dei più importanti studiosi internazionali, che lo presenteranno sotto il profilo storico, politico, militare. Ma lo studio del passato non può restare costretto nell’accademia, non può rimanere astratto e inerte: per questo, terremo sempre lo sguardo puntato alla quotidianità della vita”.
Il Festival è diviso in due sessioni con due temi distinti che, comunque, si intersecano e guardano al mondo attuale. Segno dell’utilità della Storia?
“I due temi, la pace e la condivisione dei saperi, hanno molta attinenza con la nostra contemporaneità, con le notizie (troppo spesso tragiche) che ascoltiamo ogni giorno. Con la crociata della pace Federico II ci trasmette il messaggio che il confronto con il nemico può avvenire non solo con le armi, ma anche con la diplomazia. Nel 1228-1229 decise di tenere le armi nel fodero e non versare sangue, di non concedere spazio alle stragi e alla guerra. Dare la parola alla diplomazia è, sicuramente, l’insegnamento che ne possiamo trarre. La seconda sessione, a Jesi, ci pone di fronte a un dato essenziale: senza colloquio non c’è progresso.
Federico II e la sua opera ci fanno capire che il progresso delle conoscenze è generato dal confronto con le altre culture. Faccio solo un esempio: il matematico Leonardo Fibonacci, che operò nell’ambiente di Federico II, ha introdotto in Occidente l’uso dello zero. Oggi come potremmo immaginare di fare calcoli senza lo zero?”.
nella foto : copertina del libro “Federico II” ( Mondadori)